Articolo tratto dal numero di novembre 2024 di Forbes Italia. Abbonati!
Accedere alle prestazioni sanitarie è sempre più difficile, tra tempi di attesa che si allungano e un servizio sanitario pubblico che dimostra di non riuscire sempre a rispondere a tutte le esigenze degli utenti. Una situazione che contribuisce e rendere più ampio lo spazio per i privati.
Secondo l’Istat, in Italia nel 2023 abbiamo avuto 176 miliardi di euro di spesa sanitaria, coperti per il 74% dalla pubblica amministrazione, per il 3% dalle assicurazioni e per il 23% dai risparmi delle famiglie. Ecco dunque che il welfare aziendale diventa un valore aggiunto in grado di risultare attrattivo per le professionalità in cerca di impiego.
I diversi livelli di assistenza sanitaria
Ma per le aziende gestire un’assicurazione sanitaria tradizionale può essere problematico. È in questo che All Well si vuole proporre come insurtech all’avanguardia, in grado di semplificare l’accesso e la gestione dell’assistenza sanitaria integrativa per tutte le categorie di dipendenti e amministratori di aziende di ogni dimensione.
L’offerta si estende a diversi livelli di copertura sanitaria, adatti sia agli impiegati che al middle management e al board aziendale. I piani includono garanzie di rimborso spese mediche ospedaliere, extraospedaliere e dentarie. “La sanità in Italia è ancora fortemente sostenuta dalla pubblica amministrazione come fonte di finanziamento”, spiega Flavio De Laurentis, co-founder e managing director di All Well.
“Tra le fonti di finanziamento privato, il cosiddetto out of pocket, cioè i risparmi propri, è predominante rispetto alle assicurazioni: tra quanti si affidano alla sanità privata, nove su dieci lo fanno con risparmi propri anziché proteggersi con un’assicurazione. Rispetto a dieci anni fa, il pubblico ha gradualmente ridotto il suo supporto relativo, mentre le assicurazioni hanno aumentato del 100% la loro rilevanza come fonti di finanziamento delle spese sanitarie, così come, purtroppo, l’out-of-pocket, cresciuto in termini assoluti del 21%”.
Un cambiamento culturale
Tutto ciò a differenza di altri paesi, dove l’assicurazione salute è già obbligatoria. Ma anche in Italia si assiste a un graduale cambiamento culturale che, secondo De Laurentis, vede le aziende in prima linea:
“Sempre più imprese, anche le pmi, iniziano a considerare l’assicurazione salute all’interno del welfare aziendale come supporto tangibile per i dipendenti e le loro famiglie. Questo aiuterà a ridurre l’utilizzo dei risparmi personali come fonte di finanziamento della sanità, sollevando dalle cure di questa fascia di popolazione il sistema sanitario nazionale. In questo modo il servizio pubblico potrà dedicare i fondi alla cura dei più anziani, che per natura rappresentano un rischio non assumibile dalla maggior parte delle compagnie assicurative”.
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