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Digital innovation Hub: un incubatore per la rivoluzione industriale 4.0

Articolo tratto dal numero di ottobre di Forbes

Un ecosistema innovativo per attrarre talenti digitali e schiudere le porte dell’innovazione 4.0 sia alle startup sia alle imprese che si servono della consulenza strategica di Bain & Company. Si chiama Digital Innovation Hub e sarà inaugurato all’inizio del 2020 negli uffici di piazza Cordusio a Milano come punto di riferimento per l’intera società. Un incubatore di sviluppo e soluzioni trasversali a tutti i settori in cui opera Bain & Company, la società di consulenza manageriale strategica e organizzativa, fondata nel 1973 a Boston e in Italia dal 1989, che lo ha fortemente voluto per “consolidare ulteriormente la nostra leadership di mercato”, spiega Roberto Prioreschi, managing director Bain & Company Italia. La “sfida digitale” è infatti “un punto cardine della strategia aziendale di Bain un asset estremamente importante nei servizi che offriamo”. Tanto è vero che, prosegue Prioreschi, “da quando il digitale ha assunto rilevanza sempre più crescente nelle strategie aziendali, ci siamo attrezzati per anticipare le esigenze dei nostri clienti”.

Roberto Prioreschi, managing director Bain & Company Italia

Secondo una recente indagine dell’Osservatorio digitale del Politecnico di Milano l’industria 4.0, che valeva 3,2 miliardi nel 2018, varrà 4,4 miliardi a fine 2019 e sono 10mila le startup innovative sul territorio italiano (fonte: InfoCamere). Un tessuto industriale che è ancora tra i più vivaci e creativi dell’intero panorama europeo e mondiale. Dunque un patrimonio da valorizzare, come sanno in Bain & Company che ha scelto l’Italia per questo Hub. “Investire nel digitale significa innanzitutto investire sul capitale umano”, spiega Prioreschi, “e investire sulle competenze e sulle persone per noi è fondamentale”. Quello di Bain – che in Italia è presente e investe da 30 anni – vuole essere un “investimento che possa rappresentare un punto di riferimento per il settore, un propulsore di iniziative sul digitale che ci consenta di rafforzare il nostro posizionamento”.
Come fare a mantenere standard elevati in un campo così fluido e in costante evoluzione come il digitale per una corazzata delle dimensioni di Bain che conta 8mila persone, 500 in Italia di cui più di 400 consulenti? Ce lo spiega Emanuele Veratti, partner e italian digital practice leader di Bain & Company: “Nel Digital Innovation Hub i nostri clienti potranno trovare data scientist, esperti di machine learning e intelligenza artificiale, ma anche sviluppatori, designer e prototipatori”. Competenze forti di cui hanno bisogno tanto la sanità quanto i trasporti, il largo consumo come le utility. Clienti esigenti che nell’Hub troveranno soprattutto un ambiente aperto alla contaminazione in quanto “tutte queste competenze sono incluse all’interno della nostra progettualità, che è come sempre attenta a realizzare soluzioni concrete e che siano immediatamente disponibili per la release” si tratti di una nuova app o di un algoritmo da applicare a macchinari avveniristici.

Emanuele Veratti, partner e Italian digital practice leader di Bain & Company

Si sa però che i processi innovativi sono spesso imprevisti e difficilmente programmabili. L’innovazione accade. Con idee, intuizioni, tentativi. E in questo i giovani imprenditori del digitale italiani sono “tra i migliori in Europa”. Non ha dubbi Prioreschi che rilancia: “La nostra sfida deve essere quella di riuscire ad attrarli” all’interno dell’ecosistema del Digital Innovation Hub. Per farlo Bain ha deciso di offrire spazi di coworking e showrooming innovativi anche a loro. “Dobbiamo essere un catalizzatore di idee, coinvolgere startup, giovani e università. Da questo punto di vista”, conclude, “il Digital Innovation Hub è un unicum nel mondo della consulenza strategica, una soluzione win-win sia per noi sia per le future generazioni; un investimento per i prossimi vent’anni”.
Il contributo dell’Innovation Hub alla vita delle aziende sarà percepito praticamente in tempo reale. Agli occhi dei consulenti di Bain infatti, l’imprenditoria italiana, necessita, come mai prima d’ora, di un upgrade nella metodologia di lavoro non più rinviabile oltre. “Non possiamo permetterci di rimanere innamorati di ciò che già sappiamo fare”, riprende il ragionamento Veratti, “di contemplare i nostri prodotti quand’anche avessero un discreto successo sul mercato”. “Occorre piuttosto allenare lo sguardo al cambiamento, attrezzarsi per agire in modo aperto e collaborativo, imparare a costruire risposte rapide con le risorse disponibili e mettendo al centro il cliente”. È proprio a questo livello che può venire in aiuto il digitale e con esso l’Hub di Bain & Company .

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