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Papusse Milano, alla scoperta delle nuove calzature artigianali italiane

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(Courtesy Papusse)

“Il buongusto si vede dal mattino” è il motto che accompagna, e rivela, l’anima del marchio di calzature Made in Italy Papusse, gusto per un lusso autentico e una sola mission: rivisitare il modello tradizionale delle scarpe friulane in chiave contemporanea. Le calzature Papusse sono realizzate a mano in prezioso velluto e cucite una ad una da sapienti artigiani secondo un’antica tradizione. I cromatismi del liberty anni Venti, poi, sono uno dei leit motiv delle collezioni, ispirate a una Milano in costante trasformazione. Anima del brand è Carlotta Minuto, poco più di 30 anni, una laurea a pieni voti e una carriera rapidissima, che ha raccontato a Forbes.it i segreti di successo del suo marchio, che su Instagram ha 80mila followers.

Carlotta collabora per diversi anni con Ralph Lauren, dividendosi tra Milano e New York nel ruolo di senior director delle linee lusso per l’Europa, ed in seguito ad un incontro con Giorgio Armani lavora con lui con la responsabilità globale del merchandising di una delle sue collezioni. “Vivendo a stretto contatto con la creatività si percepisce il valore dei capi che definiamo iconici, quelli che non hanno tempo nè stagione come una giacca Armani, un cashmere Loro Piana o una Kelly di Hermès”. Da qui, l’intuizione di elevare le classiche scarpe friulane agli standard del lusso. L’esperienza in America è decisiva anche sotto il profilo etico: “Per quanto riguarda il marketing ho voluto avviare una serie di attività benefiche e lavoriamo con organizzazioni che si occupano dei bambini”.

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(Courtesy Papusse)

Come è nata l’idea di lanciare il brand?

Papusse nasce per valorizzare un’eccellenza del Made in Italy, le scarpe friulane, coniugando una tradizione antica ad una forte vocazione digitale nel rispetto di valori etici e pratiche sostenibili. Ho lavorato diversi anni tra Milano e New York per importanti stilisti e con la maternità ho avuto l’opportunità di interessarmi al digitale. Attraverso piattaforme social come Instagram si è instaurato un dialogo “visivo” e quotidiano, su base globale ed in tempo reale, che mi ha spinto a credere nell’opportunità di un progetto di start up.

Come mai la scelta di questo nome?

Queste particolari calzature sono tradizionalmente chiamate Furlane o “Papusse” e ho ritenuto che il suono di questo termine potesse esprimere lo spirito di un marchio che rappresenta uno stile preciso, aspirando a diventare un “lovemark”. Inoltre la dolcezza del suono si addice all’elemento “Mini Me”, da sempre in collezione e molto amato, con la possibilità di abbinare calzature bimbo alle slippers da adulto.

Qual è l’attuale distribuzione del brand?

Il focus principale è l’online, dove vendiamo direttamente attraverso il nostro e-shop in circa 30 paesi e con partner come Yoox con cui collaboriamo realizzando progetti speciali. Abbiamo inoltre una distribuzione altamente selettiva di boutique multibrand in Europa e USA e con negozi a New York, Southampton e Palm Beach.

Quali sono le tue fonti di ispirazione?

Il marchio è nato in un momento in cui Milano ha iniziato a trasformarsi profondamente (nel 2016, ndr) con nuovi progetti urbanistici e architettonici. La prima fonte di ispirazione è sicuramente il dinamismo della città ed elementi caratteristici del gusto milanese, quali la predilezione per accostamenti sofisticati e mai vistosi.

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(Courtesy Papusse)

Tre aggettivi per riassumere il DNA del marchio?

Timeless, understated, chic. Una buyer ci disse una volta che “con un classico non si sbaglia mai” ed è precisamente il nostro spirito: un classico che si adatta così bene alle occasioni della vita quotidiana da divenire dettaglio irrinunciabile, di tendenza senza mai inseguire le tendenze.

Cos’è per te l’eleganza?

Avendo vissuto a stretto contatto con la creatività e occupandomi dello sviluppo delle collezioni da un punto di vista commerciale, ho sempre percepito fortemente il valore dei capi che definiamo iconici. La versatilità fa sì che esprimano al meglio lo stile personale di chi li indossa, piuttosto che dello stilista o di una moda passeggera, ed è questo che le persone di buon gusto scelgono.

Quali sono i tuoi marchi di riferimento?

Hermès in particolare gli anni di Jean Paul Gaultier, Saint Laurent e tra gli emergenti Tabitha Simmons.

Progetti futuri ? C’è la possibilità di estendere alla categoria maschile?

Così come non abbiamo sposato il concetto tradizionale delle stagioni, offrendo piuttosto una “collezione permanente” che si arricchisce via via attraverso l’introduzione di nuovi colori o edizioni limitate, le nostre slipper sono unisex. Oltre ai lanci di nuovi colori ogni stagione, che ampliano la palette, sveleremo presto una nuova interpretazione attraverso l’utilizzo di materiali preziosi, pur sempre con la costruzione classica delle friulane.

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