Robinhood fa un altro passo verso Wall Street. La società che gestisce la piattaforma di trading, diventata celebre nei giorni dei meme stock, ha presentato la documentazione per la sua Ipo, con l’obiettivo di quotarsi al Nasdaq. Le carte, depositate giovedì 1 luglio alla Securities and Exchange Commission (Sec, l’ente statunitense federale statunitense che vigila sulla Borsa), hanno rivelato anche una serie di dati finanziari, a partire dai risultati del primo trimestre 2021. Un periodo in cui, a dispetto dell’esplosione dei fenomeni GameStop e Amc e del conseguente incremento della compravendita, Robinhood ha perso 1,4 miliardi di dollari.
I numeri di Robinhood
Robinhood ha registrato un fatturato di 959 milioni di dollari per il 2020, anno in cui il cosiddetto retail trading è cresciuto del 245% rispetto al precedente. I ricavi del primo trimestre 2021 sono invece di 522 milioni di dollari, con un incremento del 300% sullo stesso periodo dello scorso anno. Gli utenti attivi ogni mese sono circa 18 milioni: il 30% in più rispetto ai 13 milioni dell’ultima dichiarazione. I loro portafogli valgono in tutto 81 miliardi di dollari, di cui 65 miliardi in azioni e quasi 12 in criptovalute.
A provocare il miliardo e 400 milioni di perdite, come scrive Forbes.com, sono state soprattutto le spese legate al debito, lievitato nella prima parte dell’anno. Dopo l’ultimo round di finanziamento da 660 milioni di dollari, datato settembre 2020, Robinhood è valutata 11,7 miliardi.
I guai con i regolatori
Appena un giorno prima della presentazione dei documenti per l’Ipo, Robinhood aveva ricevuto una multa da 70 milioni di dollari dalla Financial Industry Regulatory Authority (Finra, una società privata statunitense che funziona come organo di auto-regolamentazione del settore finanziario). Secondo la Finra, migliaia di consumatori “hanno subito danni significativi” per via di pratiche scorrette di Robinhood, colpevole di avere fornito “informazioni false e fuorvianti”. Tra queste, anche un saldo negativo errato da 730mila dollari, che avrebbe portato al suicidio di un ragazzo di 20 anni nel giugno 2020.
Tra il gennaio 2018 e il febbraio 2021, inoltre, Robinhood non avrebbe supervisionato a dovere la sua tecnologia. Le sue mancanze avrebbero portato a malfunzionamenti o interruzioni del servizio per molti utenti, proprio durante periodi di grande volatilità del mercato. La multa inflitta a Robinhood è la più severa nella storia della Finra.
La scorsa settimana, Bloomberg ha scritto che la Sec intende rinviare l’Ipo di Robinhood. A dicembre, l’ente federale aveva stabilito che Robinhood aveva ingannato gli utenti sulle sue fonti di guadagno e non aveva rispettato gli standard necessari per una piattaforma di trading. Le due parti si erano accordate per una sanzione da 65 milioni di dollari.
La Massachusetts Securities Division, intanto, sta cercando di revocare la licenza di Robinhood per operare nello stato. In aprile, i regolatori avevano accusato la piattaforma di non avere protetto gli investitori più vulnerabili.
I fondatori diventeranno multi-miliardari?
Malgrado i problemi di Robinhood con i regolatori, i co-fondatori della società, Vladimir Tenev e Baiju Bhatt, sono entrati lo scorso anno nella lista dei miliardari di Forbes. Entrambi hanno oggi un patrimonio di circa un miliardo di dollari, che la prossima Ipo potrebbe però fare crescere di molto.
“Alla fine di maggio”, scrive Forbes.com, “il consiglio di amministrazione di Robinhood ha assegnato 22,2 milioni di azioni vincolate a Tenev e 13,3 milioni a Bhatt. Le azioni matureranno negli otto anni successivi alla Ipo, a seconda dell’andamento in Borsa della società”. Se Robinhood, a Wall Street, raggiungerà tutti gli obiettivi prefissati, Tenev e Bhatt guadagneranno, rispettivamente, 4,7 e 2,8 miliardi di dollari.
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