L’attore racconta sfide e opportunità del settore audiovisivo, tra investimenti, sostegni pubblici e libertà creativa
Contenuto tratto dal numero di ottobre 2025 di Forbes Italia. Abbonati!
di Lucia L0ffredo
Pier Giorgio Bellocchio è attore e produttore di spicco. In questo dialogo con Forbes Italia affronta i temi cruciali dell’economia, dello spettacolo, della produzione cinematografica, del rapporto tra arte e mercato, tra difficoltà e opportunità. “L’arte e la cultura”, afferma, “devono dialogare con il mercato, senza essergli asservite”.
Bellocchio, classe 1974, ha debuttato come attore a sei, con la regia del padre, in Vacanze in Val di Trebbia e Salto nel vuoto. Nella sua carriera ha recitato in oltre 40 film (tra cui La Balia, Buongiorno Notte, Vincere, Diabolik), sia per il cinema che per la televisione. Non sono mancate le esperienze teatrali, con lunghe tournée. Gli è molto cara quella con Vanessa Scalera per Autobiografia erotica di Domenico Starnone.
Oltre al percorso da attore, porta avanti, in parallelo, quello da produttore. “Produrre spettacolo significa unire creatività, risorse finanziarie, organizzative e tecnico-logistiche”, dice. “Il talento artistico da solo non basta: serve una struttura capace di supportare la creazione, promuoverla e valorizzarla”.
Lei è figlio di un grande regista come Marco Bellocchio. Ha mai immaginato la sua vita lontano dal set?
No. Il cinema è stato molto più forte. Non c’è mai stata, nella mia testa, un’altra opzione rispetto al cinema. Non so dire se sia stato un bene o un male.
Come ha iniziato la carriera di produttore?
Ho fatto la gavetta sul set in altro modo, come operatore. Poi sono andato avanti come aiuto assistente. Ma a metà anni ‘90 sono successe due cose. Ho partecipato come regista al film collettivo Degenerazione e mi hanno chiesto di dare una mano in produzione. Contemporaneamente mio padre aveva bisogno di un socio nella sua casa di produzione Albatros e mi ha coinvolto. Non conoscevo bene il mestiere e mi sono messo a studiare. Mi ha aiutato un grande produttore come Enzo Porcelli. Così ho strutturato la mia formazione tecnica e a 19 anni ho prodotto da solo il mio primo film, Il principe di Homburg, diretto da mio padre. Da allora non mi sono più fermato.
Ora lei, con altri soci, ha una casa di produzione che si chiama Mompracem. Come è nata?
Mompracem esisteva già prima del mio arrivo. È nata nel 2006: i soci erano Marco e Antonio Manetti, Carlo Macchitella (compianto fondatore di Rai Cinema e 01 Distribution) e Ian Mojto, produttore tedesco. Mi hanno corteggiato a lungo chiedendomi di collaborare, ma la cosa mi faceva paura. In quel periodo, poi, ero impegnato in una tournée teatrale. Durante le repliche mi sono rotto una gamba e mi sono dovuto operare. Così, fermo a Roma per la riabilitazione, sono andato a trovarli nei loro uffici. Sono entrato con le stampelle alla Mompracem nel 2017 e non sono più uscito.
Mompracem ha prodotto film come Diabolik e Ammore e malavita dei Manetti Bros, documentari, cortometraggi, serie televisive. Come si sceglie un film da produrre?
Noi, per scelta, non portiamo avanti un’idea senza che ci sia già un regista. La storia è importante, ma per noi conta anche come farla. Abbiamo bisogno di capire chi gestirà e con i registi strutturiamo un rapporto che vada avanti nel tempo. Negli ultimi anni siamo cresciuti e il nostro percorso si è avvicinato a progetti più impegnativi. Un esempio è il nuovo film di Daniele Vicari, Ammazzare stanca, che da poco abbiamo presentato al Festival di Venezia, o la produzione del nuovo film di Francesco Patierno.
Dove si trovano i fondi per produrre un film e come si può convincere un investitore a partecipare a un progetto?
Un produttore investe se stesso nel progetto, con la sua sensibilità, e certamente lo fa con i suoi stessi soldi nel momento in cui opziona un soggetto e ne acquista i diritti. Investe così nel potenziale artistico dell’opera, dando il via a un percorso di crescita e valorizzazione che coinvolge autori, registi e produttori. Chi investe nel cinema deve anche capire che tipo di industria è. Noi non vendiamo un prodotto che può dare un immediato e sicuro rientro economico, quindi ci vuole un forte coinvolgimento, una preparazione e un desiderio, anche da parte dell’investitore. Non voglio spaventare, ma voglio aprire le porte alla passione per il cinema a nuovi produttori che devono essere consapevoli e innamorarsi di quest’arte. Produrre vuol dire dare valore a una storia: il successo economico non è mai scontato.
Il finanziamento pubblico è davvero una leva strategica per la crescita dello spettacolo in Italia?
Il finanziamento pubblico nel cinema italiano è assolutamente fondamentale: non si tratta di un’eccezione, ma di una realtà consolidata che riguarda tutti i settori produttivi del Paese. Nonostante il supporto sia diffuso ovunque, il cinema viene spesso criticato e percepito come un ambito privilegiato, associato alla suggestione del tappeto rosso e la vita da star.
Strumenti come il tax credit, con bonus fiscali fino al 30%, sono spesso al centro del dibattito politico.
La normativa sul tax credit, così com’era stata ideata, venne rafforzata durante la pandemia per sostenere un settore a rischio e che, in parte, è riuscito a riprendersi anche grazie ai protocolli di sicurezza adottati.
Col ritorno alla normalità, la riforma della legge è stata gestita troppo lentamente, causando una sorta di ‘bolla’ che ora si sta sgonfiando: il settore sta finalmente tornando ai livelli e ai numeri pre-pandemici.
Il finanziamento pubblico è fondamentale, ma deve essere erogato con criteri chiari e trasparenti, evitando sprechi e favoritismi. È fondamentale sostenere l’incontro tra pubblico e privato, incentivando il mecenatismo, le sponsorizzazioni, il coinvolgimento delle aziende. Non sono dell’idea di distribuire finanziamenti a pioggia. Non credo nella necessità di far esordire con un’opera prima 100 giovani registi senza permettergli una continuità lavorativa. Credo sia più intelligente selezionare le persone a monte e farle crescere. Costruire: questa mi sembra la parola più adatta.