alibaba, la multa impatta sulla trimestrale (in foto Jack Ma)
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Ecco chi è il miliardario più ricco di Cina e chi si è arricchito con lui dopo il crollo di Alibaba

Jack Ma, fondatore di Alibaba (Photo by VCG/VCG via Getty Images)

Articolo di Russell Flannery apparso su Forbes.com

Il crollo delle azioni Alibaba, dopo le indagini governative per sospette pratiche monopolistiche, ha destato l’attenzione degli investitori di tutto il mondo. Ma è solo l’ultima brutta notizia, in ordine di tempo, ricevuta nelle scorse settimane dall’ambiziosa società e dal suo fondatore, il miliardario Jack Ma. Ma era infatti atteso come grande vincitore della pianificata da tempo – poi abbandonata – Ipo nel corso del quarto trimestre da parte di Ant Group, il braccio finanziario di Alibaba, che sarebbe stata la più grande operazione di sempre. E se avesse avuto buon esito, avrebbe contribuito ad aggiungere un gruppo di nuovi miliardari in Cina, che è il primo Paese per numero di miliardari dopo gli Stati Uniti.

La sospensione dell’Ipo di Ant e il crollo di Alibaba nel bel mezzo delle indagini hanno contribuito a portare un imprenditore notevolmente diverso sotto i riflettori come uomo più ricco di Cina: il presidente di Nongfu Spring, Zhong Shanshan. Ed è proprio Nongfu che, al posto di Alibaba e Ant, sta contribuendo a plasmare un nuovo gruppo di miliardari, al termine di un anno pandemico pieno di sorprese.

Con 78 miliardi di dollari Zhong è al primo posto della Forbes Real-Time Billionaires List. L’uomo più ricco della Cina, nonché dell’Asia intera, è al numero 8 a livello mondiale, con un patrimonio di circa 20 miliardi superiore a quello di Ma, almeno se si stima in maniera piuttosto ottimistica l’impatto della mancata Ipo di Ant sul patrimonio di Ma.

Il patrimonio di Zhong è aumentato vertiginosamente con la quotazione dell’8 settembre della sua attività principale, Nongfu Spring, che controlla circa un quarto del mercato cinese dell’acqua in bottiglia. Dal prezzo dell’Ipo pari a 21,50 dollari hongkonghesi si è presto giunti ai 54,90 dollari hongkonghesi di oggi. E la sua quota in Nongfu supera l’80%, anche se un pacchetto di selezionati investitori globali è entrato recentemente. Fondi associati a Fidelity International, Coatue Management e Orix Asia Capital hanno tratto vantaggio dall’aumento del titolo.

Il patrimonio di Zhong ha beneficiato inoltre di un forte aumento nel 2020 anche grazie a un’Ipo di Beijing Wantai Biological Pharmacy Enterprise alla Borsa di Shanghai. Le sue azioni sono state scambiate a 195,27 yuan rispetto al suo prezzo Ipo di 8,75 yuan ad aprile, in parte grazie alla speranza che possa sviluppare un vaccino Covid con il partner GlaxoSmithKline. Quasi 10 miliardi di dollari della fortuna di Zhong provengono dalla sua partecipazione in Wantai, azienda che peraltro presiede.

E proprio come Jack Ma, che ha una vivace storia di umile insegnante di inglese, anche Zhong ne ha una da raccontare, con un passato da lavoratore prima nell’edilizia e poi nel giornalismo. Fino a che ha fondato la società precedente a Nongfu nel 1996. La città in cui ha sede la compagnia di Zhong è la stessa di Alibaba, Hangzhou.

Ed è così che l’attesissima ondata di nuovi miliardari, dopo la mancata Ipo di Ant a chiusura d’anno, è stata comunque generata, anche se da Nongfu, che sta cotribuendo a creare nuovi miliardari e famiglie miliardarie in Cina. Lu Xiaowei, per esempio, che è sorella maggiore della moglie di Zhong Lu Xiaoping, Zhong Xiaoxiao, che è sorella minore di Zhong Shanshan, o Lu Cheng, fratello maggiore della moglie di Zhong Shanshan, e Lu Xiaofu, un’altra sorella della moglie di Zhong Shanshan, hanno tutti un patrimonio che vale più di 1 miliardo di dollari, secondo i dati sulla proprietà nel prospetto di Nongfu. Tre figli del defunto Hong Mengyue – un ex dirigente – detengono complessivamente 2 miliardi di dollari di azioni. Anche una cognata della moglie di Zhong Shanshan, Lu Xiaozhen, condivide un patrimonio di un miliardo di dollari con suo figlio e sua figlia.

La Cina ha bisogno di aziende tecnologiche in salute che aiutino il Paese a raggiungere i suoi obiettivi di crescita economica e le sue ambizioni globali, motivo per cui sarebbe un errore di investimento escludere dal computo i giganti tecnologici. Ma lo sarebbe altrettanto trascurare i marchi nostrani come Nongfu, poiché un probabile allentamento della pandemia globale del prossimo anno alimenterà la spesa in consumi più veloce di sempre.

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