Articolo tratto dal numero di settembre 2022 di Forbes Italia. Abbonati!
Una crescita possibile grazie alla sinergia tra eccellenze. Il Polo del Gusto, fondato nel 2019 dal gruppo Illy, è un’unione tra società del food&beverage accomunate dalla vocazione per la qualità. La sua mission è diventare punto di riferimento della cultura e dell’eccellenza del gusto, ponendosi sul mercato come gruppo innovativo e offrendo una selezione di prodotti di estrema qualità. All’interno del polo tante realtà specializzate in ambiti diversi del food: Domori e Prestat, eccellenze del cioccolato; Dammann Frères, maison francese di tè pregiati; Mastrojanni, una delle aziende di Brunello di Montalcino più rispettate dai conoscitori; la partecipata Agrimontana, azienda nel settore delle confetture extra e della frutta candita; Pintaudi, con sede Trieste, azienda specializzata in prodotti da forno e colazione d’eccellenza, vincitore per due anni consecutivi del Great Taste Award.
“Le società del Polo del Gusto”, spiega Riccardo Illy, presidente del gruppo Illy, “hanno superato di slancio la boa della metà 2022. Grazie alla fine delle restrizioni anti-pandemia anche il settore fuori casa è andato a pieno regime, uguagliando o superando i risultati ante 2019. Le buone vendite nell’horeca si sommano a quelle del retail, che quest’anno hanno proseguito il buon trend del 2020. Solo il settore e-commerce, che durante la pandemia aveva vissuto una forte accelerazione, segna il passo, realizzando comunque una crescita rispetto al 2019”.
Come si sta muovendo il Polo del Gusto tra le difficoltà geopolitiche ed economiche di questi ultimi mesi?
La crisi Ucraina, con l’incertezza che una guerra vicino a casa genera e con l’aumento dell’inflazione che ha provocato, sta mostrando i primi segnali negativi soprattutto sui consumi retail. Il fuori casa, trainato dal turismo, non sembra ancora risentire degli effetti della guerra, probabilmente perché la voglia di uscire e la liquidità accumulata da molti consumatori nel periodo della pandemia hanno una forza maggiore. Per queste ragioni le nostre società, pur avendo chiuso il primo semestre con indicatori migliori di quelli di budget, hanno elaborato le stime per il secondo semestre in modo conservativo, confermando di fatto per l’anno intero le previsioni di inizio d’anno. Nel primo semestre Polo del Gusto ha portato a termine l’acquisizione della maggioranza (85%) del capitale di Pintaudi, società di biscotti e prodotti da forno super premium, e ne ha affidato la distribuzione a Domori, che oltre al proprio cioccolato distribuiva già Dammann, Agrimontana, Mastrojanni e altri brand di terzi. Il risultato è stato il raddoppio del fatturato di Pintaudi nel primo semestre. Nel corso del quale è stata anche conclusa l’acquisizione da parte di Prestat dell’attivo della ‘sorella’ Rococo, della quale è in corso l’integrazione delle attività produttive e distributive.
Quali risultati state ottenendo da questa unione fra eccellenze?
Il risultato più importante è stato quello di crescere, sia per linee interne sia esterne, anche senza l’apporto di capitali esterni. Per reperire i quali stiamo comunque continuando la selezione di partner finanziari, dai quali abbiamo ottenuto maggiore disponibilità a valutare l’acquisizione di quote di minoranza nelle società operative rispetto alla holding. Abbiamo scoperto un nuovo approccio rispetto alle operazioni concluse negli anni precedenti: acquisire il controllo di società eccellenti dalle caratteristiche uniche ma di dimensione micro, che comportano investimenti sostenibili grazie ai dividendi della holding e all’indebitamento delle società operative. La sinergia con la struttura distributiva di Domori, sia in Italia sia all’estero – con la sua rete di distributori – consente alle società acquisite di crescere in fretta, generando risultati economico-finanziari positivi che consentono loro di sostenere gli investimenti produttivi necessari alla crescita. Con l’arrivo dei partner finanziari, probabilmente in Domori e Dammann, potremo riprendere la strategia di acquisizioni di società piccolo-medie.
Quali valori accomunano le realtà che fanno parte del Polo del Gusto?
Ciò che accomuna le società del Polo è la vocazione per la qualità, ai livelli massimi raggiungibili. L’ho definita “qualità dirompente” nel mio ultimo libro The Art of Excellent Products, pubblicato negli Usa e disponibile in Italia da autunno. Si basa su quattro pilastri: la superiorità qualitativa riconoscibile anche da consumatori non esperti, l’utilizzo delle migliori materie prime disponibili, di un processo produttivo diverso e incompatibile con quello dei produttori mass-market e l’impegno per la sostenibilità. Non a caso, solo per fare qualche esempio, Domori coltiva in Sud America il Cacao Criollo (migliore per qualità ma praticamente introvabile) e lo lavora con raffinatrici a biglie invece che seguendo il tradizionale processo di macinazione, raffinazione e concaggio. Pintaudi usa solo farine speciali, come il farro, di cui traccia la filiera produttiva. Agrimontana candisce la frutta senza usare solfiti e cuoce le confetture ‘sotto vuoto’ per conservare i migliori aromi della frutta. Tutte le società del gruppo stanno seguendo un percorso di sostenibilità, con l’obiettivo finale di diventare, ove possibile, B-Corp.
Come vede il futuro del settore?
Quello alimentare è uno dei settori universali; si è sempre mangiato e sempre si mangerà, in qualunque parte del mondo abitata dall’uomo. La popolazione mondiale è ancora in crescita ma lo è soprattutto quella abbiente che, soddisfatte le necessità primarie, guarda non più alla quantità, bensì alla qualità. Le opportunità per le imprese di eccellenza del settore risultano quindi in crescita, soprattutto grazie all’export. La digitalizzazione e l’organizzazione di servizi di logistica globali consente anche alle piccoe medie imprese di cogliere queste opportunità. La pandemia prima e la guerra in Ucraina dopo hanno frenato ma non bloccato questo processo. Spero che, una volta risolti entrambi i gravissimi problemi il percorso di crescita, possa essere ripreso con impeto. Sperando che le due crisi non mettano in discussione, come già era avvenuto immotivatamente in passato, la globalizzazione. Le frontiere aperte ai nostri prodotti e i dazi ridotti o azzerati costituiscono infatti una conditio sine qua non per portare il gusto italiano nel mondo.
C’è qualche progetto nel cassetto?
I progetti del Polo del Gusto sono tanti. Alcuni sono in fase di realizzazione, come il nuovo stabilimento Domori nel sito ex-Streglio e l’apertura del primo negozio monomarca in Piazza San Carlo a Torino. Nel cassetto ci sono poi la conclusione dell’accordo con una società che produce succhi di frutta bio, la definizione di un’intesa con una società vitivinicola piemontese e l’apertura del primo negozio multimarca per i prodotti del Polo. Inoltre, c’è lo studio di un progetto di integrazione più spinta di alcune funzioni aziendali delle società del gruppo. Infine, quello che possiamo definire ancora un sogno: reinventare la caramella, come ha fatto Gianluca Franzoni con il cioccolato Domori. Tutta naturale, senza coloranti, conservanti o aromi artificiali e di qualità dirompente. Speriamo di trovare una società del settore simile a Pintaudi con la quale replicare quel percorso virtuoso.
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