Arrivano notizie poco incoraggianti dalle Big Tech statunitensi che, a causa dei timori per la crisi economica attuale, continuano a ridurre la forza lavoro. Secondo The Verge, infatti, Snap, l’azienda tecnologica a capo di Snapchat, questa settimana licenzierà circa 1.280 dipendenti, diventando così l’ultima società in ordine di tempo ad annunciare licenziamenti. Secondo quanto rivelato, si tratta quindi di un taglio del 20% dei suoi oltre 6.400 dipendenti.
I licenziamenti, pianificati da diverse settimane, inizieranno mercoledì e riguarderanno diverse aree di Snap, anche se qualche reparto sarà più penalizzato. Per esempio, sarà duramente colpito il team che lavora sulle mini-app e giochi all’interno di Snapchat. Come riporta The Verge, anche Zenly, l’app di social mapping che Snap ha acquistato nel 2017 e che da allora gestisce separatamente, subirà tagli consistenti. Un altro reparto che subirà licenziamenti è la divisione hardware di Snap, responsabile degli occhiali AR Spectacles e del drone con fotocamera Pixy, recentemente ritirato dal commercio dopo essere stato in vendita per pochi mesi.
Anche la parte pubblicitaria dell’azienda è in ricostruzione, con Jeremi Gorman, cbo di Snap, in partenza per ricoprire lo stesso ruolo in Netflix. Non si tratta comunque di una notizia sorprendente: dall’inizio del 2022 le azioni di Snap hanno perso quasi l’80% del loro valore e come conseguenza di queste notizie negativa la società a maggio ha dichiarato che avrebbe rallentato le assunzioni e cercato di tagliare i costi.
Colpa del boom di assunzioni del 2020?
Come le altre Big Tech, Snap ha assunto a un ritmo frenetico durante la pandemia. Secondo i dati diffusi da The Verge, nel marzo 2020, la società contava infatti 3.427 dipendenti a tempo pieno. Ha chiuso il secondo trimestre del 2022 con 6.446 dipendenti. Un aumento del 38% rispetto allo stesso periodo del 2021. Nel maggio del 2021, inoltre, l’azienda ha acquisito per 500 milioni di dollari WaveOptics, il fornitore dei display AR utilizzati nei suoi ultimi Spectacles.
Nel post-pandemia Snap ha incontrato diverse difficoltà: la fine delle restrizioni e la riduzione dell’utilizzo costante dei dispositivi, la recessione e la gestione degli annunci pubblicitari nelle app iOs. non è uscita bene dalla pandemia. Snap non è riuscita a capitalizzare al massimo la crescita degli utenti – 347 milioni giornalieri (più di Twitter) – dovendo ricorrere come altre Big Tech ai licenziamenti.
Le ultime in ordine di tempo
A causa dell’aumento vertiginoso dell’inflazione, quest’estate molti hanno deciso di licenziare migliaia di dipendenti. Prima di Snap è toccato a Ford, che ha pianificato 3.000 licenziamenti per poter investire nel futuro dell’azienda. Anche Robinhood, la piattaforma di trading al dettaglio diventata celebre con la vicenda di GameStop, ha annunciato il taglio di quasi un quarto dei dipendenti. Il ceo del rivenditore di auto usate Carvana, Ernie Garcia III, il 21 maggio ha inviato un’e-mail a 2.500 dipendenti, il 12% della forza lavoro dell’azienda, informandoli del licenziamento. Fino a Oracle, che il 1 agosto ha iniziato a licenziare un numero ancora non dichiarato dei suoi circa 143mila dipendenti, come parte di un piano più ampio per tagliarne migliaia.
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