Job Trends
Forbes Italia

8 consigli ai giovani per gestire al meglio i colloqui di lavoro

Quando si danno consigli ai giovani, su come approcciare il mondo del lavoro, spesso si fanno ragionamenti sui massimi sistemi, sul tipo di preparazione e sugli ambiti professionali in cui muoversi. Molto corretto, a livello macro, ma i giovani in realtà hanno anche, soprattutto agli inizi, molto bisogno di consigli pratici: si esce dal mondo scolastico impreparati ad affrontare i colloqui di lavoro e si può rischiare di fare dei buchi nell’acqua nonostante una buona preparazione scolastica, semplicemente a causa dell’inesperienza. Ecco i miei consigli per gestire al meglio il colloquio di lavoro:

1. Imparare a gestire il nervosismo. E’ normale sentirsi un po’ stressati a un colloquio, ed è anche positivo avere un certo livello di stress. Meno normale è essere in preda all’ansia, e non “rendere”, panicando. Se questo fosse il caso, è opportuno imparare a gestire il proprio nervosismo: ci sono tanti metodi di rilassamento, a ciascuno il suo.

2. Cv chiaro. Regola base per per il curriculum vitae è che sia chiaro, una massimo due pagine, con una grafica semplice e leggibile. Inutile appensantirlo. Inoltre, il cv deve essere perfetto, senza errori di battitura: capita spesso di vedere dei cv con degli errori, soprattutto in inglese. Meglio farlo rileggere, magari da un amico madrelingua.

3. Inglese: inutile barare. Se si dichiara di parlarlo bene, e il recruiter fa qualche domanda in inglese durante un colloquio in Italiano, non si può balbettare e “cadere dal pero”, come a volte succede. Meglio iscriversi subito a un corso, e correre ai ripari.

4. Look adeguato. Difficile definire qual è un look adeguato, che ovviamente è diverso se si fa un colloquio in una banca d’affari o in un’azienda dello sportswear. Può essere utile pensare al “dress code” della professione per cui facciamo il colloquio, e avvicinarvici il più possibile, con un tocco personale.

5. Domande pertinenti. Un colloquio non è, o perlomeno non dovrebbe mai essere, un esame, ma uno scambio bidirezionale. Se il candidato fa domande pertinenti mostra di essere proattivo, e il colloquio diventa appunto uno scambio interessante.

6. Cercare di lasciare il segno. Senza strafare, è però opportuno cercare di lasciare il segno con quello che si dice, e con la propria personalità. Il recruiter vi ricorderà più facilmente, e con piacere, per questa o per altre opportunità future.

7. Fare vari colloqui. In una lunga carriera capita di fare diversi colloqui, mentre è normale che un junior ne abbia alle spalle ancora pochi. Il mio consiglio è di farne il più possibile, anche per aziende che sulla carta ci interessano di meno: serve molto, si è molto più sciolti, avendo fatto esperienza.

8. Un consiglio finale. In generale un consiglio finale che mi sento di dare ai giovani è di ragionare non solo sui loro hard skill (la preparazione tecnica), ma di lavorare invece fin da subito sul rafforzamento dei loro soft skill e del network professionale: due elementi davvero fondamentali per fare carriera, spesso ingiustamente sottovalutati.

Ascolta Job Trends, il podcast di Roberto D’Incau, su Forbes.it nella sezione dedicata ai podcast, ma anche su Spreaker, Spotify, Apple Podcast e Google Podcast.

 

Tutte le puntate di Forbes Job Trends:

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Per altri contenuti iscriviti alla newsletter di Forbes.it CLICCANDO QUI .

Forbes.it è anche su WhatsApp: puoi iscriverti al canale CLICCANDO QUI .