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Il sogno di Arianna Fontana: “Un altro podio e sarò la più premiata nella storia dello short track”

Arianna Fontana. (Gerardo Gaetani)

Articol0 tratto dal numero di luglio 2019 di Forbes Italia. Abbonati. 

Nata il 14 aprile 1990 a Sondrio, Arianna cresce a Berbenno di Valtellina. Inizia a pattinare all’età di quattro anni seguendo le orme del fratello Alessandro presso la società sportiva Lanzada Ghiaccio. “Tutto è cominciato un po’ per gioco, mi piaceva stare in compagnia di tutti i ragazzini che pattinavano”, racconta. Senza contare il prezioso appoggio dei genitori, i suoi primi fan, che l’hanno aiutata a coltivare la passione. “Crescendo, ho capito la grande opportunità che avevo: trasformare la mia passione in una vera e propria professione”.

Un percorso che negli anni le ha regalato innumerevoli soddisfazioni. La prima medaglia olimpica infatti arriva nel 2006 con un bronzo in staffetta. All’età di 15 anni Arianna diventa l’atleta italiana più giovane a vincere una medaglia ai Giochi Olimpici invernali. Nel corso dei quattro anni successivi raccoglie 24 medaglie tra Coppa del Mondo, Mondiali ed Europei, impreziosite dalla conquista del titolo europeo nel 2008 e nel 2009. Alle Olimpiadi di Vancouver del 2010, replica la medaglia di bronzo, questa volta sulla sua distanza prediletta, i 500 metri. Nel 2012, sulla stessa distanza, diventa la prima italiana a vincere la Coppa del mondo nello short track. Per il triennio 2011-2013 mantiene il titolo di campionessa europea e chiude per due volte al terzo posto i Campionati mondiali.

In Russia, Arianna firma tre medaglie argento sui 500 metri, un bronzo sui 1.500 e nella staffetta. Poi arriva il doppio tris di medaglie, a Sochi nel 2014 e a PyeongChang nel 2018, dove è stata anche portabandiera dell’Italia: in totale, tra le due manifestazioni, conquista tre bronzi, nei 1.000 nei 1.500 metri e in staffetta, un argento in staffetta, uno nei 500 e un oro nei 500 metri. “All’inizio della mia carriera non pensavo a quello che la gente vedeva in me. Pensavo solo ad allenarmi per salire sul podio. Con gli anni ho capito che con le mie azioni e le

(Gerardo Gaetani)

parole potevo esercitare un’influenza positiva o negativa sulle persone”, racconta a Forbes, che l’ha inserita nella classifica dei talenti europei under 30. “Quindi ho cercato di rimanere fedele a me stessa, non volevo costruirmi una finta personalità. Volevo trasmettere quello in cui credo, la passione, il mio orgoglio di essere italiana, aiutare le persone a credere nell’impossibile”.

Arianna sa bene che ci sono alti e bassi in ogni carriera. “In certi momenti avrei voluto mollare tutto”, ammette. “È capitato anche recentemente, quando alcune persone che avrebbero dovuto supportarmi, invece remavano contro”. Soprattutto, non è facile restare sempre ai vertici. “Fino a qualche anno fa pensavo: ad ogni competizione voglio essere sul podio. Mentre in questi ultimi anni ho capito che è meglio concentrarsi su alcune gare e utilizzare le altre in preparazione di quell’evento, magari anche saltarne qualcuna per staccare la spina e riposare il corpo”. Arianna si è presa un anno di pausa, ma ha un pallino in testa: “Questa prima stagione la prenderò ‘con calma’ per aiutarmi a tornare nel giusto ritmo di gara, per arrivare a fine stagione in forma e competitiva. A lungo termine sicuramente il pensiero va alle prossime Olimpiadi di Beijing 2022, dove vincendo una medaglia diventerei l’atleta più medagliata nella storia dello short track, sia nella categoria maschile che femminile”.

Con questo obiettivo, tutto il resto, compreso il dopo-carriera, passa in secondo piano. “Avrei però diverse idee. Sicuramente se dovessimo vincere la candidatura olimpica e riportare le Olimpiadi in Italia nel 2026 vorrei avere un ruolo e aiutare a far sì che gli tutti atleti abbiano ciò di cui hanno bisogno, fare in modo che questa olimpiade sia un evento unico per loro e per tutti gli italiani”.

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