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Forbes Usa dedica un reportage speciale alla famiglia Ferrero: i “Nutella Billionaires”

Giovanni Ferrero
Giovanni Ferrero, presidente dell’omonima azienda fondata dal nonno Pietro nel 1946.

Migliaia di dolci Kinder pieni di crema vengono trasportati sui nastri; telecamere ad alta velocità che scansionano le imperfezioni; il tutto sotto l’occhio vigile dei lavoratori, che sorvegliano centinaia di braccia robotiche. Tutto questo avviene alla periferia di Alba, città sede di Ferrero, il produttore di Nutella, Tic Tac, Mon Chéri e Kinder, a cui Forbes.com ha dedicato un reportage speciale.

“Facciamo tutto con serietà e competenza assoluta”, ha affermato Giovanni Ferrero, il 53enne presidente dell’azienda, al suo primo incontro con la stampa americana. Una dedizione che ha generato un vero e proprio impero. Ferrero ha venduto 12,5 miliardi di dollari di dolci l’anno scorso e i suoi omonimi proprietari detengono un patrimonio complessivo, secondo Forbes, di 31 miliardi di dollari, 21 miliardi dei quali appartengono a Giovanni, che è la 47° persona più ricca del mondo. Un successo che ha richiesto più generazioni.

E proprio alla storia della dinastia Ferrero è dedicato un ampio spazio dell’incontro/intervista. Partendo da Pietro che ha fondato l’azienda nel 1946 in un’Italia devastata dalla guerra, per arrivare a fino a Giovanni. Con una descrizione molto particolareggiata dell’anima imprenditoriale che si tramanda, come l’azienda, da un componente all’altro della famiglia: si parte dai primi tentativi imprenditoriali di Pietro per arrivare alla genesi di alcuni dei prodotti di successo planetario della società di Alba. In entrambi i casi senza trascurare le difficoltà incontrate lungo il cammino e lo spirito di adattamento messo in campo per superarle. Nell’articolo si parla anche di strategia, con l’avvio delle acquisizioni varate da Giovanni nel 2015 con Thorntons e nel marzo scorso, quando ha comprato il business di dolci e caramelle negli Stati Uniti di Nestlé per 2,8 miliardi di dollari in contanti. Icone americane come Butterfinger e BabyRuth ora sono di Ferrero. Se lo può permettere. Ferrero ha un business molto redditizio – Forbes stima che i guadagni netti della società si aggirino intorno al 10% delle vendite.

Ferrero è presente in più di 160 Paesi, impiega 40mila dipendenti e produce 365mila tonnellate di Nutella all’anno

L’obiettivo di Giovanni – spiega l’autore Noah Kirsch – è quello di aumentare i ricavi di almeno il 7,33% all’anno per raddoppiare il fatturato in un decennio: le linee dei nuovi prodotti di Ferrero probabilmente non possono espandersi così velocemente, per questo Giovanni fa acquisizioni per compensare.

Dopo l’acquisizione dei brand in precedenza di Nestlé, Ferrero è diventato il terzo produttore di dolci al mondo, secondo i dati di Euromonitor e l’azienda ha anche messo al sicuro il suo business delle nocciole. Qualche anno fa ha acquistato due dei maggiori venditori di nocciole del mondo, il gruppo Oltan in Turchia e il gruppo italiano Stelliferi, e sta investendo ulteriormente nelle piantagioni in Australia, nei Balcani e in Sud America nel tentativo di aumentare i raccolti e la disponibilità durante tutto l’anno.

Queste cifre sottolineano le dimensioni da capogiro dell’azienda. In sole tre generazioni, il piccolo negozio di Pietro è diventato un colosso che vende prodotti in più di 160 Paesi, impiega 40mila dipendenti e produce 365mila tonnellate di Nutella all’anno. Giovanni minimizza: “Beh, è un inizio promettente”.

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