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17 novembre 2025
Gli strumenti AR guidati da algoritmi assistono i medici con dati, riducono rischi e permettono supporto remoto nelle procedure complesse.
Gary Gambassi – BRANDVOICE | Paid program
Con oltre quindici anni di esperienza nei principali centri europei, Gary Gambassi ha assistito a un susseguirsi di innovazioni in campo chirurgico. Ma poche, racconta, hanno avuto l’impatto degli occhiali intelligenti potenziati dall’intelligenza artificiale. “In un’epoca in cui l’AI sta ridefinendo i confini della medicina, questi dispositivi stanno diventando strumenti indispensabili”, spiega.
Collegati alla rete e supportati da algoritmi avanzati, gli occhiali intelligenti non solo forniscono dati in tempo reale – come misurazioni preoperatorie e parametri vitali – ma proiettano direttamente nel campo visivo del medico l’anatomia della zona operata, riducendo margini d’errore e tempi di intervento. Mentre i modelli consumer catturano l’attenzione del grande pubblico, è nel settore medico che si stanno registrando le applicazioni più rivoluzionarie, trasformando le sale operatorie in ambienti ad alta tecnologia.
La tecnologia alla base: AR e AI per un supporto istantaneo
Questi occhiali, noti come smart glasses o AR glasses, integrano schermi trasparenti che sovrappongono informazioni digitali alla realtà fisica. Grazie alla connessione internet e all’intelligenza artificiale, possono accedere a database medici, elaborare immagini da scansioni preoperatorie (come TAC o risonanze magnetiche) e fornire guide visive estremamente precise.
“Durante un intervento ortopedico posso visualizzare misurazioni esatte o la disposizione delle strutture ossee senza distogliere lo sguardo dal paziente”, spiega Gambassi. “Questo consente di mantenere un ambiente sterile e ridurre il rischio di complicazioni”.
Uno studio recente ha rilevato che il 49% dei chirurghi ritiene che questi dispositivi possano ridurre complicazioni e mortalità intraoperatoria, grazie a un accesso immediato a informazioni cliniche dettagliate. I nuovi modelli del 2025 enfatizzano leggerezza, autonomia e un’integrazione AI ancora più avanzata: pesano meno di 100 grammi e sono progettati per resistere agli ambienti sterili, con comandi vocali hands-free per preservare l’igiene.
“L’intelligenza artificiale non si limita a elaborare dati,” aggiunge Gambassi, “ma apprende dagli interventi precedenti, offrendo suggerimenti personalizzati basati su pattern storici, come calcoli ottimali per l’impianto di protesi”.
Modelli leader: l’innovazione in azione
Tra le soluzioni emergenti, diversi dispositivi vengono oggi impiegati in chirurgia ortopedica e telemedicina, offrendo overlay di immagini 3D e possibilità di guida remota. In collaborazione con sistemi di navigazione avanzati, alcuni modelli consentono di eseguire interventi complessi al ginocchio con precisione in tempo reale, migliorando significativamente gli esiti operatori.
Un caso recente in Italia ha visto un’équipe chirurgica ridurre del 15% il tempo di un intervento ortopedico grazie all’utilizzo di smart glasses. Altri approcci proiettano immagini endoscopiche e TAC direttamente nel campo visivo, eliminando la necessità di monitor esterni e riducendo i tempi chirurgici.
Nel campo della chirurgia spinale, alcuni modelli utilizzano un singolo C-arm per la navigazione AR, minimizzando l’esposizione alle radiazioni e garantendo una precisione inferiore ai 2 millimetri. In questi casi, l’AI localizza lesioni con accuratezza “GPS-like”, proiettando distanza, direzione e angolo: un supporto ideale per interventi di protesi articolare.
Le soluzioni per la collaborazione remota stanno inoltre ridefinendo il concetto di formazione chirurgica. Grazie a connessioni in tempo reale, esperti possono guidare procedure da migliaia di chilometri di distanza, visualizzando le stesse immagini del chirurgo in sala operatoria. “È una nuova era per la telemedicina e per l’insegnamento chirurgico internazionale”, sottolinea Gambassi.
Alcuni modelli, infine, permettono di sovrapporre ologrammi 3D dell’anatomia del paziente, oggi utilizzati in neurochirurgia e nei programmi di training. Queste applicazioni si sono dimostrate efficaci sia in simulazioni che in interventi reali, riducendo errori e facilitando le teleconsulenze.
Benefici e sfide: verso un futuro più sicuro
I benefici sono molteplici: riduzione dei tempi operatori, minimizzazione delle radiazioni e degli errori umani – come la somministrazione errata di farmaci, che negli Stati Uniti causa ogni anno oltre 1,3 milioni di incidenti. L’AI aggiunge un ulteriore livello di sicurezza analizzando i dati in tempo reale, con accuratezza che in alcuni casi raggiunge il 99,6%.
“Questi dispositivi possono realmente ottimizzare l’allineamento protesico e ridurre le revisioni post-operatorie”, osserva Gambassi. Tuttavia, le sfide non mancano: connettività stabile, costi ancora elevati e un’adozione limitata negli ospedali rappresentano i principali ostacoli da superare.
In conclusione, mentre il 2025 segna un punto di svolta per la diffusione degli occhiali intelligenti in ambito chirurgico, il loro impatto si preannuncia profondo, promettendo interventi più precisi, sicuri e accessibili. “È come avere un secondo paio di occhi nel caos della sala operatoria”, afferma Gambassi. “Il futuro della medicina è letteralmente davanti ai nostri occhi – e siamo solo all’inizio di questa rivoluzione”.