Ha stregato tutti al Festival del Cinema di Cannes. Qui, vestita da Chanel, ha presentato il suo nuovo film Brother & Sister. È dotata di un fascino incantevole, capace di conquistare sia a prima vista, quando la si incontra di persona, sia al cinema, dove ha da tempo dimostrato un talento straordinario.
Marion Cotillard ha vinto un Oscar per La Vie En Rose nel 2008 e fornito incredibili interpretazioni in pellicole campioni d’incasso come A Good Year, Inception, Midnight in Paris, The Dark Knight Rises, Allied, oltre che in molte produzioni indipendenti francesi. Di recente è uscito anche il film Secret Team 355, che la vede recitare con un cast “stellare” composto da Jessica Chastain, Penelope Cruz, Diane Kruger e Lupita Nyong’o: una pellicola di spionaggio al femminile. Marion, insieme al regista e attore Guillaume Canet, compagno con il quale ha avuto due figli, ha collaborato anche a diversi film, tra cui Blood Ties. Vive con lui a Parigi una quotidianità normale, lontana dai riflettori, focalizzata sul loro impegno intellettuale e su alcune cause sociali.
Tra queste c’è anche quella ambientalista, nella quale Marion è impegnata da molti anni. Ci ha parlato di un progetto che l’ha appassionata molto e che l’ha vista anche mentore di un gruppo di giovani imprenditori e attivisti. Marion crede che proprio nelle generazioni future si celi il futuro del pianeta.
Abbiamo celebrato l’8 giugno la giornata mondiale degli oceani e la sostenibilità. Il documentario che lei ha co-prodotto, Bigger Than Us, diretto da Flore Vasseur, è stato anche nominato a febbraio 2022 per i Cesars. Come ha deciso di prendere parte a questo progetto?
Ho deciso che la storia di Melati Wijsen, che ora ha diciannove anni ma per sei anni ha combattuto l’inquinamento della plastica, doveva essere raccontata. Con la regista Flore abbiamo avuto l’idea di farla viaggiare per il mondo a incontrare tanti attivisti come lei, impegnati in altre cause importanti, come i diritti delle donne, la libertà di parola, l’accesso al cibo per tutti e il salvataggio dei profughi, oltre che l’emergenza climatica. Melati ha deciso di intraprendere questo viaggio per catturare questa energia più grande di noi stessi – come titola pure il documentario – che ci spinge ad agire per una causa e a ispirare gli altri a fare lo stesso. Tra gli altri attivisti si incontrano Xiuhtezcatl Martinez, Memory Banda, Rene Silva, Mohamad Al Jounde, Mary Finn. Da parte sua Melati ha fatto fin da ragazzina pressioni sul governo locale per vietare la vendita e la distribuzione di sacchetti di plastica sulla sua amata isola di Bali. Fin da bambina ha cominciato a voler fare la differenza e ad avere una coscienza ambientale. E a soli dodici anni, con la sorella Isabel, ha organizzato petizioni e proteste.
Melati ha dimostrato di essere anche un’abile e giovanissima imprenditrice. Ha co-fondato Bye Bye Plastic Bags e ha creato One Island One Voice, che oltre a ripulire le spiagge incoraggia l’imprenditoria al femminile.
Sì, è un’eroina e un grande esempio per la nuova generazione. Del resto sono madre e sento una forte responsabilità nell’educare i nostri figli fin da bambini al rispetto della natura e degli animali. Inoltre ho anche capito che spesso sono i nostri figli coloro da cui dobbiamo imparare e che abbiamo la responsabilità di ascoltare, perché loro sono il nostro futuro. La nuova generazione ha dimostrato di essere forte e consapevole, di voler scegliere la vita e la dignità. Sono molto spesso i giovani che ci indicano la strada giusta da seguire per un mondo migliore.
Come e quando nasce la Marion dedita ed appassionata alla causa ambientalista?
Mi occupo di cause ambientali da oltre vent’anni. Ho sempre lottato per creare consapevolezza per un mondo più giusto. Sono nata a Parigi e cresciuta in campagna nei pressi di Orléans. I miei genitori e i miei nonni mi hanno instillato un immenso rispetto per l’ambiente. Trasferendomi poi a vivere a Parigi, quando avevo sedici anni, mi sono ben presto resa conto di come la gente non riciclasse e di quanto il problema fosse grande in città.
Il suo volto, Marion, è associato a Greenpeace dal 2001. Inoltre è altrettanto attiva nella Fondazione Maud Fontenoy, un’organizzazione non governativa che si dedica a insegnare ai bambini a rispettare e preservare la vita negli oceani.
Con Greenpeace ho partecipato ad importanti iniziative. Oltre alla tutela degli oceani anche a quella delle foreste, perché entrambi questi universi sono collegati l’uno l’altro e indispensabili per la reciproca sopravvivenza. Con Greenpeace ho viaggiato in Congo, per visitare la foresta tropicale messa in pericolo dall’industria del legno. Questo ci ricorda anche quanto sia importante che tutti i business diventino al più presto sostenibili. Per difendere il clima ho viaggiato fino in Antartide, all’inizio del 2020, per vedere di persona i danni provocati dalle compagnie petrolifere e quelli del cambiamento climatico, dei rifiuti di plastica e della pesca industriale. Cerco di usare la mia voce come personaggio di fama internazionale per creare consapevolezza.
Mi parli invece della sua passione per la recitazione. Come decise di intraprendere questa professione?
Sono cresciuta in un ambiente creativo e artistico. Mio padre era un mimo, un attore, un regista teatrale, mia madre era anche lei un’attrice e insegnava recitazione. Hanno ispirato tutti i loro figli verso carriere in questo settore, al punto che i miei fratelli gemelli minori sono uno sceneggiatore e regista, e l’altro scultore. Ma consiglio di seguire questa strada solo se si è molto determinati e disposti a grandi sacrifici. Non è di certo facile sfondare in questo ambiente. Ricordo come sognassi di fare questo mestiere guardando i film di Gene Kelly e Charlie Chaplin, mentre cercavo di imitare Greta Garbo e Louise Brooks. Mi appassionai ben presto anche al canto e alla musica. Ancora oggi suono diversi strumenti, tra cui la chitarra.
Il suo nuovo film Brother & Sister, appena presentato al Cannes Film Festival, la vede ancora protagonista di una storia articolata.
Racconta di un fratello e di una sorella, lei attrice e lui insegnante e poeta. In principio si adoravano, ma poi lei lo odia terribilmente da rompere ogni rapporto. Poi i casi della vita li portano di nuovo a doversi confrontare con loro stessi. Penso che sia un film che farà riflettere molti. Ma del resto non mi sono mai piaciute le storie superficiali. Sono convinta che la bellezza dell’esistenza si celi proprio anche nei suoi drammi e nella sua disarmante intensità. Mai lo abbiamo imparato tanto come in questo periodo di profonda incertezza. Tuttavia è fondamentale che sia la positività a dominare sempre.
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