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La storia della collezione d’arte Rockefeller, all’asta per beneficenza

David e Peggy Rockefeller

La collezione di una delle più importanti famiglie americane andrà all’asta da Christie’s a New York nella tarda primavera: si tratta della raccolta di opere di David e Peggy Rockefeller, eredi dell’omonima famiglia, proprietaria di quella che fu la Standard Oil. All’asta andranno più di 2.000 oggetti appartenuti al banchiere filantropo, e il ricavato verrà distribuito fra una decina di organizzazioni di beneficenza.

Data l’assoluta eccezionalità dell’occasione, Christie’s ha organizzato un tour mondiale della collezione che a partire da Londra (dal 21 febbraio all’8 marzo) passerà per Pechino (dal 6 al 7 di aprile) per tornare negli Usa e in Cina, fino alla data in cui verrà sottoposta al martello del battitore in tarda primavera al Rockefeller Center di New York.

Jean-Auguste-Dominique Ingres (1780-1867), Louise Sophia Enrietta Catharina Ritter (Fräulein Ritter), 1817

David Rockefeller è il nipote di John Davidson Rockefeller, il primo billionare d’America, detentore di quel monopolio del petrolio che aveva permesso al Paese di prosperare assicurandogli energia a un costo relativamente basso. La famiglia era proprietaria del famoso Standard Oil Building, definito dagli americani The world’s most famous business address, che si trovava al numero 26 di Broadway. L’edificio passò di mano durante la crisi del ’29, quando la famiglia soffrì di alti e bassi finanziari, che mai riuscirono però a intaccare del tutto la sua fortuna.

Lepri di origine cinese del periodo Qianlong (1736-1795).

Essere miliardari nell’America del secolo scorso significava coniugare la ricchezza con la filantropia e con la condivisione a favore della collettività. Si deve al padre di David la costruzione della Riverside Church, celebre per le prediche di Martin Luther King, e il notissimo Rockefeller Center nel centro di Manhattan: gli uffici della compagnia di famiglia si spostarono nel dopoguerra al Rockefeller Plaza, conosciuta come 30 Rock, dove l’azienda occupava tre piani, chiamati da tutti Room 5600.

Henri Matisse, Odalisque couchée aux magnolias

Se la storia dei Rockefeller fa sognare, lo fa ancora di più la sua splendida collezione. La fortuna ereditata permise a David di accumulare nel dopoguerra una collezione comprendente opere della migliore arte europea (dagli impressionisti francesi ai cubisti), dell’arte moderna americana, per arrivare a includere anche pezzi d’arredamento assolutamente eccezionali, dalle porcellane cinesi, agli argenti, ai mobili vintage statunitensi.

Claude Monet, Nymphéas en fleur

La tradizione culturale della famiglia d’altro canto era eccellente: la madre di David aveva messo parte delle sue energie e dei suoi capitali nella costruzione di una cultura rivolta all’arte contemporanea nel suo Paese. A questo scopo aveva fondato il primo museo ad essa dedicata nella storia degli Usa, ovvero il Moma, in uno degli edifici della famiglia al 10 West della 54esima strada.

Pablo Picasso, Fillette à la corbeille fleurie

David non poteva non figurare nella lista dei principali donors del Moma. La leggenda vuole che grazie all’amicizia con l’ex direttore del museo, Alfred Baar, poté costruire gran parte della sua collezione personale, in cui entrò anche l’arte d’avanguardia europea. Il collezionismo di David Rockefeller si configurava innanzitutto come attività privata, ma anche pubblica, che avvalorava l’immagine dell’uomo dotato sì di grande abilità negli affari, ma anche di grande lealtà e serietà. La filantropia era una parte integrante della figura pubblica, in cui egoismo e capacità di essere benefattore costituivano due facce della stessa medaglia. E la beneficenza era anche il viatico per amicizie politiche di rilievo, fra le quali quelle con Henry Kissinger e George H.W. Bush.

La collezione messa all’asta presenta alcuni lotti di pittura dal valore inestimabile: come un’opera di Eugène Delacroix, Tiger playing with a Tortoise del 1862, stimata dai 5 ai 7 milioni di dollari, di rara e eccellente fattura; oppure un’opera di John Singer Sargent, di soggetto veneziano, (San Geremia del 1913) stimata valere dai 3 ai 5 milioni di dollari. Di assoluta eccellenza è infine la collezione nelle porcellane cinesi, tra cui un servizio da cena Tobacco leaf del 1775, valutato attorno ai 200-300 mila dollari. Il catalogo completo dell’asta sarà consultabile all’inizio della touring exhibition.

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