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Così Italmatch affronta la sfida della digitalizzazione

Articolo tratto dal numero di ottobre 2024 di Forbes Italia. Abbonati!

La trasformazione digitale guida l’innovazione e la crescita globale, rappresentando una sfida cruciale per le aziende contemporanee. Un processo che sta ridefinendo le modalità operative e i modelli di business tradizionali. Italmatch Chemicals, gruppo della chimica di specialità, fondato nel 1998 a Spoleto e con sede centrale a Genova, ha raccolto da tempo questa sfida.

L’azienda è specializzata in additivi per il trattamento acque, lubrificanti, oil & gas e ritardanti di fiamma per le materie plastiche, con una particolare attenzione alle soluzioni sostenibili e circolari. Opera attraverso 20 stabilimenti produttivi e sette centri di ricerca e sviluppo in tutto il mondo.

Lo sviluppo dal punto di vista digitale ha accelerato questa evoluzione e permesso a Italmatch di mantenere una posizione competitiva sul mercato e con una forte attenzione a innovazione e sostenibilità dei processi. Lo dimostrano i numeri, con il passaggio, dal 1998 a oggi, da 30 a 1.100 dipendenti e da 20 a 700 milioni di euro di fatturato.

Una crescita sia per linee interne, grazie alla ricerca e sviluppo, che per m&a, con dieci operazioni negli ultimi sette anni. Quanto sia stata importante la trasformazione digitale lo spiega Maurizio Turci, direttore generale corporate di Italmatch Chemicals Group, con alle spalle 25 anni di esperienza nelle industrie manifatturiere in diversi paesi.

“La digitalizzazione è un pilastro della nostra strategia di crescita. Viviamo in un mondo sempre più complesso, definito da alcuni studiosi con la sigla Vuca (dalle iniziali dei termini volatile, incerto, complesso e ambiguo in inglese) e da altri come Bani (fragile, ansioso, non lineare e incomprensibile). Non è semplice dire quale sarà il new normal che ci attende. È chiaro, però, come il mondo sia ormai sempre più connesso e competitivo. Per avere un’idea dell’impatto della digitalizzazione sulle nostre vite basta pensare ai 150 zettabyte (migliaia di miliardi di miliardi di byte, ndr) di dati prodotti nel mondo nel solo 2024, di cui le aziende elaborano solo l’1%. Da questo capiamo quanto sia importante la digitalizzazione per restare all’avanguardia. Per Italmatch non rappresenta un’iniziativa isolata. Poiché operiamo in tutto il mondo, si tratta di una leva strategica per mantenere la competitività in un mercato in continua evoluzione come quello chimico. La digitalizzazione ci permette di essere più flessibili, di rendere più efficienti i processi operativi e aumentarne la sostenibilità”.

Qual è stato il percorso che ha portato oggi Italmatch a essere un gruppo leader su scala globale e quali sono stati i fattori decisivi?

Il nostro percorso è iniziato nel 1998 con un buy-out su un piccolo stabilimento focalizzato sulla produzione di derivati del fosforo per fiammiferi, a Spoleto. Negli anni ci siamo espansi grazie alla r&s e tramite una serie di acquisizioni che ci hanno permesso di crescere a livello sia nazionale che internazionale. La nostra prima grande acquisizione è avvenuta nel 2007, quella dello stabilimento ex AkzoNobel di Arese, vicino a Milano. È stata una svolta cruciale che, grazie anche al supporto dei fondi di private equity, ha dato inizio a un processo di centralizzazione delle nostre operazioni in ambito digitale. Oggi abbiamo adottato un modello integrato di digitalizzazione e stiamo portando avanti numerosi progetti che coinvolgono diverse aree aziendali: gestione automatizzata dei processi di supply chain, procurement, planning degli stock e business intelligence, nuovi modelli per l’area sales con crm adeguati, efficientamento dei processi finanziari e digitalizzazione delle risorse umane con strumenti di talent retention.

Quanto incide la digitalizzazione sulla supply chain, anche in relazione a un tema oggi essenziale come la sostenibilità?

Per Italmatch, che ha impianti e uffici in 16 paesi e oltre duemila tra clienti, partner e fornitori, questo aspetto è fondamentale. Il nostro focus sulla trasformazione digitale si inserisce in un approccio integrato a livello di gruppo in termini di sostenibilità. Per questo stiamo lavorando per introdurre un sistema informatizzato che ci permetterà di gestire le operazioni di approvvigionamento delle materie prime e il rapporto con i fornitori in maniera ancora più efficiente e sostenibile. Ci consentirà di ottimizzare la pianificazione aziendale e garantire maggiore tracciabilità nella relazione con i partner, per creare una supply chain sicura, equa e trasparente.

Quali sono le vostre visioni per il futuro e cosa vi attendete da queste trasformazioni in termini di crescita aziendale?

Dal punto di vista tecnologico continueremo a investire nella digitalizzazione, esplorando in particolare le possibilità offerte dall’intelligenza artificiale. Riteniamo possa portare benefici enormi, ma che vada usata in modo consapevole e inquadrata in una governance responsabile. Sul fronte della sostenibilità vogliamo continuare a essere protagonisti. L’ottimizzazione delle operazioni, la riduzione delle emissioni e la ricerca di nuovi processi a basso impatto sono e saranno ancora temi prioritari. Vogliamo continuare a essere un punto di riferimento nel settore e siamo convinti che la strada intrapresa ci consentirà di mantenere la leadership nel mercato. Tutto questo sarà possibile anche grazie all’integrazione tra capitale umano e tecnologico. A livello di sistema Paese auspichiamo sempre maggiori investimenti in competenze digitali. Come Italmatch, invece, stiamo implementando nuovi schemi operativi e di leadership, favorendo la collaborazione intergenerazionale con progetti di reverse mentoring, upskilling e reskilling. Un’integrazione tra colleghi esperti e generazioni Y e Z, e presto anche Alpha, che contribuiscono, con nuove sensibilità sempre più digitali, alla promozione di una cultura di innovazione continua.

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