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Ecco tutti i più grandi passi falsi di Elon Musk negli ultimi cinque anni

Questo articolo di Alan Ohnsman è apparso su Forbes.com

La scorsa settimana, Elon Musk è comparso davanti a un tribunale del Delaware. Doveva difendersi da accuse legate al suo ruolo nell’acquisizione di SolarCity, un’azienda di installazione di pannelli solari fallita, che Tesla aveva comprato nel 2016. Quella decisione discutibile – SolarCity era stata fondata dai cugini di Musk, che ne era il primo azionista; il miliardario era membro del consiglio di amministrazione di entrambe le società – ha portato un azionista a intentare una causa. Naturalmente, non tutte le cattive idee di Musk lo portano in tribunale, ma molte non ottengono i risultati sperati. “Se non fossi un ottimista, non credo che avrei avviato un’azienda di auto elettriche o un’azienda aerospaziale”, ha dichiarato l’imprenditore in aula.

Nel caso dell’accordo da 2,6 miliardi di dollari per SolarCity, la rivoluzione che Musk aveva pronosticato nel 2016 – quella dei tetti coperti da pannelli solari – non si è materializzata. E nemmeno si è arrivati a una Tesla dal prezzo accessibile, ad autoarticolati 100% elettrici, a una rete di taxi robotici o a una nuova generazione di batterie a basso costo e alta capacità. In vista della sentenza sul caso SolarCity, ecco una carrellata dei più grandi passi falsi compiuti da Musk negli ultimi cinque anni.

La Model 3 da 35mila dollari

Il prezzo di 35mila dollari è stato pubblicizzato per anni come la principale attrattiva della Model 3. Tesla, si diceva, non sarebbe più stata un’auto solo per i ricchi, ma avrebbe finalmente prodotto una vettura per il mercato di massa. Una volta entrata in produzione, però, la Model 3 è stata disponibile a quel prezzo solo a tratti e solo per un periodo. Al momento, la versione più economica parte da 40mila dollari. E dopo le tasse, considerando i costi per l’immatricolazione e gli optional, viene venduta in genere per cifre vicine ai 50mila. Nel frattempo, i prezzi base per le Tesla più grandi, Model S e X, sono saliti, rispettivamente, a 85 e 95mila dollari. Il costo effettivo, in realtà, è superiore ai 100mila, tra optional, tasse e costi di consegna.

Il camion Tesla

Le ambizioni di Musk vanno oltre i veicoli passeggeri: nel novembre 2017, il miliardario svelò il suo futuristico camion elettrico. Secondo l’imprenditore, avrebbe percorso 800 chilometri e sarebbe stato disponibile verso la fine del 2019. Al luglio 2021, Tesla non ha ancora annunciato una data di lancio precisa, né un sito per la produzione dei camion. A giugno Jerome Guillen, da tempo a capo del progetto dei camion, si è dimesso a sorpresa.

Il roadster Tesla

Svelato nel novembre 2017 assieme al camion, secondo Musk il Roadster sarebbe arrivato nel 2020, sarebbe stato l’auto di serie più veloce mai prodotta e avrebbe potuto percorrere mille chilometri con una ricarica. L’attesa meraviglia tecnologica dovrebbe costare circa 200mila dollari, ma non c’è una data stabilita per il lancio.

Tesla Giga Berlin

Musk voleva che la prima fabbrica di auto elettriche europea di Tesla aprisse nel luglio 2021. Se gran parte della costruzione fisica dell’impianto è stata completata, ancora manca gran parte dei permessi necessari per avviare le operazioni. Il progetto ha suscitato inoltre le proteste degli ambientalisti locali e deve fare fronte a multe legate agli impianti idrici e fognari. La speranza, al momento, è di riuscire ad aprire la fabbrica entro l’inizio del 2022.

La guida autonoma di Tesla

Nell’ottobre 2016, Musk annunciò che tutte le Tesla venivano costruite con la capacità di computazione, i sensori e le telecamere necessari per operare, in futuro, in modo del tutto autonomo. All’epoca, stimava che si sarebbe arrivati alla guida pienamente autonoma nel giro di due o tre anni. La funzione, che costa 10mila dollari ed è un potenziamento del sistema di pilota automatico dell’azienda, è stata rilasciata in forma beta a luglio. Ma dopo una serie di terribili incidenti – anche fatali -, Tesla ora avverte i suoi clienti che il sistema “potrebbe fare la cosa sbagliata nel momento peggiore” e va utilizzato con “particolare cautela”. In altre parole, non è ancora pronto.

La rete di taxi robotici

All’Autonomy Day di Tesla dell’ottobre 2019, Musk disse che, entro la fine del 2020, “ci sarebbero stati sicuramente più di un milione di taxi robotici sulle strade. La flotta viene ‘svegliata’ tramite aggiornamenti via etere. Non serve altro”. Grazie a questa funzione, i possessori di Tesla sarebbero stati in condizione di guadagnare denaro grazie ai loro veicoli, mettendoli a disposizione di un servizio di viabilità autonomo e on-demand, supervisionato dalla stessa Tesla. Tutto questo non è accaduto e nulla lascia intendere che sarà possibile – o legale – nel breve termine.

La nuova generazione di batterie

Nel settembre 2020, Musk annunciò pubblicamente una nuova batteria al litio più grande, delle dimensioni di una lattina di birra, che sarebbe stata più economica del 56% e avrebbe avuto cinque volte più energia rispetto a quelle attualmente usate da Tesla. Affermò che una produzione pilota di piccoli lotti era già in corso in un laboratorio della Silicon Valley e che l’azienda sarebbe stata in grado di sfornarne grossi volumi entro un anno o due. I tempi del processo non sono chiari, ma i ritardi nella realizzazione della cella sembrano essere parte dei problemi nel lancio del camion e del roadster di Tesla.

Il solare

Lo stato di New York ha speso 950 milioni di dollari per costruire ed equipaggiare una fabbrica di pannelli solari a Buffalo, per la quale SolarCity aveva grossi programmi. La società avrebbe ricambiato la generosità dello stato creando almeno 1.460 posti di lavoro. Il futuro sembrava promettente, dopo l’acquisto di SolarCity da parte di Tesla alla fine del 2016. E nel dicembre di quell’anno, la società di Musk disse che “avrebbe avviato una collaborazione a lungo termine con Panasonic per realizzare celle fotovoltaiche nella Gigafactory 2 di Buffalo, a condizioni già negoziate sui prezzi e con l’intenzione di costruire 1 gigawatt di pannelli solari all’anno”. Non è molto chiaro, però, quale sia stata, da allora, l’effettiva produzione di pannelli nello stabilimento. Nel 2020, Tesla riportava di avere fornito solo 205 megawatt di pannelli solari, un quarto di quanto installato da SolarCity nel 2016.

Tesla ha avuto anche difficoltà a mantenere il numero di dipendenti pattuito. Panasonic ha abbandonato la struttura lo scorso anno, riducendo ulteriormente il personale. Tesla ha ricevuto numerose proroghe dallo stato. Nel Giorno della Memoria (quest’anno il 31 maggio), la fabbrica contava 1.058 dipendenti. Tesla ha tempo fino alla fine del 2021 per raggiungere l’obiettivo dei 1.460 lavoratori. Altrimenti, dovrà pagare una penale di 41 milioni di dollari.

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