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Trump raccoglie un miliardo di dollari per la sua nuova piattaforma social

Questo articolo è apparso su Forbes.com a firma di Lisa Kim

La nuova media company dell’ex presidente Donald Trump ha dichiarato di aver raccolto un miliardo di dollari di finanziamenti provenienti da un “gruppo eterogeneo” di investitori istituzionali, dopo il completamento della sua fusione con la Digital World Acquisition Corp (Dwac).

I fatti chiave

  • Trump Media and Technology Group (Tmtg), che mira a lanciare una piattaforma di social media, non ha condiviso i nomi di chi ha preso parte all’investimento privato nell’operazione di public equity, o Pipe, il che è insolito.
  • All’inizio di questa settimana sono emersi rapporti secondo cui la società di Trump stava cercando di raccogliere un miliardo di dollari in un accordo Pipe che avrebbe portato la società a una valutazione di circa tre miliardi. Più di tre volte la valutazione di 875 milioni di dollari raggiunta a ottobre, dopo l’annuncio della fusione con Dwac.
  • A ottobre, Tmtg ha dichiarato che avrebbe lanciato una versione beta della sua piattaforma a novembre. Mancato l’obiettivo, lancerà una versione completa l’anno prossimo.

Il contesto

Le azioni di Dwac sono cresciute del 550% nella settimana successiva alla fusione, fino a raggiungere un valore di 94,20 dollari, ma il titolo ha perso gran parte dei suoi guadagni iniziali e recentemente è arrivato a circa 40. Il Pipe e la fusione con Dwac, che ha raccolto 293 milioni di dollari quando si è quotata, dovrebbero lasciare la società di Trump con un ricavato di circa 1,25 miliardi di dollari.

Tmtg utilizzerà i soldi per costruire una piattaforma di social media chiamata Truth Social, che, secondo quanto dichiarato, “non discriminerà sulla base dell’ideologia politica” e “combatterà contro la tirannia della Big Tech”. Donald Trump spera di usarlo per tornare sui social media. L’ex presidente è stato bandito dalle principali piattaforme per aver diffuso disinformazione su presunte frodi alle presidenziali 2020, dopo che i suoi sostenitori hanno preso d’assalto il Campidoglio degli Stati Uniti il ​​6 gennaio.

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