Articolo tratto dal numero di agosto 2021 di Forbes Italia. Abbonati!
L’avvertimento ‘cambia mestiere’ Federico Graziani, classe 1994, se lo è sentito ripetere decine e decine di volte. Ma, consapevole del fatto che ogni giornalista della sua età lo ha dovuto incassare almeno una volta nella vita, ha tirato dritto senza ripensamenti provando a cambiarlo lui, questo mestiere. Come tutti, da ragazzino avrebbe voluto fare il calciatore. “In fondo, chi non sarebbe voluto diventare come Sheva?”. Poi si è innamorato delle parole. Parole che oggi prendono forma per la redazione di Tgcom24, dove si occupa di coordinare i contenuti giornalistici durante la messa in onda del canale all-news. È arrivato a dire ‘ecco, voglio fare questo’ quando, durante gli anni di liceo, si è trovato a recitare un canto della Divina Commedia tra le strade di Firenze, da qui la decisione di studiare Lettere moderne e imparare a spiegare i fatti.
La sua prima esperienza sul campo è stata al master in giornalismo dell’università Iulm. “Le giornate si svolgevano come se fossimo una redazione vera con i nostri articoli da scrivere tra una lezione e l’altra, i video da produrre e le inchieste da pensare. Lì ho scoperto che sapevo realizzare filmati veri (oltre a quelli delle gite del liceo) e di avere una specie di ossessione per le notizie ben spiegate, e attinenti alla verità”. L’esperienza in Tgcom24 gli fa venire in mente che per raccontare le notizie, anche i social network possono rivelarsi strumenti utili. Così, quasi per gioco, a dicembre del 2018 ha deciso di aprire su Instagram la pagina Rassegnagram, dove da allora, ogni giorno, continua a pubblicare, spiegandole, le cinque o sei notizie più rilevanti. “All’inizio era tutto un po’ grezzo, ogni mattina pubblicavo stories attraverso screenshot della notizia, due righe di spiegazione e magari una gif simpatica. Dopo poche settimane ho cominciato a ricevere ringraziamenti dai miei amici. Il tono era sempre lo stesso: ‘finalmente riesco a informarmi’, ‘finalmente capisco qualcosa dell’attualità’”.
Lo scopo di Rassegnagram è raggiungere chi vuole essere informato ma non ha tempo di sfogliare un giornale o si sente lontano dai linguaggi del giornalismo tradizionale. Il contenuto più seguito è la rassegna nelle storie, dove vengono trattati temi quali politica, tecnologia, economia, clima, scienza, esteri, sport e attualità in generale. “Sono bandite la cronaca (che spesso sui giornali è morbosa o inconcludente), le polemiche gratuite e le non-notizie”, spiega. Durante il primo lockdown, a fine marzo 2020, Graziani si è reso conto che il bisogno di informazione delle persone è sensibilmente cresciuto. Così si sono uniti al progetto due amici e colleghi, Matteo Macuglia e Andrea Saronni, permettendo a Rassegnagram di crescere. Oggi il team comprende Benny Procopio, responsabile della pagina TikTok, Carolina Sardelli e Matteo Macuglia, che si occupano degli approfondimenti. A luglio la pagina ha raggiunto i 38mila follower su Instagram, e superato cinque milioni di impression mensili. Con un target che va dai 25 ai 34 anni, i post di maggior successo sono le schede sui decreti Covid. “Abbiamo sempre aspettato la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, perdendo magari qualche interazione nell’immediato, ma guadagnando la fiducia di chi ci segue”. Perché in fondo, il problema del giornalismo italiano per Graziani è proprio questo: non riuscire a mettersi nei panni dei lettori. “O meglio, ci si mette nei panni dei vecchi lettori, non dei nuovi. Questo significa che spesso si danno per scontate cose che non lo sono affatto. E poi il linguaggio, spesso lontano dal pubblico più giovane”. Da qualche giorno, il progetto Rassegnagram ha cambiato nome in Rassegnally. “Abbiamo deciso di staccarci da quel nome un po’ buffo a cui siamo molto legati ma che dobbiamo superare per diventare grandi. Rassegnally è un po’ avverbio, un po’ un modo nuovo di spiegare le notizie. Mantenendo al centro il cuore del nostro progetto: rimanere una rassegna fatta con passione e qualità”.
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