Presentata la nuova annata di Montiano 2017 in una webinar che ha coinvolto Dominga e Riccardo Cotarella e l’enologo Pier Paolo Chiasso, già responsabile di Montiano 2016, vino dalla straordinaria ricchezza aromatica, concentrazione e struttura. Coerenza nella coltivazione e promozione è il comune denominatore che da sempre ispira il lavoro della cantina, dello staff e della famiglia. “In questi mesi di una situazione mai ci vissuta prima, abbiamo cercato di fare quello che sappiamo fare meglio: produrre vino”, spiega Dominga Cotarella, direttore marketing e commerciale e ceo dell’anno secondo Forbes per la categoria Wine. “La cui identità è legata alla varietà e al territorio, influenzata dall’andamento climatico dell’annata e dalla capacità di interpretare quella varietà in quell’annata e in quel luogo. Montiano 2017 è il risultato della nostra interpretazione. Ricerchiamo modelli orientati verso una dimensione verticale, con più nervosità, intesa come vivacità; che in un vino come Montiano è legata alle emozioni che evoca e che ogni anno si cerca di raggiungere”.
Dopo una splendida annata come quella di Montiano 2016, non era semplice riproporre il fratello minore di un’annata eccellente, che ha tracciato il cambio di rotta di un prodotto storico. Ma il 17 è un numero fortunato per la famiglia Cotarella e proprio il 2017 rappresenta il compimento di un lungo percorso lavorativo e passionale. “Il Montiano 2017 è figlio della volontà di rappresentare la bandiera della nostra azienda vitivinicola”, interviene Riccardo Cotarella. “Un vino su cui abbiamo lavorato dagli anni ’90 e che ci ha portato a scoprire grandi doti di vocazione dei nostri territori, che nessuno prima aveva mai provato a scoprire e a valutare. Tanti studi, tante sperimentazioni, tanta selezione dei suoli e delle uve Merlot, tante diversificazioni nelle tecnologie di cantina…”.
L’azienda nasce nel 1979 producendo vini della tradizione dell’alto viterbese, ma un viaggio a Bordeaux nel 1988 fa scattare in Riccardo il desiderio di creare un grande rosso nel Lazio, tra Montefiascone e Monterubiaglio, dove è nato. Decide così di innestare uva a bacca rossa in un territorio dedicato da sempre a uva a bacca bianca, decisione che si è confermata vincente. “L’annata 17 è un proseguimento rispetto alla 2016 come stile, personalità e volontà di esprimere frutto, verticalità, vivacità, complessità. Un vino più ricco ma ugualmente vibrante e rappresentativo del vitigno, del territorio e della nostra idea di Merlot”, conclude Pier Paolo Chiasso, enologo dell’azienda. La grafica e l’etichetta sono quelle innovative e nuove del 2016 di cui Enrica Cotarella è stata fautrice: dall’etichetta al tappo, dalla serigrafia della bottiglia alla carta velina personalizzata in cui viene avvolto, dal cofanetto di legno alla capsula innovativa e unica nel suo genere.
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