Per i tifosi della Juventus, stilare un bilancio dell’operazione Cristiano Ronaldo, appena tornato al Manchester United, significa considerare i gol segnati (101), i trofei arrivati (5) e mancati (soprattutto uno) nelle ultime tre stagioni. Per i dirigenti, vuol dire fare i conti con le conseguenze economiche dell’acquisto più costoso della storia della Serie A. Criteri diversi che conducono però allo stesso risultato: l’azzardo non ha pagato.
Quanto è costato il “colpo del secolo”
Cristiano Ronaldo è passato dal Real Madrid alla Juventus per oltre 115 milioni di euro nell’estate 2018. Un’operazione che, come raccontava all’epoca Forbes, era stata favorita anche dal fisco: la legge di stabilità 2017 aveva infatti introdotto un’imposta sostitutiva di 100mila euro sui redditi prodotti all’estero. “Nata con l’idea di attirare milionari e miliardari che potrebbero poi investire all’interno dei nostri confini”, si leggeva nell’articolo, “la normativa potrebbe avere impatti diretti anche sulla qualità delle rose delle principali squadre della Serie A. Quella cosiddetta ‘flat tax per i ricchi’ potrebbe rivelarsi una leva importantissima per convincere una stella del calcio a spostarsi in Italia”.
Mentre i più parlavano della mossa in termini quali “colpo del secolo”, altri – in prevalenza all’estero – esprimevano però perplessità, anche per via dell’età. “Cristiano Ronaldo è un grande calciatore, ma non investiremmo mai tutti quei soldi su un 33enne”, aveva detto Karl-Heinz Rummenigge, allora amministratore delegato del Bayern Monaco.
Dal 2018, la Juventus ha dovuto sostenere costi annui per circa 86 milioni di euro, tra i 29 di ammortamento e i 57 di stipendio lordo. Al 30 giugno 2021, il portoghese era ancora a bilancio per 28,9 milioni di euro. Il club dovrà quindi venderlo per circa 25 milioni per non realizzare una minusvalenza. Risparmierebbe, in tal caso, 70 milioni sull’esercizio 2021/22.
Come spiega Calcio e finanza, tuttavia, anche perdere Ronaldo a zero potrebbe alleggerire il peso dell’affare sulle casse juventine. La società risparmierebbe infatti circa 55 milioni (al momento in cui questo articolo va online, i dettagli del passaggio al Manchester United non sono ancora noti).
I conti della Juventus
Il contratto che ha legato Ronaldo alla Juventus ha fatto benissimo alle tasche del portoghese, che nel 2020 è diventato il primo miliardario della storia del calcio e nell’ultimo anno è stato il terzo sportivo più pagato al mondo. Non ha invece giovato altrettanto ai conti della Juventus, che ha chiuso il primo semestre dell’esercizio in corso con una perdita netta di 113,7 milioni di euro. I risultati netti delle stagioni 2018/19 e 2019/20 parlavano di -40 e -90 milioni. I debiti finanziari netti, a fine 2020, erano di 357,8 milioni.
Va da sé che sui numeri 2020 e 2021, al di là dell’affare Ronaldo, pesa il fattore Covid. Secondo l’Annual Review of Football Finance 2021 di Deloitte, la pandemia è costata 3,7 miliardi di dollari al calcio europeo. E il campionato italiano è stato il più colpito tra i cinque più importanti d’Europa: le entrate si sono ridotte del 18%, contro il 16% della Ligue 1 francese, il 13% della Premier League inglese, il 9% della Liga spagnola e il 4% della Bundesliga tedesca.
Per fare fronte alla situazione, la Juventus ha chiesto agli azionisti un aumento di capitale da 400 milioni di euro, che segue quello da 300 milioni del 2019, direttamente collegato all’acquisto di Cristiano Ronaldo.
Cristiano Ronaldo non si è ripagato con le magliette
Quando il Paris Saint-Germain ha ingaggiato Lionel Messi, sui giornali è riapparsa una teoria che accompagna molti colpi estivi, secondo la quale gli acquisti dei campioni si ripagherebbero da soli, con le magliette vendute. Nel caso di Cristiano Ronaldo – come negli altri – non è stato così.
Ancora Calcio e finanza spiega che la Juventus, da alcuni anni, ha internalizzato la gestione del merchandising. “Il club bianconero”, si legge”, ha rinunciato a 6 milioni di ricavi fissi da Adidas per gestire prodotti e licensing. Una scelta che ha pagato con l’arrivo di Cristiano Ronaldo, ma che comunque resta lontana dall’avere un impatto sui costi del portoghese”. I ricavi sono arrivati a un massimo di 26,5 milioni per la stagione 2018/19 (la prima con Ronaldo), prima che il Covid li facesse scendere a 12 milioni per il 2019/20 e a 9 per il 2020/21.
Cristiano Ronaldo e il marchio Juventus
È andata meglio a un’altra teoria molto popolare all’epoca dello sbarco di Ronaldo a Torino: quella per cui il portoghese avrebbe fatto lievitare il valore del marchio. Secondo le stime di Forbes, la Juventus vale oggi 1,95 miliardi di dollari: ben 500 milioni in più del 2018, quasi tre volte l’Inter e quasi quattro volte il Milan. Nella classifica dei club di maggiore valore al mondo è scivolata tuttavia dal decimo all’11esimo posto nello stesso triennio.
Una valutazione completa dei costi dell’affare Ronaldo dovrebbe inoltre tenere conto di altre operazioni connesse, dal punto di vista finanziario o sportivo, all’acquisto del portoghese. Alcune sono servite a tamponare esigenze economiche immediate, ma hanno appesantito i bilanci successivi (viene in mente lo scambio Pjanic-Arthur con il Barcellona, che ha valutato il brasiliano 72 milioni di euro). Altre, mirate ad allestire una rosa in grado di competere per la Champions League – obiettivo dichiarato e mai raggiunto dell’acquisto del portoghese -, hanno portato a firmare contratti pesanti e forse eccessivi rispetto al valore tecnico di alcuni giocatori (tra le mosse più criticate, i contratti da 7 milioni annui firmati con Adrien Rabiot e Aaron Ramsey). Il costo della rosa, nel complesso, è passato dai 300 milioni del 2017/18 ai 388,9 milioni di euro del 2019/2020, pur con l’accordo per il taglio di quattro mesi di stipendio.
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