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Strategia

Il vantaggio competitivo dipenderà da chi possiede l’AI generativa più avanzata

Il 50% dei ceo dichiara di aver già integrato l’Ai generativa nei prodotti e nei servizi digitali, ma oltre la metà (57%) è preoccupata per la sicurezza dei dati e il 48% teme sulla loro possibile parzialità o accuratezza. Sono alcuni dei risultati emersi dallo studio di Ibm Institute for Business Value, che ha intervistato 3mila ceo di oltre 30 paesi e 24 settori.

L’indagine ha rilevato che quasi la metà degli intervistati identifica la produttività come la loro massima priorità di business (rispetto al sesto posto nel 2022), mentre la modernizzazione risulta essere la chiave per raggiungere i loro obiettivi di produttività, classificandola al secondo posto.

Lo studio annuale sui ceo, ha rilevato che il 75% degli intervistati ritiene che il vantaggio competitivo dipenderà da chi possiede l’Ai generativa più avanzata. Tuttavia, i ceo si trovano ad affrontare barriere fondamentali nella corsa alla modernizzazione e all’adozione di nuove tecnologie, come l’Ai generativa:

“L’Ai generativa può ridurre le barriere all’adozione dell’Ai e metà dei ceo intervistati la sta esplorando attivamente per avviarsi verso una nuova ondata di produttività, efficienza e qualità del servizio in tutti i settori”, ha dichiarato Jesus Mantas, global managing partner di Ibm Consulting.

“I ceo devono valutare i requisiti aziendali in materia di privacy dei dati, protezione della proprietà intellettuale, sicurezza, responsabilità algoritmica e governance al fine di pianificare l’implementazione di casi d’uso emergenti di Ai generativa su larga scala”.

Produttività come priorità assoluta

Quasi la metà degli intervistati (48%) indica la produttività come priorità assoluta per la propria organizzazione (rispetto al sesto posto del 2022). La modernizzazione della tecnologia segue al secondo posto (45%), benché i ceo indichino questa come una delle loro principali sfide.

Per il quarto anno consecutivo, i ceo affermano che i fattori tecnologici rimangono la forza esterna principale che avrà un impatto sulla propria organizzazione nei prossimi tre anni. Per questo si rivolgono sempre più ai leader operativi, tecnologici e dei dati in qualità di decisori strategici.

I ceo pronti ad adottare l’Ai generativa

Alla domanda su quali dirigenti prenderanno le decisioni cruciali nei prossimi tre anni, i ceo identificano i coo (62%) e i cfo (52%). In particolare, l’influenza dei leader tecnologici sul processo decisionale è in crescita – il 38% dei ceo intervistati indica i cio, seguiti da chief technology o chief digital officer (30%) come responsabili delle decisioni più importanti all’interno della propria organizzazione.

Se alcuni dirigenti hanno delle riserve sull’Ai generativa, i ceo si dichiarano pronti ad adottare questa tecnologia con diverse modalità. La metà (50%) di loro dichiara di aver già integrato l’Ai generativa in prodotti e servizi; il 43% la utilizza per comunicare decisioni strategiche, mentre il 36% per prendere decisioni operative.

Mentre il 69% dei ceo intervistati vede ampi vantaggi dell’Ai generativa all’interno della propria organizzazione, solo il 29% dei team esecutivi afferma di possedere le competenze interne per adottarla.

La ridistribuzione della forza lavoro

L’Ai generativa sta alimentando grandi cambiamenti per quanto riguarda la forza lavoro: circa il 43% dei ceo intervistati dichiara di aver ridotto o ridistribuito la propria forza lavoro a causa dell’Ai generativa, mentre un ulteriore 28% indica che intende farlo nei prossimi 12 mesi.

Allo stesso tempo, il 46% di loro ha assunto ulteriore forza lavoro a causa della tecnologia, con un 26% che afferma di avere piani per assunzioni future. Tuttavia, meno di un ceo su tre (28%) ha valutato il potenziale impatto dell’Ai generativa sulla propria forza lavoro, mentre il 36% prevede di farlo nei prossimi 12 mesi.

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