Anche nel mezzo del caos provocato dai debiti della società cinese di sviluppo immobiliare Evergrande group, è bello essere il suo presidente.
Nonostante il crollo delle azioni di Evergrande – scese dell’80% dall’inizio dell’anno – abbia intaccato il patrimonio di Hui Ka Yan, il fondatore e presidente del gruppo rimarrà straordinariamente ricco anche se la società dovesse collassare sotto il peso dei suoi oltre 300 miliardi di dollari di debiti, alla vigilia di una serie di pagamenti obbligazionari che ha scosso l’economia globale questa settimana.
Forbes, che stima l’attuale patrimonio di Hui in 11 miliardi di dollari, ha calcolato che 8 miliardi provengono da dividendi pagati in contanti a Hui a partire dall’Ipo di Evergrande alla Borsa di Hong Kong, nel 2009. Il gruppo ha visto crescere le sue passività totali ogni anno dalla quotazione, stando ai suoi bilanci annuali, ma ha pagato sempre dividendi, a eccezione del 2016.
I dividendi sono finiti in gran parte nelle tasche di un solo uomo: Hui, che possiede 10,2 miliardi di azioni, corrispondenti a una quota del 77%. Evergrande ha pagato dividendi di 1,13 yuan per azione (0,17 dollari) per il 2017 e 1,419 yuan (0,22 dollari) per il 2018. Ciò significa che ha versato più di 4 miliardi di dollari a Hui solo in quei due anni. (I dividendi, a Hong Kong, non sono tassati). In quel lasso di tempo, il debito di Evergrande è cresciuto da 179 a 243 miliardi di dollari. Alla fine del 2020 la cifra è arrivata a 302 miliardi, contro i 7,7 del 2009.
“L’onere ricade più sugli investitori. Se sono consapevoli del fatto che i ricavi servono per finanziare i dividendi, devono stare più attenti”, afferma il consulente di finanza aziendale Robert Willens. “Spesso, in casi come questo, un investitore chiede una garanzia all’azionista principale”.
Fondata 25 anni fa a Guangzhou, Evergrande è diventata, sotto la guida di Hui, la seconda società di sviluppo immobiliare della Cina per fatturato, alle spalle di Country garden holdings. Le preoccupazioni sul suo debito in continuo aumento e la sua incapacità di rispettare le scadenze per il pagamento degli interessi, però, hanno portato quest’anno a un rapido crollo del suo titolo in Borsa. Evergrande ha spinto il mercato immobiliare cinese sull’orlo del disastro la scorsa settimana, quando ha avvertito le banche che non sarebbe riuscita a rispettare le scadenze dei pagamenti dovuti in questo mese. La società deve ancora fornire 1,6 milioni di appartamenti – al momento non completati – ad acquirenti che hanno già versato acconti.
“Per me è molto difficile dire se Hui Ka Yan rimarrà al suo posto o no”, dichiara Anne Stevenson-Yang, cofondatrice della newyorkese J capital research ed esperta del mercato cinese. “Credo che Evergrande dovrà vendere gli asset che non rientrano nel suo core business e dovrà cedere molti dei suoi immobili ad altri sviluppatori cinesi. Che cosa significa per il debito nazionale, per le persone che hanno comprato prodotti di gestione patrimoniale o appartamenti, o che hanno prestato denaro a Evergrande, o che hanno costruito per Evergrande? Per tutto questo non ci sarà un salvataggio statale”.
Hui, 63 anni, è cresciuto in povertà e ha studiato alla Wuhan university of science and technology. Dal 1982 ha lavorato come tecnico in un’acciaieria per un decennio, per poi lanciare Evergrande tramite l’acquisto di proprietà a basso prezzo. Il suo patrimonio ha raggiunto un massimo di 36,2 miliardi di dollari, cifra che gli veniva attribuita sulla lista dei miliardari di Forbes del 2019. Il 5 marzo 2021 la sua fortuna valeva ancora 27,7 miliardi, somma con la quale è apparso sulla classifica di quest’anno e che faceva di lui la 53esima persona più ricca del mondo.
Da allora, il valore delle sue azioni è crollato da oltre 20 a 3,5 miliardi di dollari. Anche se dovesse arrivare a zero, però, i soli dividendi sarebbero ancora sufficienti a rendere Hui una delle 100 persone più ricche della Cina, più ricco di miliardari statunitensi come il cofondatore e ceo di Epic Games, Tim Sweeney, e del magnate degli hedge fund David Shaw. Intanto, il New York Times ha scritto che Evergrande ha chiesto prestiti a decine di migliaia di dipendenti per raccogliere fondi all’inizio dell’anno, trattenendo i loro bonus in caso di rifiuto.
Un portavoce di Evergrande non ha risposto a una richiesta di commento sui dividendi pagati a Hui.
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