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Cultura

Oli Epp, l’artista che racconta le nuove generazioni attraverso Instagram

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L’artista Oli Epp

Oli Epp, classe 1994, è, malgrado la sua giovane età, uno tra gli artisti che più stanno riscuotendo l’interesse crescente di gallerie e collezionisti. Diplomato alla City & Guilds of London Art School, già da studente è arrivato ad avere l’attenzione del mondo dell’arte contemporanea grazie allo studio scrupoloso e alla ricerca su materiali e soggetti. Le sue opere sono entrate in prestigiose collezioni private e pubbliche come quella del Victoria&Albert Museum Print Collection di Londra e della Ruth Borchard Next Generation Collection; ha all’attivo oltre quindici mostre nelle grandi capitali dell’arte tra cui Los Angeles, Miami, Berlino, Londra e Parigi.

La sua arte, fatta di un mix di pop art, denuncia dell’estremo consumismo e humor rigorosamente british, l’ha portato sotto i riflettori dei critici che hanno definito la sua arte post-pop digitale. Accanto alle doti artistiche e alla passione per la ricerca, Oli Epp dimostra di avere una chiara visione di lungo periodo, ingrediente indispensabile per continuare a crescere nel mondo dell’arte contemporanea.

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‘Germaphobe’, 2019, oil and acrylic on canvas

Olivier a concesso a noi di forbes.it la possibilità di conoscere da vicino l’artista.

Come ha iniziato a fare arte?
Da piccolo guardavo sempre Art Attack in TV. Ho sempre disegnato. Una cosa divertente è che rovistando tra le mie vecchie cose a casa di mia madre ho notato come i miei dipinti di adesso siano spaventosamente simili ai miei disegni d’infanzia. Ho sempre disegnato figure con teste particolarmente grandi.

Chi sono gli artisti che hanno influenzato la sua arte?
Ho centinaia di influenze. Sono sempre alla ricerca di arte e di critica. I nomi più importanti per me alla scuola d’arte sono stati Hogarth, Ellsworth Kelly, Patrick Caulfield e Philip Guston.

Cosa vuole raccontare con la sua arte?
Negli ultimi due anni mi sono focalizzato a crescere come pittore e nello sviluppo di temi e narrazioni. Poiché mi concentro sulla superficie e sui materiali della pittura, ho anche usato la superficie come idea. La scelta della superficie è diventata una metafora che uso per articolare le tragedie non raccontate del nostro tempo, specialmente quelle che derivano da una cultura materialistica e incentrata sull’immagine. Gran parte del mio recente lavoro cerca di esplorare chi siamo in relazione alla tecnologia e a cosa siamo spinti dal consumismo. Non voglio mai che il mio lavoro sia moralizzatore, ma osservo. Io penso che è per questo che il mio lavoro sia contemplativo e umoristico allo stesso tempo.

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Oli Epp – ‘Big Croc’, 2019

La galleria Semiose, la Richard Heller Gallery e Carl Kostyál l’hanno scoperta su Instagram. Quanto è importante il social media per la sua carriera? Per un artista oggi è più facile, attraverso i social, iniziare una carriera artistica?
Sono il più grande sostenitore degli artisti che promuovono il proprio lavoro e hanno una vasto raggio d’azione. Gran parte degli articoli che sono stati scritti su di me si sono basati sul mio lavoro, ma anche sulla mia storia. “Un artista millennial che lavora sulla nuova generazione e che si fa conoscere dalle gallerie attraverso Instagram”. Sono molto grato che, da quando mi sono laureato, la risposta al mio lavoro sia stata travolgente. Credo che oggi gli artisti possano decidere il proprio destino.

Oggi molti artisti collaborano con marchi di moda. È interessato a farlo?
Sono stato contattato dai brand più importanti e da grandi organizzazioni. Ad oggi, non ho accettato alcuna collaborazione, non è qualcosa che mi interessa fare adesso. Nel mio lavoro sono presenti brand e loghi come osservazione neutrale dei tempi in cui viviamo – un mondo ingombrato di pubblicità e product placement. Ho paura che eventuali sponsorizzazioni possano minacciare il ruolo sociale del mio lavoro. Voglio gettare le fondamenta di me come un giovane pittore, serio e laborioso prima di dedicarmi al design o a progetti esterni.

Chi sono i suoi collezionisti? Sono millennial?
È un segreto.

Vende la sua arte attraverso gallerie d’arte e non direttamente attraverso lo shopping online. Perché? I galleristi dell’arte rimangono importanti anche nell’era digitale?
Voglio essere culturalmente ricco e contribuire seriamente al panorama artistico internazionale. Penso che, per questo il digitale sia necessario, tuttavia non penso che il tempo delle gallerie sia finito. È un sistema complesso ma può fornire maggiore sicurezza che è meno assicurata dal mercato online.

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Carpe Diem, 2017

In quale direzione sta sviluppando il suo lavoro?
Sto lavorando sodo per legare i miei materiali alle idee che sto sviluppando: una parte importante è stata capire come raggiungere la luminosità reale nella pittura, dato che spesso faccio riferimento allo schermo nelle mie immagini. Cerco anche di trovare un equilibrio tra complessità nella narrativa e semplicità nella forma, quindi è una sfida eccitante per le mie composizioni. Presenterò il lavoro che sta andando in questa direzione alla Duve Gallery di Berlino in uno spettacolo a due con la scultrice Roxanne Jackson. Lo spettacolo si chiamerà Karma e guarderà alla spiritualità umana che incontra l’umorismo tragico.

È il nuovo Roy Lichtenstein?
Quella era una domanda spensierata posta da David Pagel ai tempi di Los Angeles e riguardava al mio spettacolo alla galleria di Richard Heller. Non penso che stia a me rispondere.

Ha anche fondato e gestito una residenza d’arte con sede a Londra. Può dirci di più a riguardo?
Si chiama Plop ed è qualcosa che ho creato con Andrea Emelife. Offriamo cinque appartamenti nel cuore di Londra ogni mese a artisti internazionali. È una grande opportunità per far crescere una rete a supporto e offriamo anche tutorial con professionisti del settore. Mi sento molto grato per come mi sono andate le cose e per me significa molto sviluppare questo progetto per altri artisti. Ci ho investito molto tempo e amore e sono davvero contento che stia andando sempre più forte. C’è una possibilità di essere ammessi ogni stagione. Chi è interessato può trovare le informazioni sul sito della residenza.

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