Virginia Stagni
Under 30

Come questa under 30 bolognese è diventata la manager più giovane nella storia del Financial Times

Articolo tratto dal numero di agosto 2021 di Forbes Italia. Abbonati!

In 132 anni di storia del Financial Times, la bolognese Virginia Stagni è la manager più giovane. Nel team del quotidiano britannico è arrivata grazie alla sua tesi di master, Media and Communications alla London School of Economics and Political Science di Londra: le avevano consigliato infatti di rivolgersi ad alcuni professionisti del mondo dell’editoria per capire come funzionasse quel mondo. Così ha iniziato a mandare decine e decine di mail. In pochi le hanno risposto su LinkedIn ma tra questi The Guardian, The Economist e il Financial Times, appunto, che l’hanno invitata a visitare la loro azienda. Per il Ft, è Jon Slade, chief commercial officer, ad averle chiesto di lavorare in redazione e dopo 13 mesi di gavetta come assistente, oggi è business development manager, ricoprendo un ruolo centrale nella strategia di crescita del giornale anglosassone. “La mia mission è quella di individuare nuove idee di business e opportunità di crescita, con particolare attenzione sui futuri lettori, specialmente donne e under 30, e favorire l’acquisizione di giovani talenti per l’azienda”, spiega. In azienda, la manager classe 1993 ha subito portato nuove idee come il format nato nel 2018 Ft Talent Challenge, hub innovativo e inclusivo che attrae centinaia di giovani studenti e professionisti da tutto il mondo, e permette loro di avvicinarsi a differenti mondi aziendali. Grazie a questo progetto sono stati creati nuovi posti di lavoro e sono stati assunti più del 30% dei partecipanti all’interno del Ft. “Abbiamo già coinvolto più di 500 studenti e ricevuto più di 15mila candidature, 50/50 gender balance. I ragazzi provengono da sei continenti, e finora abbiamo coinvolto più di 90 nazioni. Li spingiamo a fare networking nel cuore della disruption digitale, grazie a masterclass con relatori ed esperti che provengono da tutto il mondo”. I talenti di cui parla Virginia vengono selezionati internamente dal team, e viene data loro la possibilità di lavorare tre giorni in redazione. 

Convinta che l’editoria tutta debba cambiare, anche per questo ha co-fondato Ft Strategies, società di consulenza che spiega come costruire un modello di business sostenibile e data informed per un giornale. Un progetto di collaborazione, il primo, tra il Financial Times e diversi gruppi editoriali in Germania, Polonia, Spagna e Italia. “Nell’informazione 5.0 bisogna coltivare un pubblico di nicchia; oggi l’80% del sostegno economico di un prodotto editoriale deve passare da una platea specifica, individuata attraverso dati oggettivi e fidelizzata, che paga cioè per la qualità del lavoro e per l’autorevolezza delle informazioni ricevute”. Per Virginia ogni giorno è una sfida diversa, ma anche una finestra sul mondo dell’imprenditoria che le ha permesso di confrontarsi con imprenditori e manager come Federico Marchetti di Yoox ed Elena Lavezzi di Revolut. 

La passione per l’inchiostro e la carta stampata, l’ha coltivata sin da bambina. Mentre studiava al liceo classico Minghetti di Bologna, dava una mano nella piccola agenzia di stampa dei genitori, ogni mattina prima di andare a scuola. Si occupava di servizi stampa, principalmente comunicati, e questo significava leggere tutte i giornali e le riviste nazionali. La sua prima esperienza appena diciottenne è stata come reporter freelance per La Stampa, dove si è occupata di cultura, antimafia e viaggi. Poi il trasferimento a Londra, dove si è resa conto di quanto sia cruciale il cambiamento culturale nel mondo dei media e nell’esplorazione di nuovi business model più in linea con le strategie dei giganti tech. “A Londra ho capito che i giornali avevano bisogno di manager umanisti”, dice. Intanto, a ottobre 2021 uscirà il suo primo libro Dreamers who do: intrapreneurship and innovation in the media world, che parlerà della sua visione per il futuro dell’informazione e del suo ruolo a Ft come imprenditrice. “La rivoluzione è nata con Ft Talent Challenge, ma voglio portare sempre più intrapreneurs, costruendo un incubatore per startup nel campo media e tech, accelerate da Ft”.

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