“O venite almeno tre giorni a settimana in ufficio o per voi qui le cose non funzioneranno”. Non usa mezzi termini Andy Jassy, ceo di Amazon, per richiamare ‘alle armi’ i dipendenti. Una ‘minaccia velata’, rivelata dal The Guardian, che non fa altro che Seguire l’esempio di diverse aziende tech, che via via stanno abbandonando lo smart working.
Amazon e lo smartworking
- Secondo quando riportato dal The Guardian, Andy Jassy, ceo di Amazon, in riunione interna svolta ad agosto ha ammonito i dipendenti dell’azienda, invitandoli a recarsi in ufficio almeno tre giorni a settimana, altrimenti “le cose per loro non funzioneranno”.
- Il richiamo di Jassy arriva in un momento molto particolare. In quanto i dipendenti non stanno seguendo le linee guida della politica aziendale. La quale già da maggio prevede il ritorno in ufficio almeno tre giorni a settimana.
- Proprio in seguito all’istituzione della nuova politica, a maggio, quasi 30mila lavoratori di Amazon hanno firmato una petizione interna contro il ritorno in ufficio. “Questa decisione mina il futuro diversificato e accessibile di cui vogliamo far parte”, recitava la petizione.
- Come rivelato dal Guardian, questo mese, alcuni lavoratori di Amazon negli Stati Uniti hanno dichiarato di essere stati monitorati e penalizzati per non aver trascorso abbastanza tempo in ufficio.
Tutti in ufficio
Sono già diverse le aziende tech che stanno allontanando lo smart working con le stesse modalità di Amazon. Anche Microsoft, Alphabet, la società a capo di Google, Apple, Meta (a partire dal 5 settembre) hanno richiamato i dipendenti a presentarsi in ufficio almeno tre giorni a settimana. La stessa Zoom, azienda simbolo dello smart working, ha chiesto ai suoi lavoratori di presentarsi in ufficio almeno due giorni a settimana. Ancora più duro Elon Musk: Tesla e X, precedentemente conosciuta come Twitter, richiedono ai propri dipendenti di lavorare in ufficio a tempo pieno, almeno 40 ore a settimana.
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I licenziamenti
Oltre ad aver ridotto di 80mila unità il numero dei dipendenti tra aprile e settembre del 2022, Amazon a partire dallo scorso 18 gennaio – come comunicato in una nota ufficiale dallo stesso – ha dato il la a oltre 18 mila licenziamenti. Una decisione abbastanza condivisa da tutto il mondo tech. D’altronde, secondo layoffs.fyi, sito di monitoraggio dei licenziamenti, sono già oltre 230mila i lavoratori di aziende tech che sono stati licenziati quest’anno.
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