96,1 milioni di dollari di multa, altri 203,5 milioni confiscati. In tutto, Stellantis dovrà pagare quasi 300 milioni per avere manipolato le emissioni dei motori diesel di veicoli prodotti tra il 2014 e il 2016. Un giudice della corte federale di Detroit ha approvato il patteggiamento concordato dal dipartimento di Giustizia americano e da Fca Us, divisione statunitense di Stellantis che sarà ora sotto osservazione per tre anni. I dirigenti dovranno cioè presentare un rapporto in cui dimostreranno che l’azienda rispetta il Clean Air Act (la principale legge statunitense sulla qualità dell’aria).
Le accuse contro Stellantis
L’accusa contro Fca Us era quella di avere nascosto le emissioni dei suoi motori EcoDiesel da tre litri su 104mila Jeep Grand Cherokee e Ram 1500. A sollevarla, nel gennaio 2017, era stata l’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente. Milano Finanza ricorda che già nel terzo trimestre del 2020 il gruppo presieduto da John Elkann aveva messo da parte 200 milioni di euro – poi portati a 266 – in vista dell’esito del processo.
Come spiega l’Agi, Fca Us ha ammesso di avere utilizzato un software che mascherava le emissioni e i consumi dei motori durante i test ufficiali. Avrebbe quindi pubblicizzato i propri veicoli come più puliti ed efficienti di quanto fossero in realtà. Un espediente simile a quello usato da Volkswagen e diventato la base del cosiddetto ‘dieselgate’: uno scandalo che riguardava 600mila veicoli.
Gli altri processi
Il governo americano ha sottolineato anche che Fca Us aveva già pagato una sanzione civile da 311 milioni e risarcimenti per 183 milioni in una class action intrapresa da oltre 63mila persone.
Nel caso di Volkswagen, che secondo Reuters ha già pagato più di 30 miliardi di dollari per lo scandalo, diversi dirigenti sono stati incarcerati, mentre altri si sono dimessi. Per quanto riguarda Stellantis, tre persone sono ancora in attesa di processo.
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