di Roberto Buzzatti (Buzzatti Digital Sarl, Principato di Monaco)
A parlarne al bar sembra che con Instagram di soldi ne facciano tutti. Tanti, in fretta e senza fatica.
Ci sono gli influencer, pagati fior di quattrini dalle aziende, che promuovono prodotti e servizi che spaziano dal mercato del lusso al largo consumo potendosi permettere con i loro guadagni, quantomeno stando ai loro profili Instagram, una vita che nemmeno Aristotele Onassis si sarebbe sognato.
Ci sono i Brand, soprattutto i più piccoli, che raccontano di vendite record tramite i propri e-commerce veicolati da Instagram Shopping e dai prodigi dell’advertising a pagamento.
C’è naturalmente Facebook Inc., proprietaria di Instagram, che otto anni dopo il debutto si quotava al Nasdaq a 42$ ad azione con una capitalizzazione di 104 miliardi di dollari.
Infine, ci sarebbe anche mia zia ma, dove abita lei, il Wi-Fi prende male.
Chi vi scrive lavora nel social media management da quando esistono i social, quando ancora non erano un lavoro ma un passatempo, quando i like erano l’espressione di un apprezzamento e non banconote del Monopoli e quando il valore di un’attività commerciale non considerava il numero di followers del proprio profilo ma di ingressi nel punto vendita.
Per cui mi domando: in una ipotetica sfida sul piano patrimoniale tra i protagonisti del mondo dei social media e Onassis, chi la spunterebbe? Vediamo quindi, in tre set, che succede.
Il mercato degli influencer, secondo l’analisi di Business Insider Intelligence, vale oggi 8 miliardi di dollari e il forecast di Wgsn per Instagram nel 2020 parla di 2,3 miliardi (tre volte i volumi generati nel 2017). Questo starebbe a significare, secondo la media del pollo, che ogni utente produce 0,023$ attraverso l’influencer marketing. La fortuna di Onassis fu stimata nel 1975 in 500 milioni di dollari, circa 2 miliardi attualizzati, ben diverso dal cinquantesimo di dollaro pro capite degli utenti di Instagram.
Influencers – Onassis 0:1
Secondo le stime di Omnicore, verificate dalla Buzzatti Digital Sarl (https://buzzattidigital.com) nel Principato di Monaco, Instagram nel 2019 ha generato revenue da advertising per 20 miliardi di dollari. Nello stesso anno circa il 72% dei teenagers ha utilizzato Instagram e il 73% di loro ha detto che la piattaforma è il miglior mezzo a disposizione dei Brand per raggiungerli con le promozioni. Tornando a chi vi scrive, liberi di credere a me, a Omnicore o agli altri report presenti in rete, il mondo dell’ADS social ha scelto la direzione del “Click on Link”, ossia la modalità di promozione che incita gli utenti social ad accedere ad un sito web da un post promosso: 130 milioni di utenti hanno infatti tappato (oggi si dice così quando clicchi qualcosa da smartphone o tablet) un link di natura pubblicitaria nel 2019.
Ma non è tutto, perché per i Brand che fanno mercato in Europa c’è un’altra buona notizia: l’89% degli utenti di Instagram si trova infatti al di fuori dei confini degli Usa.
Onassis e il suo patrimonio milionario, di fronte a tutto questo, nulla possono contro i volumi potenziali generati dai Brand attraverso la funzione shopping di Instagram.
Instagram Shopping – Onassis 1:0
È il 2012, Facebook si prepara alla quotazione al Nasdaq acquisendo Instagram con i suoi 13 dipendenti per 1 miliardo di dollari pagati in azioni e denaro, ritrovandosi nel 2020 con 1 miliardo di utenti attivi e 100 miliardi di dollari di capitalizzazione (fonte Bloomberg Intelligence).
Facebook Inc, con Instagram, Whatsapp e un microcosmo di investimenti meno mainstream ma strategicamente pauroso, vale oggi 805 miliardi di dollari e ha prodotto nel 2019 70 miliardi di revenue, quasi interamente provenienti da ADS a pagamento, i post promossi insomma. Onassis, non pervenuto.
Facebook Inc. – Onassis 1:0
In conclusione, il vasto mondo dei social media, oggi ancora saldamente in mano a Facebook Inc. (nulla me ne vogliano i giovani e intraprendenti TikTokers), è passato dal rappresentare un futuro possibile ad essere il nostro presente in cui followers e like sono comunemente accettati come valuta di scambio internazionale.
E i soldi? Chi li sta facendo veramente?
Di sicuro i fondatori di Instagram Kevin Systrom e Mike Krieger assieme ai loro primi finanziatori Baseline Ventures e Andreessen Horowitz con la vendita della società nel 2012. Facebook Inc. grazie a Mark Zuckerberg che ha fatto sì che oggi ogni utente di Instagram valga, almeno sulla carta, 100 dollari. Detto in altre parole, voi aprite un profilo e Facebook capitalizza 100 dollari.
In conclusione, gli influencer sono un elemento importante e sicuramente una delle chiavi del successo di Instagram, ma vanno visti come un fenomeno positivo per gli shareholders e un accessorio per i Brand. Instagram shopping è uno strumento in piena ascesa che sta acquisendo un ruolo sempre più centrale nelle strategie di marketing digitale delle aziende commerciali e del settore terziario. Il social media management, la definizione e l’allocazione del budget per l’advertising, sono invece passati dall’essere un’opzione all’essere una necessità per i Brand, Facebook, Instagram e mia zia. Sì, mia zia, quella con il Wi-Fi che non prende tanto bene.
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