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Il mercato crypto crolla, Cardano spicca il volo. Perché il token ecologico è ai massimi di sempre

Musk (s)parla, il Bitcoin precipita. Le ultime dichiarazioni del miliardario di Tesla hanno causato uno shock non solo sulla criptovaluta più costosa di tutte, bensì sull’intero settore. L’unica che si è salvata dal ‘disastro’ è l’ADA di Cardano, il quarto token con la maggior valutazione al mondo, che offre un’alternativa molto meno intensiva in quanto ad emissioni di carbonio rispetto alle altre.

Perché è quello, in fondo, il tema. Elon Musk ha detto attraverso un tweet che Tesla non avrebbe più accettato la criptovaluta a causa del suo elevato costo ambientale, esprimendo preoccupazione in relazione “al rapido aumento dell’uso di combustibili fossili per il mining e le transazioni di Bitcoin”. Parole arrivate in seguito all’annuncio di marzo dello stesso Musk, che promuoveva la criptovaluta come mezzo di pagamento delle suo auto elettriche.

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E mentre il mercato crypto è crollato del 9% nelle ultime 24 ore, il token ADA di Cardano ha raggiunto il suo massimo di 1,96 dollari, facendo decollare la sua capitalizzazione di mercato a circa 61,5 miliardi di dollari. È vero, si tratta di un token altamente suscettibile alla volatilità: basti pensare che in meno di due mesi, all’inizio del 2018, è crollato di quasi il 90%, in seguito alle normative restrittive messe in atto sulle criptovalute. Ma il suo aspetto ecologico e il favore del ceo di Tesla può dare una svolta importante alla criptovaluta nata nel 2015.

Perché Cardano è più green delle altre?

Cardano è una criptovaluta di terza generazione fondata nel 2015 da Jeremy Wood e Charles Hoskinson, noto nel settore come “l’imprenditore di criptovalute”. L’appellativo deriva dalla sua partecipazione anche ad un altro grande progetto blockchain, Ethereum, di cui è co-fondatore. Ma qual è il segreto che ha reso Cardano “la più green” delle criptovalute? Hoskinson stesso ha affermato che Cardano utilizza soltanto 6 gigawattora di energia all’anno, corrispondente allo 0,01% dei 115,85 terawattora utilizzati da Bitcoin.

Per comprendere il vantaggio dell’ADA di Cardano, bisogna analizzare il cosiddetto mining, il processo di creazione del Bitcoin. Innanzitutto, tutte le criptovalute documentano ogni singola transazione sulla blockchain, che garantisce trasparenza e sicurezza. Questo richiede continuamente spazio di archiviazione nei cosiddeti “blocks”, convalidati dai miners di Bitcoin, che lavorano sulla loro catena (in inglese “chain”) 24 ore su 24. Giusto per avere un’idea, questa attività, definita appunto “mining”, consuma la stessa quantità di energia ogni anno di nazioni come Cile, Austria e Finlandia, corrispondente a circa 78,5 terawattora.

Inoltre la convalidazione dei blocchi, che avviene attraverso un meccanismo chiamato “proof-of-work”, richiede allo stesso modo enormi quantità di energia. È qui che Cardano offre la sua alternativa: il suo meccanismo di consenso alternativo, chiamato “proof-of-stake”, è “superiore in termini di risparmio energetico”, afferma Gerald Moser, capo stratega del mercato presso Barclays Private Bank.

Un aspetto che, vista la grande attenzione che si sta riversando sul tema della sostenibilità ambientale, potrebbe giocare a favore della criptovaluta di Charles Hoskinson. O, almeno, così è per adesso. “Finalmente parleremo insieme di Cardano?” ha twittato l’imprenditore di criptovalute. “Vieni nella mia fattoria… Ho tè, dolce e asini in miniatura”.

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