Le violazioni in materia di protezione dei dati personali, in particolar modo da quando è entrato in vigore il Gdpr, si sono accumulate fino a diventare un fardello mastodontico, che è arrivato a gravare nel complesso 8,1 miliardi di euro sui bilanci dei giganti del web.
Negli ultimi quattro anni, la più colpita in assoluto tra gli over the top è stata Facebook (che da inizio del 2022 ha cambiato il proprio nome in Meta), a cui autorità e tribunali di vari paesi del mondo hanno ingiunto di pagare in totale 6,6 miliardi di euro per sanzioni e risarcimenti.
Il pugno duro americano
Sui conti dell’azienda di Mark Zuckerberg pesano oltre 20 procedimenti. L’ultima multa è quella inflitta dall’autorità per la protezione dei dati irlandese per il mancato rispetto della privacy dei minori su Instagram, per un importo di 405 milioni di euro. Cifra che sembra però irrisoria rispetto alla sanzione record di 5 miliardi di dollari che la Federal Trade Commission (Ftc) le comminò nel 2019 per le violazioni dei dati personali degli utenti nell’ambito dello scandalo Cambridge Analytica.
I procedimenti contro Google che sono stati resi noti da autorità e stampa dal 2018 a oggi sono invece 13 e sono costati 676 milioni di euro. La penalità più elevata è quella di 170 milioni di dollari irrogata sempre dalla Ftc, in questo caso per il mancato rispetto della legge statunitense sulla privacy dei bambini (Children’s online privacy protection act) tramite il motore di ricerca e YouTube.
Cosa succede in Europa
L’agenzia governativa che tutela i consumatori statunitensi, dunque, dimostra di voler mantenere le promesse, usando il pugno duro contro chi utilizza in modo illecito i dati degli utenti e calpesta la loro privacy. Anche in Europa le autorità di controllo stanno facendo sentire sempre più la loro voce per far rispettare il Regolamento Ue sulla protezione dei dati personali. Lo ha fatto, per esempio, quella del Lussemburgo, che lo scorso anno ha imposto ad Amazon una sanzione di 746 milioni di euro per aver violato le norme del Gdpr. Al momento, questa è in assoluto la più elevata tra tutte le multe registrate nel continente.
Sono andate invece in controtendenza rispetto a Facebook e Google, in questi anni, Apple e Microsoft. La prima ha subito solo una modesta sanzione di 34mila euro da un tribunale di Mosca, che ha punito l’azienda perché avrebbe violato la normativa locale rifiutandosi di conservare i dati degli utenti russi sullo stesso territorio nazionale. Quanto alla seconda, non c’è traccia di sanzioni o altri contenziosi in materia di privacy.
Al momento non è possibile prevedere con certezza in che misura il tempo premierà le aziende virtuose che compiono sforzi concreti per rispettare la privacy. I contenziosi che riguardano le grandi realtà di internet che non rispettano le normative sulla protezione dei dati personali, però, sono arrivati a incidere sui loro fatturati in modo molto vistoso. Al punto da non poter passare più inosservata agli occhi degli investitori, che potrebbero cominciare a nutrire legittime preoccupazioni.
Tutte le multe per violazioni della privacy
Di seguito, una tabella con tutte le sanzioni inflitte alle grandi aziende di internet.
Data | Nazione | Apple | Amazon | Tipologia | ||
Agosto 2022 | Australia |
0 |
60.000.000 |
0 |
0 |
Sanzioni |
Luglio 2020 | Belgio |
0 |
600.000 |
0 |
0 |
Sanzioni |
Agosto 2022 | Brasile |
0 |
0 |
1.271.400 |
0 |
Sanzioni |
Maggio 2020 | Canada |
0 |
0 |
9.500.000 |
0 |
Sanzioni |
Dicembre 2020 | Francia |
0 |
100.000.000 |
0 |
35.000.000 |
Sanzioni |
gennaio 2019 | Francia |
0 |
50.000.000 |
0 |
0 |
Sanzioni |
Gennaio 2022 | Francia |
0 |
150.000.000 |
100.000.000 |
0 |
Sanzioni |
Anno 2019 | Germania |
0 |
0 |
51.000 |
0 |
Sanzioni |
Marzo 2022 | Irlanda |
0 |
0 |
17.000.000 |
0 |
Sanzioni |
Settembre 2022 | Irlanda |
0 |
0 |
405.000.000 |
0 |
Sanzioni |
Settembre 2021 | Irlanda |
0 |
0 |
225.000.000 |
0 |
Sanzioni |
Dicembre 2018 | Italia |
0 |
0 |
10.000.000 |
0 |
Sanzioni |
Dicembre 2021 | Italia |
0 |
0 |
7.000.000 |
0 |
Sanzioni |
Luglio 2019 | Italia |
0 |
0 |
1.000.000 |
0 |
Sanzioni |
Agosto 2021 | Lussemburgo |
0 |
0 |
0 |
746.000.000 |
Sanzioni |
Luglio 2018 | Regno Unito |
0 |
0 |
660.000 |
0 |
Sanzioni |
Ottobre 2018 | Regno Unito |
0 |
0 |
589.000 |
0 |
Sanzioni |
Agosto 2021 | Russia |
0 |
54.000 |
0 |
0 |
Sanzioni |
Agosto 2021 | Russia |
0 |
203.000 |
0 |
0 |
Sanzioni |
Giugno 2022 | Russia |
0 |
260.000 |
0 |
0 |
Sanzioni |
Luglio 2021 | Russia |
0 |
41.000 |
0 |
0 |
Sanzioni |
Luglio 2022 | Russia |
0 |
0 |
298.000 |
0 |
Sanzioni |
Luglio 2022 | Russia |
34.000 |
0 |
0 |
0 |
Sanzioni |
Luglio 2022 | Russia |
0 |
0 |
377.000 |
0 |
Sanzioni |
Agosto 2021 | San Marino |
0 |
0 |
5.000.000 |
0 |
Sanzioni |
Febbraio 2022 | Spagna |
0 |
0 |
0 |
2.000.000 |
Sanzioni |
Maggio 2022 | Spagna |
0 |
10.000.000 |
0 |
0 |
Sanzioni |
Marzo 2020 | Svezia |
0 |
7.000.000 |
0 |
0 |
Sanzioni |
Maggio 2019 | Turchia |
0 |
0 |
235.000 |
0 |
Sanzioni |
Marzo 2019 | Usa |
0 |
8.500.000 |
0 |
0 |
Risarcimenti |
Agosto 2022 | Usa |
0 |
0 |
37.500.000 |
0 |
Risarcimenti |
Agosto 2019 | Usa |
0 |
150.000 |
0 |
0 |
Sanzioni |
Ottobre 2021 | Usa |
0 |
7.500.000 |
0 |
0 |
Risarcimenti |
Febbraio 2022 | Usa |
0 |
0 |
90.000.000 |
0 |
Sanzioni |
Maggio 2022 | Usa |
0 |
0 |
650.000.000 |
0 |
Risarcimenti |
Dicembre 2021 | Usa |
0 |
13.000.000 |
0 |
0 |
Risarcimenti |
Luglio 2019 | Usa |
0 |
0 |
5.000.000.000 |
0 |
Sanzioni |
Settembre 2022 | Usa |
90.000.000 |
0 |
Risarcimenti | ||
Settembre 2019 | Usa |
0 |
169.000.000 |
0 |
0 |
Sanzioni |
Totale complessivo |
8.124.623.400 |
14.834.000 |
676.308.000 |
6.650.481.400 |
783.000.000 |
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