Cinque anni fa l’adozione di un Adeguato assetto organizzativo, amministrativo e contabile è stato introdotto nel codice civile come un obbligo per tutte le imprese societarie. Si tratta di procedure e best practices (ovviamente “assistite” da una piattaforma informatica dedicata) per la rilevazione e la misurazione dei rischi imprenditoriali, onde intervenire tempestivamente per la loro mitigazione.
Un obbligo snobbato per troppo tempo, complice anche la crisi pandemica e le sue emergenze contingenti. Ma ora, finalmente, sembra venuto il tempo in cui l’adozione degli adeguati assetti troverà in Italia la centralità che esso merita nell’indispensabile processo di rinnovamento della cultura economica.
Lo scorso 1° agosto è stato infatti pubblicata la Prassi di riferimento, in accordo con l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano. Si tratta delle linee guida – attese da tempo – dedicate all’introduzione di queste procedure nelle Pmi, la gran parte delle quali è – al riguardo – ancora in clamoroso ritardo. Ne abbiamo parlato con Giuseppe La Scala, fondatore di La Scala Società tra avvocati.
Quali sono oggi i rischi principali per le aziende e come gestirli?
La complessità e la volatilità senza precedenti dei mercati – di tutti i mercati – rendono le imprese più vulnerabili. Il che fa sorgere la necessità di attrezzarsi in modo molto più raffinato del passato per difendersi dalle congiunture sfavorevoli e cercare quel “successo sostenibile” che sarà il nuovo paradigma dell’attività d’impresa. Ecco perché abbiamo bisogno di imprese attrezzate e resistenti di fronte alle inevitabili difficoltà che incontrano sempre più spesso nel loro percorso. Chi pensa di adeguarsi, adottando magari procedure e piattaforma minime, da affidare e risorse impreparate e utilizzate al regime più basso possibile, compie lo stesso errore di chi adotta Modelli 231 acquistati in un hard discount.
Quali le azioni da mettere in campo e quali gli investimenti necessari a livello organizzativo, di software e personale?
È necessaria la volontà di affrontare questo momento alzando l’asticella, volando alto e sottoponendosi a una metodica e impietosa disamina dei propri punti di debolezza. Cosa possibile a patto di dar vita a un sistema di collaborazione virtuosa con banche e consulenti. Nel primo caso, le norme comunitarie impongono processi di valutazione del merito creditizio molto più continuativi e lungimiranti. Seguono criteri oggettivi e predittivi contemporaneamente. Le nuove prassi di riferimento sottolineano testualmente: “Nell’attuale contesto economico e normativo è richiesto alla governance delle Pmi italiane di attuare un vero e proprio cambiamento culturale nella gestione aziendale poiché a una governance basata, molto spesso, sull’esperienza e la capacità intuitiva di coloro che guidano l’azienda, per obbligo normativo e per le istanze degli stakeholder, è imposto di adottare un sistema di principi, regole e procedure scritte che consentano di rilevare e monitorare in modo evidente e condivisibile la realizzazione dei piani strategici predisposti per lo sviluppo futuro”. Si tratta dunque di adottare un approccio basato sul rischio anche perché “l’adozione di un assetto adeguato, al di là degli obblighi normativi, costituisce un punto di forza strategico in ogni fase della vita di un’impresa, indice della presenza di una cultura aziendale che accresce la sua credibilità sul mercato e presso i differenti interlocutori”, prosegue il testo.
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