Le immagini delle stampanti e dei toner abbandonati nelle risaie asiatiche sono il simbolo più scioccante dell’inquinamento provocato dalla tecnologia. Ma esiste un altro tipo di inquinamento, meno appariscente, eppure non meno pericoloso. È quello prodotto, per esempio, dall’estrazione dei Bitcoin, discussa anche da Bill Gates, e dai grandi data center.
Dal 2016 Apple ha emesso green bonds per un totale di 4,7 miliardi di dollari. Di questi, gli ultimi 2,8 miliardi sono storia recentissima e serviranno a fornire energia pulita alle comunità locali e ad alimentare con impianti solari ed eolici i data center dell’azienda guidata da Tim Cook. I progetti avviati sono 17 e permetteranno di tagliare le emissioni annuali di anidride carbonica di circa 921mila tonnellate. “È l’equivalente di togliere dalle strade 200mila auto a benzina o gasolio”, si legge nel comunicato ufficiale.
Il business dell’energia pulita
I nuovi progetti andranno a generare, globalmente, 1,2 GW di energia pulita, prodotta da impianti rinnovabili come quelli installati in Nevada, Illinois, Virginia e Danimarca. I green bond Apple sono tra i più consistenti mai emessi da un gruppo privato.
“Ognuno di noi deve fare quanto prima tutto ciò che è in suo potere per contrastare gli effetti del cambiamento climatico”, ha affermato Lisa Jackson, vicepresidente per la politica ambientale e le iniziative sociali di Apple. “L’investimento di 4,7 miliardi di dollari è la prova del nostro impegno e la dimostrazione che l’energia pulita è un buon business”.
LEGGI ANCHE: “Tutti pazzi per le obbligazioni sostenibili: così il green sta conquistando anche la finanza”
I green bond di Apple
Tutto iniziò nel 2015, durante una conferenza dell’Onu sui cambiamenti climatici. In quella occasione, a Parigi, venne siglato uno storico accordo sul clima. Apple dimostrò il suo impegno con l’emissione del primo green bond da 1,5 miliardi di dollari nel febbraio 2016. Ne seguì poi uno da un miliardo nel giugno 2017, dopo che Donald Trump aveva annunciato l’intenzione di ritirarsi dall’accordo di Parigi. Nel novembre 2019 il terzo atto, nonché primo in Europa: due bond per un totale di circa 2,2 miliardi.
I progetti di Apple nelle rinnovabili
I progetti green di Apple partono dal Nevada, lo stato di Las Vegas, poverissimo di acqua. I data center di Reno sono alimentati da un impianto fotovoltaico di 73 ettari, situato nel cuore del Reno Technology Park. Il progetto ha creato 236 posti di lavoro ed è stato premiato come Utility-scale project of the year dalla rivista specializzata Solar Builder. Il sito rifornisce gli impianti di Apple con 50 MW di energia rinnovabile, a cui si aggiungono altri 270 MW prodotti da altri impianti preesistenti, sempre in Nevada.
L’azienda di Cupertino acquista inoltre energia da un parco eolico vicino alla Windy city, Chicago. Il progetto riunisce vari acquirenti e permette il rifornimento anche ad aziende che hanno un potere d’acquisto inferiore a quello di Apple.
Nella cittadina danese di Esbjerg, invece, sono state installate due delle più grandi turbine eoliche onshore al mondo: sono alte 200 metri, producono 62 gigawattora ogni anno e riescono ad alimentare 20mila abitazioni.
Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .
Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .