Cova Cucine
Small Giants

Sesta generazione e tecnologie 4.0: così Cova Cucine porta valore al business e alla comunità locale

Articolo di Samuele Lazzero tratto dall’allegato Small Giants del numero di aprile 2023 di Forbes Italia. Abbonati!

Dire Cova Cucine significa nominare un pezzo di storia della Val di Non. Si tratta di un’azienda di famiglia, sei generazioni alle spalle. Tutto nacque dal volere del signor Giovanni Cova, che decise di intraprendere, nel lontano 1821, il mestiere di falegname. Attività, quest’ultima, che proseguirà sotto il controllo del figlio Battista e del nipote Enrico, il quale porterà il nome della famiglia al di fuori del territorio noneso. È stato sempre Enrico Cova, inoltre, a ricevere nel 1923 il diploma di medaglia d’oro durante l’Esposizione permanente d’arte industriale di Firenze. Fra il 1938 e il 1974 furono i suoi tre figli a guidare congiuntamente l’azienda, effettuando anche cospicui investimenti: tra questi il più importante è l’apertura di una nuova sede, più funzionale alle sopravvenute esigenze e ai ritmi di produzione più sostenuti. Nel 1974, avvenne poi la svolta che imprimerà un nuova direzione all’azienda, ovvero l’acquisizione totale delle quote societarie da parte di Vittorio, uno dei fratelli, e la focalizzazione sempre maggiore nella produzione di cucine. Nel 1985 sono entrati in azienda anche i figli di Vittorio – oggi 95enne – i quali attualmente gestiscono ognuno una determinata area aziendale. Dal 2014 sono entrati anche i nipoti.

I tre pilastri di Cova Cucine

Cova Cucine non è un’azienda come le altre: ha qualcosa di più. Innanzitutto il cuore pulsante dell’impresa è la famiglia che, forte della tradizione e del know how di cui è portatrice, mira ogni giorno con impegno e dedizione a raggiungere il giusto equilibrio tra tradizione e innovazione, artigianalità e produzione industriale. I valori che da sempre permeano e contraddistinguono Cova Cucine invece si possono identificare in tre parole: flessibilità, territorio e solidità. Flessibilità, perché la produzione è in gran parte su misura e disegnata sulle esigenze del cliente; territorio, perché è nella Val di Non che l’azienda è nata ed è lì che deve continuare a crescere; e infine solidità, a testimonianza della qualità e della cura con la quale le cucine sono progettate e costruite, per durare nel tempo.

“Devo dire che siamo orgogliosi di quello che abbiamo sempre fatto e soprattutto di come lo abbiamo fatto”, interviene Walter Cova, amministratore delegato. “Non è sempre facile far coesistere la tradizione e l’innovazione, ma noi ci proviamo costantemente, giorno dopo giorno. Ovviamente dobbiamo guardare al futuro, anche perché il mercato globale attuale ce lo impone e, se vogliamo continuare ad essere attrattivi, dobbiamo per forza migliorare continuamente. A dimostrazione di ciò noi, in questi anni, abbiamo investito molto a livello di industria 4.0, cambiando frequentemente macchinari e tecnologie interne. Siamo molto attenti anche al tema della transizione ecologica: per questo abbiamo impegnato molte risorse nell’installazione di un impianto fotovoltaico di ultima generazione che ci consente di coprire la quasi totalità del nostro fabbisogno energetico”.

La sostenibilità

Oltre al tema energetico l’azienda è poi molto attenta anche alla sostenibilità, in relazione ai materiali che adopera per la produzione delle cucine. “I pannelli che utilizziamo nei prodotti di Cova Cucine sono al 100% ecologici, certificati Fsc”, prosegue Walter. “Il materiale di cui ci serviamo, infatti, proviene totalmente da legno recuperato e riciclato, che viene selezionato accuratamente e trattato con processi a basso impatto ambientale. Anche i collant sono a basso contenuto di formaldeide. Tutti i manufatti sono dipinti con vernici poliuretaniche bicomponenti all’acqua. Infine, anche sotto il profilo della gestione dei rifiuti e degli scarti di produzione tutto è organizzato attraverso una raccolta differenziata che permette il recupero e il riciclo dei materiali. Tutto questo però non ci basta ancora: da quest’anno abbiamo deciso di fare un piano triennale proprio per fare formazione e per essere accompagnati da una società esterna in un percorso che ci porti a spingere ancora di più sulla sostenibilità”.

Per quanto riguarda, invece, il mercato in cui opera e la distribuzione, l’azienda si avvale di partner e rivenditori esterni. “Noi al momento operiamo prevalentemente nel Nord Italia, in particolare in Trentino-Alto Adige, Veneto e Lombardia, ma stiamo cercando di spingerci verso nuovi confini: infatti abbiamo aperto da poco un rivenditore a Roma e alcuni in Svizzera. Venendo al nostro sistema di vendita, per la distribuzione in ambiente trentino ci serviamo di uno spin-off di Cova (che è l’azienda produttrice), ovvero Delta Cucine, con sedi a Trento, Riva del Garda e Cles, e anche di tanti altri concessionari presenti nel nostro territorio. Per le altre regioni sopra citate, invece, ci avvaliamo in toto di rivenditori esterni”, puntualizza Walter Cova.

L’impegno nel sociale

Anche dal punto di vista finanziario tutto va per il meglio. “Per quanto riguarda la sola Cova Cucine, abbiamo incrementato notevolmente il fatturato arrivando nel 2022 a circa cinque milioni, mentre se guardiamo al gruppo nel suo insieme, che ricomprende anche Delta Centro Studio Cucine, arriviamo ad un totale di circa 13 milioni”. In conclusione è d’obbligo ricordare anche l’impegno nel sociale che caratterizza l’azienda: questa infatti sostiene la comunità locale contribuendo all’organizzazione di attività sportive per i ragazzi e sostiene progetti sociali importanti come la Fondazione trentina per l’autismo.

Un’impresa familiare da un lato capace di far tesoro degli insegnamenti tramandati di generazione in generazione e, dall’altro, rispettosa del contesto in cui si trova, che viene preservato e valorizzato sia sul piano ambientale che su quello sociale.  

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .

Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .