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L’India imporrà una tassa del 30% sulle criptovalute. E prepara la rupia digitale

La Banca Centrale Indiana emetterà una valuta digitale. Come quanto accaduto ad El Salvador? Non proprio. L’India infatti non adotterà il Bitcoin come moneta a corso legale, bensì la rupia digitale. Questo tanto annunciato da Firmala Sitharaman, ministro delle finanze indiano, il quale ha aggiunto l’intenzione di imporre una tassa sul reddito guadagnato da risorse digitali come criptovalute e Nft.

Aumenta la tassazione sulle criptovalute

Secondo quanto rivelato da Forbes, il reddito generato dal trasferimento di qualsiasi risorsa virtuale sarà tassato del 30% insieme a un’ulteriore detrazione fiscale dell’1%. “C’è stato un aumento fenomenale delle transazioni in risorse digitali virtuali. L’entità e la frequenza di queste transazioni hanno reso indispensabile prevedere un regime fiscale specifico”, ha affermato Sitharaman. Le parole del ministro sono confermate da una recente indagine della società di ricerca ed analisi Chainalysis che parla di un vero e proprio boom delle criptovalute nel paese nel 2021. Circa 15 milioni di indiani avrebbero investito in criptovalute. Il valore degli asset digitali sarebbero passati dai circa 900 milioni di dollari del 2020 ad oltre 6 miliardi nel 2021, con un aumento del 623%.

Quale sarà l’effetto della tassazione?

La tassazione delle cripto potrebbe avere un impatto negativo sul loro valore, già interessato da una certa flessione nell’ultimo mese – basti considerare che Bitcoin è passato dai 47mila dollari del primo gennaio ai circa 38mila attuali. La posizione espressa dal ministro delle finanze Sitharaman, portavoce del secondo paese più popoloso al mondo, non può certo lasciare indifferenti investitori ed exchange.

Di opinione opposta invece, invece, c’è Summit Gupta, co-fondatore e ceo di uno dei più grandi exchange di criptovalute indiani, il CoinDCX. “La tassazione delle risorse digitali virtuali o crypto è un passo nella giusta direzione” afferma. “Dà molta chiarezza. L’attenzione dell’India sull’innovazione digitale e sulla promozione della blockchain è benvenuta. I dettagli devono essere studiati per commentare ulteriormente. Ma è un’ottima notizia per gli investitori in criptovalute in India”. 

Rupia digitale in circolazione entro il 2023: la reazione della Bce

Un’attenzione che si esprime attraverso casi di sdoganamento, come nel caso di El Salvador. Oppure di guerra aperta, come quella portata avanti dalla Cina, che ha causato la fuga delle società di cripto verso il Kazakistan. Persino in Italia, dove l’attività di mining è generalmente proibitiva a causa degli alti costi dell’energia, stanno sorgendo alcune “fabbriche di criptovalute”. E mentre l’India dichiara che la Cbdc (Central Bank Digital Currency) sarà in circolazione entro il 2023 per “imprimere una grande accelerazione all’economia”, la Banca Centrale Europea cerca di smorzare gli animi: “Bitcoin sta diventando un qualcosa di pseudo-normale per tutti, senza che i suoi rischi siano compresi fino in fondo”.

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