Le Nazioni Unite sono sempre più alla ricerca di collaborazioni con le aziende. In particolare, per creare consapevolezza e realizzare i Sustainable Development Goals (SDGs), gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Lucie Brigham, originaria di Praga, è una veterana delle Nazioni Unite: chief of office, direttrice dell’Un Office for Partnerships, nel quartier generale di New York. Kerry Bannigan, britannica, è un’imprenditrice votata alla sostenibilità. Ha una grande passione per la moda e, in generale, per l’imprenditoria creativa. Abbiamo parlato con loro di un progetto recente, una piattaforma tecnologica e multimediale che può essere d’esempio anche per tante altre cooperazioni aziendali e partnership future. E abbiamo anche cercato di stabilire quali sono i requisiti per un soggetto o un’azienda per collaborare con le Nazioni Unite.
Come avete deciso di lavorare insieme e qual è il vostro percorso?
Kerry Bannigan: Sono un’imprenditrice sociale, sostenitrice di iniziative per accelerare la trasformazione nella moda. Sono un membro del consiglio di Pvblic – una fondazione che mobilita media, dati e tecnologia per un impatto sostenibile e supporta diverse agenzie delle Nazioni Unite. Lucie e io ci siamo incontrate attraverso gli eventi Pvblic ed entrambe siamo impegnate a collegare moda e impatto sociale. L’idea era di organizzare un mese di attivazione multimediale e tecnologica per collegare la moda e il retail agli SDGs. Ora, dato il grande successo, la Conscious Fashion Campaign, è diventata un’iniziativa globale e una piattaforma.
Lucie Brigham: Ho lavorato per le Nazioni Unite in tanti paesi, occupandomi di questioni che vanno dal traffico di esseri umani all’istruzione e all’uguaglianza. Conosco Kerry da diversi anni. La nostra collaborazione è iniziata subito dopo l’adozione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, nel settembre 2015. Gli obiettivi dell’Onu sono 17 inviti all’azione che forniscono un quadro per affrontare le sfide sociali più urgenti, come la lotta ai cambiamenti climatici, la riduzione delle disuguaglianze e la garanzia di un consumo e una produzione responsabili. Forniscono anche un quadro per la ripresa dalla pandemia. Kerry e io abbiamo lavorato insieme a una serie di eventi di successo che hanno portato la rete della Fondazione Pvblic alle Nazioni Unite. La nostra collaborazione si è naturalmente evoluta, cresciuta e approfondita. La nostra ultima collaborazione, Conscious Fashion and Lifestyle Network, è stata creata e lanciata nel mezzo della pandemia e ha avuto grande riscontro. Ma sono tanti anche i progetti che abbiamo in cantiere, anche in settori diversi dalla moda.
Come funziona esattamente Conscious Fashion and Lifestyle Network?
Kerry Bannigan: La rete è un’evoluzione della Conscious Fashion Campaign, un’iniziativa che mobilita le parti interessate del settore a sostegno degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni unite. La campagna ha collaborato con una coalizione di leader dell’industria della moda per sostenere ed educare a promuovere soluzioni per il cambiamento sociale, economico e ambientale. Questi partner ospitano collettivamente oltre 800 eventi annuali in 40 paesi, accogliendo 12,2 milioni di partecipanti del settore e 136mila aziende di moda, tessile e lifestyle. Basandosi sull’obiettivo di accelerare l’azione dell’industria della moda globale, la Conscious Fashion and Lifestyle Network è una piattaforma online per operatori del settore, governi e ong, per segnalare i progressi e condividere soluzioni.
Lucie Brigham: Il Covid ha sottolineato l’importanza delle partnership. Gli sforzi per la ripresa in tutto il mondo hanno rafforzato le relazioni esistenti e creato nuove collaborazioni, dimostrando il potere delle partnership per gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Dobbiamo sfruttare la creatività dei leader nelle industrie della moda e del tessile per progettare soluzioni che promuovano una vita di dignità e uguaglianza per tutti, su un pianeta sano. Il Network fa parte della piattaforma online Partnerships for SDGs, un registro globale di impegni volontari e partnership a sostegno degli obiettivi di sviluppo sostenibile. La piattaforma facilita anche la condivisione di conoscenze e competenze tra le diverse partnership e serve a fornire aggiornamenti periodici sui loro progressi.
Quali sono le aziende coinvolte finora?
Kerry Bannigan: Le iniziative registrate dal recente lancio includono: Fashion4Development, Lenzing, Mara Hoffman Renewed, Messe Frankfurt Texpertise Network, Queen of Raw, Red Carpet Green Dress, Redress e Swarovski Waterschool. Le organizzazioni danno un contributo concreto all’attuazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile.
Lucie Brigham: La nostra visione per la rete deve essere inclusiva, trasparente e raggiungere un pubblico globale rilevante. Oltre agli attori dei settori moda e lifestyle, stiamo coinvolgendo il mondo accademico, le organizzazioni pubbliche e senza scopo di lucro, le imprese e i media, che svolgono un ruolo importante nella difesa e nell’attuazione delle politiche.
Lucie, può descrivere come le aziende possono collaborare con l’Onu?
Lucie Brigham: Il 2021 segna il secondo anno del decennio di azione per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030. Un settore non può farcela da solo, nemmeno uno molto grande come la moda. Data la sua portata globale, l’industria della moda è in una posizione unica per collaborare con le Nazioni Unite sugli obiettivi di sviluppo sostenibile. Abbiamo bisogno della creatività e della capacità dell’industria della moda, come anche di quelle di tante altre imprese in diversi campi, per sviluppare tendenze nuove, inclusive e sostenibili. Per avere un impatto significativo, sono necessari cambiamenti trasformativi e pensiero innovativo lungo l’intera catena di approvvigionamento globale. Dai designer, agli influencer, ai consumatori, agli imprenditori, insieme possiamo promuovere pratiche di produzione e consumo responsabili. Non si tratta più solo di donazioni a sostegno delle iniziative, ma di creare vere e proprie partnership a diversi livelli, come anche podcast e campagne per creare consapevolezza.
In quali settori vedete al momento più possibilità di collaborazione?
Lucie Brigham: L’azione per il clima è una delle priorità nell’agenda delle Nazioni Unite. Iniziative come Race to Zero e la Carta dell’industria della moda per l’azione per il clima forniscono un modo per coinvolgere le imprese nel portare avanti questa agenda. Il lavoro nell’ambito di Fashion Charter for Climate Action è focalizzato sulla missione di guidare l’industria della moda a zero emissioni nette di gas serra entro il 2050, in linea con il mantenimento del riscaldamento globale al di sotto di 1,5 gradi. Race To Zero è una campagna per raccogliere il sostegno di aziende, città, regioni e investitori per una ripresa sana e e a zero emissioni di carbonio.
Come avete scoperto la vostra passione per la sostenibilità?
Lucie Brigham: Sono cresciuta nella Boemia settentrionale, in uno dei centri industriali della Repubblica Ceca. Potevo vedere dalla mia finestra vaste miniere di carbone e una fabbrica petrolchimica. Di notte la vista sembrava un film post-apocalittico. Fin dall’inizio ho capito che volevo andarmene, conoscere il mondo e fare la differenza. Volevo aiutare le persone a capire che ci sono soluzioni e aiutarle a implementarle.
Kerry Bannigan: Nel 2007 ho co-fondato la mia prima attività, focalizzata sulla formazione dei futuri leader della moda e sul rafforzamento della diversità del settore durante la New York Fashion Week. Supportata dalla New York City Economic Development Corporation, la piattaforma ha facilitato le partnership governative per promuovere la moda, la vendita al dettaglio e i prodotti tessili attraverso il commercio e gli investimenti internazionali in paesi come Repubblica Ceca, Kenya, Malta, Saint Vincent e Grenadine, Turchia, Regno Unito e Stati Uniti. Mi sono concentrata sull’utilizzo della moda e dei media per lo sviluppo economico e la costruzione di mezzi di sussistenza sostenibili. Man mano che la mia carriera si sviluppava, cresceva anche la mia comprensione dell’impatto profondamente negativo della moda e degli effetti dannosi dell’industria che non aderiva ai principi di sostenibilità.
Quali sono i vostri obiettivi per il futuro?
Kerry Bannigan: Aiutare a trasformare l’industria della moda e lo stile di vita in generale, partendo dalla fonte dei problemi. Attivare un cambiamento mentale tra i consumatori a livello globale riguardo all’impatto ambientale e sociale delle loro azioni. Trasformare lo stile di vita consapevole in una tendenza globale.
Lucie Brigham: Per avere successo in quello che si fa, per me ci sono tre regole semplici: correre rischi, espandere costantemente la rete di partnership e trovare il tempo per sviluppare e allargare quella esistente, restare umili. Inoltre, è importante evolvere. E lo possiamo fare grazie anche ai progressi della moderna tecnologia, che ci permettono di raggiungere un’audience sempre più vasta. Per questo anche le campagne hanno tanta importanza.
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