Capitalizzazione raddoppiata, occupazione in aumento, maggior presenza regionale e quote rosa in ascesa nei cda. Sono questi alcuni dei più importanti risultati e trend sviscerati dall’Osservatorio Aim Italia 2020 a cura dell’ufficio studi di IR Top Consulting, che ogni anno fornisce un quadro completo del mercato italiano che raccoglie le pmi quotate.
Partendo proprio dal primo aspetto, evidenzia a Forbes Italia Anna Lambiase, fondatrice e ceo di IR Top Consulting, “la capitalizzazione è stata pari a 5,8 miliardi di euro, mentre la raccolta da Ipo si è attestata a 3,9 miliardi di euro, cui si aggiunge una raccolta da mercato secondario di 920 milioni di euro per un totale raccolta di oltre 4,8 miliardi di euro”. Ma non è tutto. Come racconta la numero uno di IR Top Consulting, “il 77% delle società nel 2019 ha messo a segno una crescita in termini di ricavi, l’85% ha un ebitda positivo e il 73% ha chiuso il bilancio in utile, registrando un incremento del +50% in termini di risorse impiegate dalla data di quotazione”.
Oltre all’aumento delle risorse impiegate dalla data di quotazione in Borsa, è importante sottolineare che l’Osservatorio Aim Italia 2020 ha evidenziato che negli ultimi 5 anni è cresciuto in maniera esponenziale anche il numero di attività straordinarie. Tant’è che, come evidenzia Anna Lambiase, “circa il 53% delle aziende quotate su questo mercato realizza operazioni di M&A”.
Interessanti anche i dati sulla liquidità che, come dichiara la fondatrice e ceo di IR Top Consulting, “è aumentata sensibilmente. Per fare un esempio il controvalore medio giornaliero è raddoppiato in cinque anni (dai 47mila euro del 2015 agli 84 mila di luglio 2020, il 79% in più) Inoltre, per sette aziende il controvalore medio giornaliero si attesta a circa 250mila euro”.
Osservatorio Aim Italia 2020: l’impatto del Covid-19
L’Aim Italia è stato il mercato più resiliente nei mesi in cui il Covid-19 l’ha fatta da padrone. Anna Lambiase spiega che a differenza del Ftse Mib (che ha registrato una performance negativa del 13% da gennaio), del Ftse Mid Cap (-17%) e del Ftse Small Cap (-16%), l’Aim Italia ha ridotto leggermente le perdite, fermandole al -12%”
“Questa resilienza del Ftse Aim Italia, rivela la fondatrice e ceo di IR Top Consulting, va letta sulla base dell’importante presenza degli investitori istituzionali nel capitale, che rispetto a quelli retail hanno una quota maggiore”. Tra l’altro, proprio i primi, “negli ultimi cinque anni hanno fatto registrare una crescita del 35% nel capitale delle aziende. Ad oggi, infatti, si contano 109 Investitori Istituzionali, di cui 25 italiani (23%) e 84 esteri (77%). L’investimento complessivo è pari a circa 570 milioni di euro, che corrisponde a circa il 9% della capitalizzazione del mercato.
I primi tre investitori su Aim sono Banca Mediolanum (69 milioni di euro investiti), Azimut Holding (61 milioni di euro investiti) e Julius Bär Gruppe (49 milioni di euro investiti). Anna Lambiase evidenzia un fattore fondamentale, ossia che secondo la normativa “al momento dell’Ipo vi devono essere almeno 5 investitori professionali che coprono almeno il 10% della capitalizzazione complessiva. Tra l’altro, riguardo la quotazione, bisogna sottolineare che la raccolta media si attesta a 7,2 milioni di euro”.
Analizzando, invece, l’impatto che ha avuto il Covid-19 sulle pmi italiane quotate sul mercato Aim Italia, Anna Lambiase non ha dubbi: “Se da una parte diverse aziende, attive nell’ambito tecnologico (in particolare tra e-commerce, cloud e cybersecurity), hanno reagito molto bene, trovando anche importanti opportunità di business, è anche vero che altre, a fine anno, si troveranno con un trimestre in meno”.
L’ascesa della tecnologia, delle donne e le prospettive per il futuro
E se la tecnologia e l’industria sono i due settori trainanti di questo mercato rivolto alle pmi italiane (soprattutto il primo con il 19% del totale), uno degli più interessanti di questo Osservatorio Aim Italia riguarda il dato occupazionale e, contestualmente, quello delle quote rosa all’interno dei diversi CdA.
“Dalla loro quotazione in Borsa ad oggi, le aziende presenti all’interno dell’Aim hanno sensibilmente incrementato la componente occupazionale. Tant’è che – rivela Anna Lambiase – hanno incrementato del 50% il numero dei propri dipendenti. Questo dimostra che la quotazione genera lavoro. Oltre a ciò, è importante sottolineare che è aumentata in modo importante anche la presenza delle donne all’interno dei vari CdA. Se fino a qualche anno il 42% delle aziende aveva almeno una quota rosa all’interno del proprio consiglio di amministrazione, adesso la percentuale si attesta al 71%”.
Come ultimo aspetto, anche se Lombardia (38% delle società), Emilia Romagna (14%), Lazio (12%) e Veneto (8%) si confermano le regioni italiane più presenti all’interno dell’Aim Italia, l’Osservatorio ha evidenziato che sta continuamente crescendo la presenza di altre regioni, come Piemonte, Toscana, Umbria, Liguria, Puglia, Sicilia, Sardegna e Campania.
Guardando al futuro, Anna Lambiase prima si sofferma sul fatto “che se non si dovesse realizzare un nuovo lockdown, il bilancio di nuove Ipo, quest’anno, si potrebbe attestare a 10-15” e poi sul credito di imposta a favore delle quotazioni: “Crediamo che molte delle quotazioni siano state spinte dalla normativa sugli incentivi fiscali sulle quotazioni. Di conseguenza, chiediamo al governo e al MISE di proporre l’estensione del credito d’imposta sui costi di Ipo per il prossimo triennio 2021-2023”.
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