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Per il suo cinquantesimo film Woody Allen porta a Venezia una miscela dei suoi temi più cari dal destino all’amore

È stato uno dei titoli più attesi dell’80° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Il 50esimo film di Woody Allen, Coup de Chance, presentato ieri a Venezia e tra i titoli fuori concorso, è stato accolto con grande entusiasmo, in barba ai timori che avevano spinto Thierry Fremaux a non presentarlo al Festival di Cannes.

“È un grande onore presentare il mio film a Venezia”, ha detto il regista newyorchese di 87 anni, con alle spalle 56 anni di carriera da regista e ancora di più da sceneggiatore, che nel tempo ha raccontato le nevrosi degli americani di Manhattan e ha tratteggiato con ironia e raffinatezza le sfaccettature dell’animo umano. E quella presentata ieri a Venezia è stata definita dal regista un’opera che è “un film poliziesco, una storia di crimine e punizione. Con una dose di romanticismo, ovviamente”.

Woody Allen: “Avrei ancora tante idee ma non so se ho l’energia per cercare i finanziamenti”

I temi portanti sono quelli cari a Woody Allen: è il caso che regola le nostre vite, la fortuna esiste e noi possiamo fare davvero poco di fronte al destino, l’amore è la spinta propulsiva all’atto creativo.

Qualche tempo fa, a Variety il regista newyorkese aveva confessato che sta pensando di ritirarsi per la difficoltà di reperire i fondi per produrre i suoi film (in America è osteggiato dopo che le accuse di sua figlia Dylan sono tornate alla luce in seguito al #MeeToo): “Avrei ancora tante idee ma non so se ho l’energia per andare in giro a cercare i finanziamenti”. Eppure a Venezia in sala stampa, davanti ai giornalisti (che lo hanno molto applaudito), si è mostrato più ottimista e ha parlato di futuro: “Ho una buona storia per un film ambientato a New York. Dunque se qualcuno viene fuori dall’ombra e si propone di produrre un film accettando le mie folli regole, è più che benvenuto”.

Ma quali sarebbero queste ‘folli’ regole? “Che chi mi vuole dare dei soldi non può leggere la sceneggiatura, mi deve dare i soldi e fidarsi. Se ricevessi una telefonata per fare un film in Islanda o avessi un’idea per fare un film in tedesco lo farei. Mi è piaciuto molto lavorare in Europa e sono pronto a nuove occasioni”. 

Il film presentato al Festival

Il film è girato in Francia e, come già diversi suoi precedenti, da Midnight in Paris a Magic in the Moonlight fino al capolavoro che è stato Match Point, racconta di una coppia apparentemente ideale. Fanny (Lou de Laâge), che lavora in una casa d’aste e Jean (Melvil Poupaud), un uomo che crede di risolvere tutto grazie ai suoi soldi e che, di lavoro, “fa diventare ancora più ricchi i ricchi”. Professionalmente affermati, vivono in uno splendido appartamento in un quartiere esclusivo di Parigi e sembrano innamorati come quando si sono conosciuti.

Ma il castello crolla quando Fanny si imbatte per caso in Alain (Niels Schneider), un ex compagno di liceo che era innamorato di lei da adolescente, viene travolta dalla passione e medita di lasciare il marito. Nel cast anche Valérie Lemercier nei panni della madre di Fanny. 

L’amore per il cinema francese

Ma perché un film girato in Francia e in lingua francese? Allen ha detto: “Avevo scritto il film pensando a due americani che vivono a Parigi ma poi ho pensato di regalarmi un film in francese, per il mio cinquantesimo film. Quello che conta è la qualità della recitazione quindi non è stato difficile per il fatto di usare una lingua diversa. Del resto, quando ero giovane i film che mi hanno più influenzato sono stati di autori francesi, italiani, svedesi.

È vedendo quei film ho capito che volevo fare il regista. Volevamo tutti essere europei all’epoca e fare cinema come loro. Ho ammirato tanto Truffaut, Renoir, Godard e volevo unirmi a questo gruppo, ho trovato aiuto ed ecco che è arrivato il film. Tutta la mia vita ho provato a fare film di questo tipo. Mi sono divertito tantissimo, era come essere #MeeToo un filmmaker europeo”.

Il caso e la fortuna giocano un ruolo fondamentale nelle nostre vite, dunque. Questi sono temi che sono sempre stati alla base dei film di Woody Allen, soprattutto gli ultimi. E il grande regista newyorchese si ritiene un uomo fortunato.

“Ho avuto due genitori molto bravi, dei buoni amici, una moglie meravigliosa e due figlie. Tra pochi mesi avrò 88 anni e non sono mai stato in ospedale. Quando ho iniziato a fare film le persone hanno enfatizzato tutti i lati positivi del mio lavoro e sono stati molto generosi, ho avuto molta fortuna coi film e ho ottenuto più attenzione e premi più di quanto meritassi. Almeno fino a oggi”, ha continuato, ironicamente, in conferenza stampa.

Il tema della morte

E poi c’è il tema della morte, che torna sempre nella sua filmografia, dice: “con la morte c’è poco da fare, è una brutta storia. Non esiste una vera via d’uscita né attraverso la scienza, né la filosofia e neppure l’ironia. Meglio non pensarci troppo. Sono convinto che sia la cosa migliore da fare”.

Le polemiche di Cannes

Sulle controversie rispetto alla distribuzione (Cannes non ha voluto distribuirlo, per non parlare di come lo hanno trattato gli americani), si è anche espresso il grande direttore della fotografia di molti dei suoi film Vittorio Storaro.

“Sono scandalizzato e indignato che Cannes abbia scelto di non presentare il suo ultimo film a causa di accuse dalle quali Woody Allen è già stato assolto due volte, per una sensibilità nata con il # MeeToo che sta portando alla luce problemi sistemici reali ma sta anche facendo molti danni ingiusti. Una caccia alle streghe che va oltre i limiti del buon senso”.

Il film sarà distribuito nelle sale cinematografiche francesi a partire dal 27 settembre 2023 e in quelle italiane dal 6 dicembre.

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