Giorgio Armani
Money

Armani, un documento riservato rivela l’assetto per il dopo Giorgio. Non è escluso lo sbarco in Borsa

C’è grande attenzione, ultimamente, sulla compagine della holding Armani. Già nelle scorse settimane, L’Economia del Corriere aveva parlato di “due categorie di azioni prive del diritto di voto” introdotte nella futura “Giorgio Armani S.p.A”, ovvero quella che nascerà dopo la morte di Giorgio Armani.

A deliberarlo, era stata l’assemblea straordinaria della società con una decisione che aveva determinato una struttura del capitale più flessibile, con l’eventuale apertura a soggetti di puro investimento (senza poteri decisionali) a fianco di chi possiede il capitale votante.

Nel 2016, va considerato che lo stilista di 89 anni e socio al 99,9% (lo 0,1% fa capo alla Fondazione Giorgio Armani) aveva costituito inoltre la Fondazione Giorgio Armani, tracciando un quadro della successione particolarmente definito.

Il documento riservato diffuso dal Corriere

È notizia di oggi invece quella secondo cui, come riporta il Corriere in un’esclusiva, nel futuro di Armani potrebbe esserci anche la Borsa. L’informazione trapela da un documento riservato, secondo cui dopo la morte di Giorgio Armani la holding darà “priorità allo sviluppo continuo a livello globale del nome Armani”, alla “ricerca di uno stile essenziale, moderno, elegante e non ostentato”.

L’azienda, precisa il Corriere, avrà sei categorie di azionisti nel capitale, tutti uguali davanti al dividendo (solo “il 50% degli utili netti verrà ripartito”), ma alcuni avranno il triplo dei voti e il diritto a nominare l’amministratore delegato. Anche se la società si è rifiutata di commentare, sappiamo che lo statuto sarà formalmente adottato “con effetto dalla data di apertura della successione del signor Giorgio Armani”.

Altri dettagli dello statuto

I soci A avranno il 30% del capitale, quelli F il 10%, tutti gli altri il 15% a testa. Ma ogni azione A darà diritto a 1,33 voti e ogni F a 3 voti. Dunque A+F pur con il 40% del capitale avranno oltre il 53% dei voti nelle assemblee. Inoltre i soci A hanno diritto di nominare tre consiglieri, tra cui sarà scelto il presidente, e gli F due consiglieri, tra cui verrà tratto l’amministratore delegato, su un board fissato a otto membri.

Come riporta il Corriere, è probabile che in queste due categorie di azioni si collocherà la Fondazione Armani.

Basta invece la maggioranza assoluta dei presenti in cda per l’approvazione del bilancio mentre per fusioni, scissioni, modifiche dello statuto e aumenti di capitale occorre il 75% dei voti in assemblea straordinaria. Per le scelte dei responsabili stile uomo e donna la procedura coinvolge infine tutte le categorie ma anche qui, A e F hanno un determinante potere di veto.

I nipoti di Armani e l’incrocio con gli Agnelli

Lo stilista non ha eredi diretti. I tre nipoti sono Silvana e Roberta, figlie del fratello Sergio scomparso anni fa e il figlio della sorella Rosanna, Andrea Camerana. Quest’ultimo condivide con John Elkann il trisnonno Giovanni Agnelli, tra i fondatori della Fiat.

Oltre ai parenti, nel consiglio di Armani ci sono il manager e amico, Pantaleo Dell’Orco, e l’imprenditore Federico Marchetti, fondatore di Yoox. Non essendoci tuttavia quote di legittima da soddisfare, Giorgio Armani potrà disporre liberamente del suo patrimonio.

Il ‘no’ secco all’ipotesi di vendita ai francesi

Lo scorso mese, in un’intervista rilasciata al Financial Times, lo stilista nato a Piacenza aveva parlato del futuro del suo marchio, chiarendo in maniera tassativa i dubbi relativi una presunta vendita dell’azienda.

“Senza di me? Non penso che tutto ciò si possa replicare”, aveva detto. “So che l’azienda Giorgio Armani è identificata con me, quindi è mia responsabilità assicurarmi che ciò continuerà e che l’azienda avrà un’impronta che somiglierà al signor Armani”.

In particolare, l’imprenditore ha fugato ogni dubbio su una possibile vendita del gruppo a un conglomerato del lusso francese: “Questi gruppi francesi vogliono fare tutto, non lo capisco… è un po’ ridicolo”, aveva detto. “Perché dovrei essere dominato da una di queste strutture gigantesche che mancano di personalità?”.

I numeri di Armani oggi

11,2 miliardi di dollari: questo il patrimonio secondo Forbes di Giorgio Armani, che stando alla Billionaires 2023 si posiziona al 157esimo posto. In Italia è la seconda persona più ricca, dopo Giovanni Ferrero.

Il gruppo Armani ha chiuso il 2022 con un fatturato consolidato di 2,35 miliardi di euro, in aumento del 16,5% rispetto al 2021. L’utile netto ante-imposte si è attestato infine a 218 milioni di euro, in aumento del 16,4% rispetto al 2021 e del 24,5% rispetto ai livelli pre-pandemici registrati nel 2019.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .

Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .