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Paolo Rotelli, il presidente della Repubblica di San Donato

Paolo Rotelli, 28 anni.

Serio. Fermo. Sicuro. Preparato. Paolo Rotelli sembra più grande dei suoi 28 anni. Dietro i suoi occhiali, i suoi baffi e il suo panciotto ha lo stile e la stoffa del manager navigato. Una condizione indispensabile per chi, alla sua età, si trova a ricoprire una posizione di grande rilievo ma soprattutto di grandissima responsabilità.

Infatti Paolo dal luglio 2013 è Presidente e azionista del Gruppo Ospedaliero San Donato, il più grande gruppo ospedaliero privato italiano con 2 miliardi di fatturato, 18 ospedali, 16 mila addetti di cui oltre 5 mila medici, 5.200 mila posti letto e 4,3 milioni di pazienti all’anno. “Privato”, tende a specificare Rotelli con sicurezza, “ma al tempo stesso baluardo del sistema sanitario nazionale per cui svolgiamo l’80% delle nostre attività”.

Quando parla di sanità Rotelli gira lo sguardo verso quella lombarda, che considera la punta di diamante di quella italiana. “La Lombardia è l’unica regione che ha deciso di mettere in competizione il sistema sanitario pubblico con quello privato accreditato”, dice. “Noi vogliamo attrarre i medici migliori dandogli la possibilità di essere in una grande struttura, fare scuola e crescere nella ricerca come stiamo facendo al San Raffaele”.

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Quasi cinque anni di presidenza hanno consentito a Paolo Rotelli di innovare il Gruppo ereditato alla morte del padre. “Oggi siamo un brand noto”, racconta, “con un piano di sviluppo internazionale”. Ma la grande scommessa, Paolo se lagioca sul futuro. E ha le idee molto chiare: “Dobbiamo essere sempre più efficienti, creando e assemblando quella che io chiamo la Repubblica di San Donato, con un governo centrale (consorzio), in grado di gestire in maniera centralizzata i
nostri centri sparsi sul territorio in particolar modo per facilitare l’informatizzazione di tutto il nostro sistema in modo tale daavere subito la capacità di raccogliere i dati di tutti i nostri pazienti che nei prossimi anni avranno i loro file digitali sempre aggiornati. Inoltre stiamo sviluppando un social network aziendale per facilitare il coordinamento tra il paziente e chi lo segue nelle nostre strutture. Infine, noi abbiamo più di 4,3 milioni di pazienti all’anno e tutti i loro dati non sono utilizzati.Vogliamo procedere speditamente con l’informatizzazione di tutto il nostro sistema per diventare la Apple della Sanità”.

Non solo la Repubblica di San Donato ma anche Milano Capitale. Secondo Rotelli infatti guardando al futuro del paese bisogna differenziare Milano dal resto dell’Italia. “Vedo un futuro molto roseo per Milano”, afferma sicuro. “Oggi non possiamo più ragionare in termini di paesi, ma di villaggio globale che è caratterizzato da aree metropolitane sparse in tutti i continenti nelle quali si produce benessere e ricchezza. Milano è ben posizionata in quest’ottica”.

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