coronavirus: studio per vaccino o farmaco contro covid-19
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Un farmaco anti-coronavirus presto disponibile e gratuito

(Shutterstock)h

Franco Buonaguro, è il direttore di Biologia Molecolare e Oncogenesi virale dell’ospedale  Pascale di Napoli. Nato a Benevento nel 1952,  ma ormai napoletano d’adozione da più di quarant’anni, ha studiato alla Federico II di Napoli uscendone a pieni voti. La sua missione è stata da subito la lotta ai virus che affliggono il genere umano. Ha collaborato in varie occasioni con Paolo Ascierto, Direttore dell’Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione “Pascale” di Napoli. Oggi è in prima linea nella lotta al coronavirus e sta sperimentando alcuni farmaci, tra cui il Tocilizumab che cominciano a dare una speranza. Forbes lo ha intervistato.


Intanto, com’è la situazione in Italia?

La situazione in Italia non è delle migliori, come dire va bene ma potrebbe andare meglio e i dati a livello nazionale sono confortanti, ma la situazione singola riguardante la Lombardia fa saltare il banco in quanto la maggiore concentrazione di malati si trova lì.

A Napoli avete aperto una speranza.

In collaborazione con i colleghi cinesi, abbiamo avuto una ottima intuizione pensando all’applicazione del farmaco Tocilizumab.

Come siete arrivati ad usare il Tocilizumab?

Abbiamo intuito il potenziale dei farmaci anti-interleuchina 6, classe di cui fa parte Tocilizumab. Sia l’interleuchina 6 che TNF sono citochine coinvolte nel processo infiammatorio del polmone e nel caso della polmonite da coronavirus. In particolare, conosciamo molto bene l’azione di Tocilizumab.

Su quali principi si basa?

Le indicazioni del farmaco sono in questo caso off label essendo nato per altri tipi di malattia che hanno tra gli effetti collaterali alcuni molto simili alle polmoniti del covid-19. Noi che in Istituto facciamo immunoterapia, lo utilizziamo nelle tossicità da alcune immunoterapie importanti, come per esempio le Car-T che hanno effetti collaterali, tra cui la sindrome da rilascio delle citochine, che sono molecole proteiche. Quando induciamo un’attivazione forte del sistema immunitario, se ne producono tante. Il principio semplice è un immunosoppressore che facilita la risposta al virus e quindi da tempo al sistema immunitario del paziente di reagire.

Su quanti pazienti lo avete testato?

Ai primi due abbiamo somministrato il farmaco prima l’intubazione ad uno mentre all’altro un giorno dopo essere stato intubato e la risposta è stata rapida. Nel giro di 24 ore i pazienti hanno mostrato importanti miglioramenti che avrebbero anche potuto permettere di estubarli. Adesso abbiamo in terapia altre due persone, intanto anche altri ospedali, tra i quali il San Raffaele di Milano, il Sacco, quello di Brescia e di Fano stanno provando a testare il Tocilizumab.

Che tipo di reazioni hanno avuto?

Da un respiro affannoso sono tornati a respirare normalmente

Vi siete confrontati con gli scienziati cinesi, loro hanno sperimentato questo farmaco?

Siamo in stretto contatto con i colleghi cinesi che avevano già sperimentato il farmaco. L’unica cosa da sistemare era il dosaggio che ovviamente abbiamo registrato in modo da centrare l’obiettivo della guarigione delle vie respiratorie.

State facendo altri test?

Come ho detto prima abbiamo altri due pazienti in cura con questo farmaco.

Se vedrete risultati incoraggianti, chiederete un protocollo nazionale per il suo utilizzo?

Con il passaggio dalla epidemia a pandemia dell’OMS viene velocizzato il passaggio da uso compassionevole del farmaco a protocollo a livello nazionale e già adesso l’AIFA, l’agenzia italiana del farmaco, ha dato il suo ok per la sperimentazione.

Quali potrebbero essere in caso di via libera al protocollo i tempi per un’adozione sull’intero territorio nazionale?

Immediato! Domani mattina sarà già attivo se darà i risultati sperati.

Ci sarebbero sufficienti disponibilità del medicinale?

La Roche produce già da tempo questo medicinale quindi di scorte ne abbiamo a sufficienza per tutti i malati. La casa produttrice, rifornirà gratis tutte le strutture sanitarie di questo medicinale in modalità Off Label, che significa fuori etichetta, e cioè per finalità differenti da quello che viene usato solitamente il farmaco, ed in più sarà gratuito.

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