A cinque anni, nel Bronx, lucidava scarpe in metropolitana per 10 o 15 centesimi di dollaro. Quando faceva le elementari vendeva sigarette alle partite di bingo in parrocchia (“Le compravo a stecche e le vendevo a pacchetti”, ha detto). A 12 anni faceva il caddy sui campi da golf e, durante le pause, arrotondava giocando a carte. Alcuni clienti lavoravano a Wall Street, e fu ascoltando le loro conversazioni che si appassionò alla Borsa e a 13 anni comprò le prime azioni. Oggi Mario Gabelli ha un patrimonio di 1,9 miliardi di dollari e presto potrebbe diventare il proprietario del Monza.
Gabelli è in trattativa per l’acquisto del club, comprato nel 2018 dalla Fininvest della famiglia Berlusconi per circa 3 milioni di euro, quando era in Serie C. “Non commentiamo i singoli nomi”, ha detto un portavoce di Fininvest. “Ci sono conversazioni in corso con vari partner potenziali. In nessun caso, però, sono trattative in fase avanzata”. La famiglia Berlusconi vuole rimanere azionista e, come ha detto il portavoce, “individuare partner insieme ai quali portare avanti lo sviluppo della società”. La stessa formula prevista dalla trattativa – saltata a maggio – con il fondo Orienta dell’imprenditore forlivese Augusto Balestra, che voleva rilevare il 60%.
Chi è Mario Gabelli
Gabelli è nato nel Bronx, a New York, il 19 giugno del 1942. La sua famiglia era originaria di Solignano, in provincia di Parma. Secondo Forbes.com, “da tutta la vita va contro la massa: perfino da scolaro, si rifiutava di nascondersi con i compagni” durante le esercitazioni antiaeree. “Il mio approccio alla vita è: vai dove gli altri hanno paura ad avventurarsi”, ha detto molti anni più tardi. “Diamine, ho comprato una Cadillac nel mezzo di un embargo petrolifero”.
Figlio del cuoco di un ristorante d’albergo, Gabelli si fece bocciare alla scuola elementare pubblica perché non si presentava mai a lezione. Passato a un istituto cattolico per volere della madre, è stato il primo membro della sua famiglia ad andare all’università e si è laureato alla Fordham University, in una business school che oggi porta il suo nome. In un’intervista al giornalista William Green per il libro The Great Minds of Investing (Le grandi menti degli investimenti) ha raccontato di ricordarsi ancora, a distanza di 50 anni, i due professori che lo avevano valutato con una B anziché con una A.
Dopo la laurea, ha ottenuto un Mba alla Columbia University. Nella lettera di adesione al Giving Pledge – la campagna per spingere i ricchi a donare la maggior parte del proprio patrimonio in beneficenza, promossa da Warren Buffett e da Bill e Melinda Gates – ha scritto che la Columbia gli ha “cambiato la vita. Il momento di illuminazione è arrivato mentre sedevo nell’aula di value investing del professor Roger Murray. Il sole, la luna e le stelle si sono allineate. Mezzo secolo dopo, gli stessi principi che ho imparato in quel semestre continuano a guidare la nostra squadra e la società. Un insegnante influisce davvero per l’eternità”. Negli anni Gabelli ha donato decine di milioni di dollari a diverse università americane.
Gamco Investors
Gabelli ha cominciato la sua carriera come analista finanziario. Poi, nel 1976, ha fondato la società di investimento Gabelli & Co., ribattezzata Gamco Investors l’anno seguente. In quel periodo, spiega Green nel libro, Gabelli sviluppò un suo sistema di analisi, che prevedeva di calcolare quale sarebbe stato il valore di un’azienda quotata se avesse lasciato la Borsa. Il risultato era la somma del valore intrinseco della società e del sovrappiù che l’acquirente avrebbe pagato. Il grande successo è arrivato negli anni ’80, con una serie di scommesse azzeccate nel settore dei media e delle telecomunicazioni. Quotata a Wall Street dal 1999, Gamco ha oggi una capitalizzazione di mercato di circa 550 milioni di dollari.
Amante del golf, del cinema e della caccia alla quaglia, Gabelli vive con la seconda moglie e ha avuto quattro figli dalla prima. A 82 anni continua a guidare la sua azienda in qualità di presidente e amministratore delegato. “Devo essere sempre preparato per l’inaspettato e avere paura di perdermi qualcosa”, ha detto sempre a Green. “Devo essere paranoico su ciò che non sento. Il rischio di fallire è uno stimolo importante”.
Secondo la graduatoria in tempo reale dei miliardari di Forbes, aggiornata alle 15.30 di mercoledì 9 ottobre, Gabelli è la 1799esima persona più ricca del mondo. La classifica, però, gli interessa poco: “È una lista di nomi da eliminare per gli assassini”.
Le proprietà straniere in Serie A
Se Gabelli dovesse acquistare il Monza, la Serie A diventerebbe in maggioranza a proprietà straniera. Sono già americane l’Inter (del fondo Oaktree), il Milan (fondo Redbird), l’Atalanta (Stephen Pagliuca), la Fiorentina (Rocco Commisso), il Genoa (777 Partners), la Roma (Dan Friedkin), il Parma (Krause Group) e il Venezia (Duncan Niederauer). Il Bologna è invece del miliardario canadese Joey Saputo, mentre il Como è dei magnati indonesiani Robert e Michael Hartono, in assoluto i proprietari più ricchi del campionato.
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