di Andrea Nicoletti
Il mega deal firmato qualche settimana fa da NetJets, la società americana di aviazione privata di Warren Buffett, per l’acquisto di 325 nuovi jet privati la dice lunga sulla strategia dell’oracolo di Omaha: NetJets deve investire per restare la numero uno al mondo. Anche in Italia, uno dei suoi mercati di riferimento, con una quota di mercato del 9%, in termini di ore volate, 7.470 per la precisione, più 9,3% rispetto all’anno scorso. E proprio per questo l’Italia è al centro dell’attenzione di Buffett: a breve infatti NetJets Europe, guidata da Mario Pacifico, ex top manager di Prada e Luxottica, aumenterà l’offerta commerciale e l’assistenza a terra, con personale dedicato, nello scalo privato dell’aeroporto di Milano Linate e nel nuovo in apertura a Malpensa nel 2019. Una mossa pensata per coccolare i 100 clienti italiani, tanti sono quelli che viaggiano NetJets, e attirarne di nuovi con una formula che si è inventata nel 1984, rivoluzionando il settore dell’aviazione privata: la proprietà frazionata.
Come funziona? La multiproprietà permette di comprare una frazione soltanto di un aereo. Ad esempio invece di 40 milioni di euro si spende un quarto e si ottengono 200 ore l’anno, liberi dai pensieri e dalle spese manutenzione. Conviene? Solo se si vola sopra le 50 ore, al di sotto, invece, meglio una prepagata: tra i tagli disponibili, 182mila euro per la Private Jet Card con 25 ore di volo incluse, 7.200 euro all’ora. L’acquisto di una Netjets share è la stessa mossa che ha fatto l’oracolo di Omaha nel 1995 quando ha aderito all’acquisto in multiproprietà per poi, dopo 3 anni di grande soddisfazione circa i livelli di servizio, la semplicità operativa e la convenienza finanziaria, ha deciso di comprare l’intera società.
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Da allora NetJets è controllata al 100% dal gruppo Berkshire Hathaway e oggi ha raggiunto i 700 velivoli, di cui 100 attivi in Europa. Otto i modelli, dal piccolo 11 posti Embraer Penom 300 che atterra nelle piste più estreme al Bombardier Global Express, un business jet da 20 posti per voli a lungo raggio. Senza contare i 325 nuovi Cessna Citation appena prenotati e prenderanno il volo a partire dal prossimo anno.
Quella degli aerei privati è un’industria ad alta intensità di capitale dove l’importante è investire. Vale anche per i clienti. Per dirla con Buffett, il prezzo è ciò che paghi, il valore è ciò che ottieni. Già, cosa si ottiene con 7mila euro per un ora di volo? Innanzitutto tempo. Molto tempo. Dal suo appartamento di Milano all’ufficio londinese nella centralissima Kensington, Mario Pacifico impiega 2 ore e 55 minuti, cronometrati. E’ il door to door più veloce in assoluto ed è possibile perché si saltano le code. Mentre tutti fanno la fila dall’altra parte, al terminal Linate Prime si va veloci e bastano pochi minuti per salire a bordo: le procedure di check-in e di security sono agili e fluide.
A bordo c’è il wi-fi, che non è una banalità perché arriva dal satellite e non dalle antennine a terra. Poi un salottino con televisore che diventa camera da letto, tablet e telefono satellitare. Il menù, e lo Champagne, sono scelti dallo chef nei principali scali internazionali anche in base alle preferenze dei passeggeri. Una volta atterrati, c’è la macchina che aspetta a bordo pista. Solo così si riesce ad arrivare dal Golfo di Napoli agli skilift di Chamoix in 3 ore e 50, oppure da Roma alle piste di St Moritz in appena tre ore: prendere nota, perché le vacanze e la neve si avvicinano.
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