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Small Giants

Iniziative di ampio respiro e risposte a necessità immediate: così Fondazione Cariplo riduce il nostro gap con il resto d’Europa

Articolo tratto dall’allegato Small Giants del numero di dicembre 2022 di Forbes Italia. Abbonati!

Fondazione Cariplo brilla nella costellazione delle 86 fondazioni italiane di origine bancaria, tutte nate all’alba degli anni ‘90 su spinta della Amato-Carli, la legge che separò l’attività di credito da quella filantropica. Ad oggi le fondazioni bancarie hanno erogato 26 miliardi di euro, di cui 3,5 fanno capo a Fc, che annualmente mette sul piatto della filantropia 150 milioni per progetti di ricerca scientifica, arte e cultura, ambiente e servizio alla persona.

Italia in ritardo per competenze digitali

Il tutto è destinato alla Lombardia e alle province di Novara e Verbania. I progetti vengono costruiti in risposta ai bisogni, spesso impellenti, come nel caso della povertà digitale, la spada di Damocle sul capo di un Paese che cavalca la rivoluzione 4.0 con velocità diverse, tra eccellenze e arretratezze territoriali, oltre che del singolo. 

L’Italia gradualmente guadagna posizioni nel Desi, l’indice che misura il grado di digitalizzazione in Europa: abbiamo abbandonato il 25esimo posto grazie all’integrazione delle tecnologie nei processi produttivi, guadagnando la ventesima posizione, ma ci collochiamo di nuovo in fondo per competenze digitali. Lo spieghiamo coi numeri: solo il 42% dei cittadini ha le competenze digitali di base, contro il 56% della media europea, e solo il 22 % dispone di competenze digitali superiori a quelle di base (31% nell’Ue).

Ridurre la forbice che ci separa dal resto dell’Europa, offrendo la possibilità di accesso alle competenze digitali, è uno degli obiettivi della Fondazione che negli ultimi anni ha messo in campo più iniziative. Alcune sono di lungo respiro, altre sono la risposta immediata e pratica a una necessità contingente.

Fondazione Cariplo: dal Meet al progetto Musa

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In piena pandemia, per esempio, con Intesa Sanpaolo ha donato 3.650 personal computer e 200 tablet agli studenti che ne erano sprovvisti affinché, nella fase della didattica a distanza, potessero seguire le lezioni da remoto e in seguito, alla ripresa della scuola in presenza, potessero accedere a una didattica aggiornata, fatta anche, appunto, di piattaforme digitali. Dal 2020 ha inoltre mobilitato 6 milioni di euro per ridurre il divario digitale nelle province più colpite dalla pandemia, Bergamo, Brescia e Lodi. L’iniziativa è stata condivisa con l’impresa sociale Con i Bambini.

La cultura digitale ha trovato una casa, la sua prima in Itala, a Milano, nel fu cinema Oberdan, acquistato appunto da Fondazione Cariplo, che ha ristrutturato l’edificio affidandosi a firme illustri, su tutte quella di Carlo Ratti. Qui ha sede Meet, il primo Centro Internazionale per la Cultura Digitale, guidato dalla vulcanica Maria Grazia Mattei.

L’innovazione è un fatto culturale, prima ancora che tecnologico

Nato come impresa sociale con la missione di contribuire a colmare il divario digitale nel nostro Paese, Meet parte dal presupposto che l’innovazione sia un fatto culturale, prima ancora che tecnologico, e che la diffusione della cultura digitale favorisca non solo la crescita dell’economia, ma anche delle opportunità e del benessere per tutti i cittadini.

Insieme a Regione Lombardia, Comune di Milano e i fondi del Pnrr, la Fondazione ha lanciato il progetto Musa, che consiste in un’azione di sostenibilità urbana su più livelli. L’obiettivo è fare di Milano l’ecosistema della tecnologia e dell’innovazione per la rigenerazione della città.

Alla base c’è l’alleanza dei quattro maggiori atenei milanesi: Politecnico, Bocconi, Statale e Bicocca, impegnati nel trovare soluzioni in ambito sociale, economico, dell’ambiente e tecnologico. Così come la Fondazione è tra gli attori di Mind, il distretto dell’innovazione che ha preso forma alle porte di Milano, all’interno dell’area di Expo 2015. Una cittadella delle scienze informatiche e della vita, dove operano aziende, campus universitari ed enti di ricerca.

L’importanza del supporto allo studio secondo la Fondazione

Altro progetto di Fondazione Cariplo in collaborazione con due atenei milanesi, oltre che con la leggendaria Harvard, è Top, che sta per Programma di tutoraggio online, un’operazione di supporto allo studio che, è stato calcolato, in tre mesi ha avuto un effetto sul rendimento scolastico pari a nove mesi di apprendimento. È già partita l’edizione 2022-2023.

Top si basa su un modello messo a punto da ricercatori della Bocconi e della celebre università di Cambridge, nel Massachusetts: coinvolge precettori, tutti volontari, formati sui principi pedagogici e metodologici pensati per accompagnare i ragazzi in difficoltà. Perché è evidente che le conoscenze e le competenze digitali possono attecchire solo laddove sono state assimilate quelle di base, corrispondenti alle antiche saper leggere, scrivere e far di conto. Quelle che i test Invalsi dimostrano essere dubbie in uno studente su due pur in un’Italia a macchia di leopardo, ovvero tra picchi e cadute.

Sempre in tema di divario digitale da colmare, sotto l’ombrello Cariplo prospera l’Innovation Social Lab che promuove percorsi di formazione rivolti al terzo settore (enti privati attivi nell’assistenza alle persone, tutela dell’ambiente, sanità). Fra le azioni prevale quella volta a potenziare la digitalizzazione: nel campo della gestione efficace ed efficiente delle organizzazioni, nella gestione ed analisi dei dati, nell’ingaggio e nella costruzione di comunità.

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