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Lo studio di consulenza che accompagna Pmi e startup nella loro crescita

Nicola Fumagalli e Ramona Corti, fondatori dello studio Corti Fumagalli.

Insights tratto dal numero di dicembre 2020 di Forbes Italia. Abbonati!

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Il 20 novembre è stato pubblicato il decreto attuativo degli ulteriori 200 milioni di euro destinati dal Decreto rilancio al Fondo di sostegno al venture capital. La misura mira a rafforzare le startup e le Pmi innovative presenti sul territorio nazionale, incentivando il co-investimento nel capitale da parte di investitori regolamentati o qualificati favorendo così la ripartenza post-Covid.

“La mossa del Governo, che arriva in un momento di emergenza sanitaria con seri risvolti economici sull’intero Paese, deve essere letta come volontà di favorirne il rilancio partendo dalle startup e dalle Pmi innovative, puntando quindi sulle nuove tecnologie, al fine di preservarne il loro patrimonio innovativo”, spiega Ramona Corti, managing partner dello Studio Corti Fumagalli e con un’importante expertise in tema di valutazioni di startup. “Di questo si era già preso coscienza pre-Covid, quando si iniziava a delineare un quadro normativo ad hoc  atto a gettare le basi per la creazione della Smart Nation Italia”.

Le startup sono infatti strumenti validi per crescere e per ripartire dopo la pandemia, grazie alla loro capacità di creare innovazione e posti di lavoro (a metà novembre 2020 se ne contano 12mila registrate in Cciaa). ll decreto stabilisce che le risorse aggiuntive pari a 200 milioni di euro siano investite in un Fondo riservato a investitori professionali, appunto il Fondo rilancio. “Con questo fondo, saranno gli investitori qualificati e regolamentati che operano sul territorio a segnalare le startup e le Pmi innovative in cui stanno per investire o hanno investito nei sei mesi antecedenti l’entrata in vigore del Dl Rilancio”, precisa Nicola Fumagalli, managing partner dello studio, con particolare esperienza nell’assistenza corporate e fiscale alle startup. “In questo modo i finanziamenti saranno realizzati in matching con gli investitori accreditati. Queste nuove risorse testimoniano l’importanza che il Mise attribuisce alla necessità di rendere il venture capital un ecosistema di crescita e di sviluppo della cultura imprenditoriale del nostro Paese”. 

L’approccio dello studio nell’accompagnare le startup nel proprio percorso di sviluppo è basato sulla consapevolezza che il rilancio dell’innovazione in Italia deve poter contare su una solida rete di investitori qualificati e regolamentati. “Il venture capital è una colonna portante dello sviluppo economico italiano, e, per quanto non possa prescindere da una spinta normativa, è necessario che lo stesso venga accompagnato da una svolta culturale. Il legislatore italiano si è mosso in ritardo rispetto ad altri Paesi, e l’unico modo oggi per recuperare questo gap è quello di accelerare la rinascita della cultura imprenditoriale e della propensione al rischio degli investitori. Per la nostra esperienza in ambito startup possiamo affermare che in Italia non mancano certo opportunità di investimento, ma manca la cultura del rischio. Se non si crea questa inversione culturale l’Italia potrebbe essere travolta dal contesto internazionale più sensibile all’innovazione”, concludono i co-fondatori dello Studio Corti Fumagalli.

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