Trentadue aziende della moda e del tessile fanno sistema per un obiettivo comune: salvare il pianeta. In occasione del G7 di Biarritz che si è svolto dal 24 al 26 agosto, infatti, le grandi maison e conglomerati del lusso come Chanel, Giorgio Armani, Kering, Prada, Nike, Puma e Salvatore Ferragamo hanno deciso di firmare il Fashion Pact, accordo multilaterale rivolto a tre aree di interesse: clima, biodiversità e oceani. Unica defezione eccellente, per il momento, la rivale di Pinault: LVMH.
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Naturalmente aperto a qualsiasi azienda che desideri contribuire alle sfide ambientali del nostro secolo, il patto si basa sull’iniziativa Science-Based Target che si focalizza su tre temi: arrestare il riscaldamento globale, ripristinare la biodiversità e proteggere gli oceani, riducendo l’impatto negativo del settore della moda (limitando ad esempio l’impiego della plastica monouso). Con lo scopo di rafforzare la collaborazione tra le società private e gli stati nazionali su questi temi caldi.
Alla vigilia del vertice del G7, il presidente francese Emmanuel Macron, accompagnato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze Bruno Le Maire, dal Ministro del Lavoro Muriel Pénicaud e dal vice Ministro della Transizione ecologica e solidale Brune Poirson, aveva invitato all’Eliseo i rappresentanti di 32 società, annunciando la firma del Fashion Pact. Ma ancora prima, per la precisione ad aprile, Macron aveva affidato a François-Henri Pinault, presidente e ceo di Kering, il compito di coinvolgere gli attori più importanti del settore moda con l’obiettivo di mettere a punto goal comuni per ridurre l’impatto ecologico determinato dalla filiera.
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Ecco l’elenco completo delle aziende coinvolte: Adidas, Bestseller, Burberry, Capri holdings limited, Carrefour, Chanel, Ermenegildo Zegna, Everybody & Everyone, Fashion3, Fung group, Galeries Lafayette, Gap inc., Giorgio Armani, H&M group, Hermes, Inditex, Karl lagerfeld, Kering, La Redoute, Matchesfashion.com, Moncler, Nike, Nordstrom, Prada group, Puma, Pvh corp., Ralph Lauren, Ruyi, Salvatore Ferragamo (che fino a marzo 2020 ospiterà al Museo Ferragamo di Firenze la mostra “Sustainable thinking”), Selfridges group, Stella McCartney e Tapestry.
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