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Enel prima per ricavi, Intesa supera Unicredit: lo studio di Mediobanca sulle principali società italiane

La fotografia del 202o, anno che verrà ricordato principalmente per la pandemia di Covid-19, restituisce un cambio al vertice nel settore bancario con Intesa Sanpaolo che supera Unicredit per totale attivo tangibile (rispettivamente 994,3 e 929,3 miliardi di euro). A seguire, con ampio scarto, Cassa Depositi e Prestiti (410,3 mld) e Banco Bpm (182,5mld). È quanto rileva l’Area Studi Mediobanca nella 56esima edizione dello studio sulle Principali Società Italiane. Lo studio analizza i bilanci di 3.437 aziende, suddivise in base al settore in cui operano. Nel dettaglio: 2.573 società industriali e di servizi, 252 holding, 27 Sim, 29 società di leasing, 39 di factoring e credito al consumo, 403 banche e 114 assicurazioni.

Circa la qualità del credito, dopo il picco del 2015 (198 mld), a fine 2020 la massa dei crediti deteriorati netti degli istituti ammonta a 49 miliardi, in diminuzione del 23,9% rispetto al 2019 che fa seguito al -25,6% del biennio precedente. Si segnala nello studio di Mediobanca anche un importante aumento del cost/income ratio (da 71% a 77%) per effetto di incentivi all’esodo (5%) e spese Covid (1%). Per quanto riguarda le assicurazioni, Generali mantiene un dominio assoluto sulla top 10 dei gruppi con premi lordi che ammontano a 67,4 miliardi, grazie alla sua struttura multinazionale. Seguono il gruppo Poste Vita (16,9 mld) e il Gruppo Unipol (11,9 mld).

La classifica dell’industria di Mediobanca è dominata per fatturato dai grandi gruppi energetico-petroliferi pubblici. Nel 2020, Enel si conferma per il secondo anno consecutivo il primo gruppo industriale italiano dopo il sorpasso di Eni (2018), riconsolidando la supremazia del biennio precedente (2016-2017) e chiudendo l’anno con ricavi pari a 62,6 miliardi, in calo del 19,1%. In seconda posizione Eni che accusa il calo del prezzo del greggio e decrementa il proprio fatturato del 37,1% (da 69,9 a 44 miliardi). Gse (società pubblica che svolge attività di compravendita di energia elettrica) è stabilmente terza con vendite per 26,3 miliardi, davanti a Fca Italy che con 20 miliardi di ricavi (-18,1%) si mantiene in quarta posizione. Segue Telecom Italia (quinta) che perde il 6,4% su base omogenea a 15,6 miliardi. La 15esima posizione è occupata dalla new entry Italpreziosi, azienda operante nel settore dell’affinazione e trading di oro e metalli preziosi che, nel 2020, raggiunge i 6,9 miliardi di euro di fatturato (+153,8%). Le ultime posizioni della Top 20 sono, invece, occupate da altri tre nuovi ingressi: Eurospin Italia con 6,3 miliardi (+7,5%), Fincantieri in 19ma dalla 23ma (con 5,8 miliardi pressoché stabile) e Lidl Italia che, con un incremento del 7,1%, porta il suo fatturato a quota 5,5 miliardi.

La società con il maggior numero di dipendenti, secondo l’Area Studi Mediobanca, rimane Poste Italiane, con oltre 124 mila unità, nonostante il calo del 3,5%. Poste precede Ferrovie dello Stato (81.409 unità); seguono, con più di 50mila addetti, Enel (66.717) e Edizione (57.606). Pur in presenza di una crisi di portata eccezionale, circa il 30% delle aziende che compongono la graduatoria ha realizzato, nel 2020, un incremento di fatturato. In particolare, vi sono alcuni settori che, considerati nel loro insieme, hanno espanso o comunque preservato le vendite poiché le loro attività specifiche sono state sollecitate dall’emergenza pandemica oppure perché al loro interno vi sono state operazioni di acquisizione e incorporazione che ne hanno accresciuto il perimetro di attività. In particolare si sono distinte alcune aziende del comparto alimentare, della distribuzione organizzata (food), del farmaceutico e del settore informatico.

La ricerca condotta dall’Area Studi Mediobanca contiene inoltre un approfondimento sulle imprese manifatturiere più dinamiche, ovvero le aziende che nel 2020 hanno realizzato un incremento delle vendite pari almeno al 20% rispetto al livello del 2019, una variazione media annua nel triennio precedente (2019- 2017) non al di sotto del 5%, nonché un’incidenza del risultato sul fatturato 2020 non inferiore al 4%.

Le società dinamiche del quarto capitalismo, ossia quelle della fascia dimensionale intermedia nel sistema economico italiano, cresciute per fatturato e redditività, nel 2020 sono 10 di cui 5 medie, Monge & C. (attiva nel pet food e azionista dell’istituto di Piazzetta Cuccia), Macron (Bo), Fratelli Ferro – Semolerie Molisane (Cb), Cappellotto (Tv) e Labomar (Tv), e 5 medio-grandi Diasorin (Vc), Stevanato Group (Pd), Pietro Fiorentini (Vi), GVS (Bo) e Copan Italia (Mn). Tre delle aziende dinamiche hanno sede nel Nord Ovest, sei nel Nord Est e una nel Centro Sud. Si tratta di aziende operanti per lo più nel settore meccanico-elettronico (tre società). Vi sono due aziende dell’alimentare, due del farmaceutico-cosmetico, una dell’abbigliamento, una del chimico e una del vetro.

Infine una curiosità: Enel è prima anche nella classifica delle holding italiane per investimenti finanziari (54,1 miliardi) e precede Ferrovie dello Stato (con 48,3 miliardi). Più indietro Atlantia (17,3 miliardi), terza classificata. Tra le Sim, a dominare la classifica per margine di intermediazione è Sanpaolo Invest Sim, unica società a superare i 100 milioni (139,5 milioni), seguita da Cordusio Sim (71,2 milioni) e Equita Sim (57,2 milioni). Unicredit Leasing guida invece la classifica delle 29 società di leasing per attivi per locazione. Findomestic Banca è in testa alle società di factoring e credito al consumo, con crediti finanziari per 19 mld davanti a Fca Bank (15,7 miliardi).

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