Ogni volta, davanti a una slide che illustra la quantità di cloud e rete usati da Cina e Stati Uniti e la mette a confronto con quella europea, vengono i brividi. Si vede a colpo d’occhio che, se il peso del cloud e delle connessioni delle due superpotenze può essere raffigurato con una mela, quello europeo equivale a una ciliegia. L’Europa è conscia di questo ritardo e si sta ponendo obiettivi di crescita nel breve e medio periodo. Uno dei protagonisti di questo sviluppo è Eit Digital (European institute of innovation and technology), ovvero il maggiore ecosistema europeo per una crescita digitale del vecchio (speriamo per poco) continente.
Che cosa fa Eit Digital
La missione di Eit Digital è quella di una crescita “inclusiva, giusta e sostenibile”, come ha detto il ceo, Willem Jonker, nell’evento europeo di Bruxelles, sciorinando dati e obiettivi raggiunti. Negli ultimi anni sono state sostenute oltre 400 startup, grazie alla collaborazione di 300 aziende partner, università e settori della pubblica amministrazione.
Gli studenti ammessi alla Eit Digital Master School sono 3.500. I curriculum dei giovani devono arricchirsi di soft skill per professioni che l’industria fa fatica trovare, web designer, analisti di dati, data scientist, specialisti della sicurezza informatica, programmatori. Competenze che servono a risolvere problemi in tempo reale.
Il caso del turismo
Uno dei casi più interessanti presentati all’evento di Bruxelles si riferisce alle soluzioni per il settore del turismo, flagellato da chiusure e pandemie che hanno costretto gli operatori a reinventare il concetto di viaggio. Una ricerca sul settore mette in evidenza numeri drammatici: il 96% delle destinazioni globali è stato sottoposto a restrizioni, il turismo ha accusato un decremento del 20% ed è in ripresa solo da qualche mese, dopo due anni di fermo pressoché totale.
La piattaforma Art – creata lo scorso anno con il sostegno di Eit – mette a disposizione dei tour operator strumenti di realtà mista come Hololens 2 della Microsoft, che serve a visitare virtualmente un luogo e, quindi, senza creare assembramenti. Art offre ai curatori di musei o parchi archeologici, agli organizzatori di eventi e mostre e alle agenzie turistiche uno strumento per creare esperienze di realtà aumentata e virtuale immersive e collaborative.
“Abbiamo già installato le prime esperienze in Sardegna, nel parco Archeologico Santa Lucia, e altre sono in lavorazione”, spiega il ceo di Art, Matteo Valoriani. “Stiamo lavorando in Italia, ma inizieremo presto con Spagna, Grecia e Francia. Il mercato delle tecnologie per il turismo è in forte crescita. Grazie agli investimenti di tutti gli stati, vogliamo diventare un punto di riferimento e un motore di innovazione nei prossimi cinque anni”.
Eit Digital Accelerator
Eit Digital Accelerator ha contribuito al lancio di una serie di scaleup di successo. Konux, che ha sede a Monaco di Baviera, ha chiuso un round di finanziamento da 65,7 milioni di euro, che serviranno a mettere a punto un sistema di intelligenza artificiale in grado di gestire la rete ferroviaria e minimizzare i ritardi dei treni.
Altra esperienza interessante è quella di Advitos, che ha chiuso un round di serie A per 20 milioni di euro. L’azienda ha progettato un dispositivo che permette una terapia multiorgano per disintossicare fegato, polmoni e reni. Seguono, nella classifica delle startup che hanno raccolto più fondi, Sidekick con 17 milioni, Homeland con nove milioni, Minut con 7,8, TouchLab con 4,4 e Cash Director con tre.
I grandi filoni dello sviluppo digitale europeo sono il metaverso e la sicurezza informatica, sia nel mercato di oggi sia in quello virtuale che, secondo le previsioni di Meta, coinvolgerà un miliardo di persone. Moderare una community così complessa sarà una sfida molto difficile per gli sviluppatori. Un altro mercato chiave – che, se trascurato, potrebbe renderci poco competitivi a livello mondiale – è la quantistica, che segnerà il passaggio epocale dai pc di oggi a quelli di domani.
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