Preoccupazione. È questo il sentimento condiviso tra la maggior parte di ceo di tutto il mondo, a causa dell’attuale contesto globale estremamente complesso.
Secondo, infatti, il più grande studio mai condotto dal Global Compact delle Nazioni Unite e Accenture sui e ceo e la sostenibilità, se il 93% dei manager intervistati ha dichiarato di affrontare 10 o più difficoltà simultanee nella gestione del proprio business, l’87% ha rivelato che le discontinuità in atto limiteranno il conseguimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs). Preoccupazione che, comunque, non cambia i fondamenti attuali e futuri: secondo il 98%, infatti, la sostenibilità è cruciale nel loro ruolo e responsabilità, una convinzione cresciuta del 15% negli ultimi 10 anni.
“In un mondo caratterizzato da conflitti, crisi energetiche, aumento dell’inflazione e minacce di recessione, lo studio di quest’anno afferma come i ceo non credano che il mondo sia sufficientemente resiliente alle crisi come ci si aspettava”, ha evidenziato Sanda Ojiambo, vicesegretario generale, ceo e direttore esecutivo del Global Compact delle Nazioni Unite. “Il sistema delle aziende continua infatti a subire l’impatto di molteplici shock. Di conseguenza, su un’ampia gamma di questioni, dal cambiamento climatico in aumento, alle crescenti disuguaglianze sociali ed economiche, l’azione delle imprese in questo momento non è all’altezza dell’ambizione e del ritmo necessari a raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite entro il 2030”.
I ceo e la sostenibilità
Basato su informazioni raccolte da più di 2.600 ceo di 128 paesi, 18 settori industriali (si tratta del più grande campione preso in esame dallo United Nations Global Compact-Accenture CEO Study), lo studio evidenzia una situazione ben chiara: i timori dei manager in merito al rischio della convergenza di impatti sistemici per le imprese e la società, quali maggiore fragilità del multilateralismo e relativa instabilità socioeconomica, discontinuità nelle catene di fornitura ed effetti immediati del cambiamento climatico.
Con soli otto anni a disposizione per raggiungere gli obiettivi indicati dagli UN SDGs, quasi la metà (il 43%) dei ceo a livello mondiale aha affermato che i propri sforzi verso la sostenibilità siano stati ostacolati dalla congiuntura geopolitica, con una ancora più alta percentuale tra i manager dei paesi in via di sviluppo (51%). Nell’esaminare gli obiettivi “net zero” fissati dalle più grandi aziende del mondo, Accenture ha inoltre osservato che se le organizzazioni non raddoppieranno il tasso di riduzione delle emissioni di carbonio già entro il 2030, il raggiungimento dei suddetti obiettivi risulterà critico.
Tuttavia, è comunque importante sottolineare che la maggioranza dei ceo (il 66%) ha rivelato che le loro aziende sono impegnate in partnership strategiche a lungo termine per favorire la resilienza nelle organizzazioni. Questi leader – evidenzia lo studio – “stanno riconfigurando le catene di fornitura, riqualificando la forza lavoro, rivalutando il rapporto con le risorse naturali e reinventando i limiti del pianeta, attraverso innovazioni tecnologiche che abbraccino soluzioni di tipo fisico, digitale e biologico”.
“Nuove ondate di investimenti tecnologici e innovazioni rivoluzionarie possono rendere gli SDGs nuovamente raggiungibili, ma esclusivamente se le aziende faranno leva sulla sostenibilità per creare nuovi mercati, prodotti e servizi capaci di correggere la traiettoria attuale e favorire lo sviluppo in tempi di grande cambiamento”, ha dichiarato Peter Lacy, Global Sustainability Services Lead e Chief Responsibility Officer di Accenture.
La tecnologia
Condiviso da tutti i ceo è anche il bisogno di concentrarsi sulla tecnologia per trovare soluzioni che affrontino le sfide globali e favoriscano lo sviluppo. Il 63% ha dichiarato che sta investendo in nuovi prodotti e servizi sostenibili, il 55% che sta migliorando la raccolta dei dati sulla sostenibilità lungo le catene del valore, mentre il 49% che sta investendo in fonti di energia rinnovabili (49%). Inoltre, se quasi la metà (il 49%) sta evolvendo verso modelli di business circolari, il 40% sta incrementando gli investimenti in Ricerca e Sviluppo focalizzati sull’innovazione sostenibile.
Nelle loro interviste, infine, hanno evidenziato anche alcune iniziative chiave sviluppate per costruire la resilienza nelle aziende. Dalla definizione di obiettivi climatici ‘science-based, agli investimenti per creare una forza lavoro inclusiva delle diversità, fino all’impegno in partnership di filiera e sistema per lo sviluppo di soluzioni tecnologiche avanzate che migliorino la visibilità e trasparenza delle catene di fornitura, anche attraverso la promozione di una maggiore biodiversità. Chiedendo, peraltro, un sempre maggiore impegno da parte dei governi attraverso interventi di natura regolatoria che attribuiscano priorità al definire obiettivi misurabili e a lungo termine.
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