Articolo di Davide Lizzani
Dopo due anni di fermo l’azienda spaziale Virgin Galactic tornerà in volo verso lo spazio. È un segnale di ripresa importante all’indomani della bancarotta della sorella minore, Virgin Orbit, che si prefiggeva di portare in orbita piccoli satelliti.
In programma ci sono due lanci: entro fine maggio la missione di test “Unity25” e per fine giugno il primo volo commerciale, “Galactic01”, acquistato dall’Aeronautica Italiana.
Il fermo fu imposto dalla Federal Aviation Administration, o Faa, l’ente statunitense per il controllo dello spazio aereo, che notò un’irregolarità nella rotta del volo dell’11 luglio 2021. Anche quello fu un volo di test, con equipaggio interno alla compagnia, fra cui spiccava il fondatore del gruppo Virgin, Richard Branson. Nonostante la missione fosse stata considerata un successo, il fermo della Faa costrinse Virgin Galactic a indagare per risolvere il problema.
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I dati dell’ultimo trimestre
Una questione che potrebbe essersi riflessa anche nell’ultimo trimestre, in cui Virgin ha chiuso in negativo di 159 milioni di dollari. Per la compagnia, infatti, questo dato è sintomo dei lavori di ammodernamento e ampliamento della flotta di aerei cargo e navicelle. Il sistema di lancio utilizzato da Virgin Galactic prevede l’uso di un grande aereo a doppia carlinga per portare in quota lo spazioplano vero e proprio, lo SpaceShipTwo (il primo prototipo andò perso drammaticamente il 31 ottobre 2014 a seguito di un comando attivato in una fase non prevista del volo. L’incidente costò la vita a uno dei piloti a bordo).
Su SpaceShipTwo sono previsti due piloti e, nei voli di test, quattro passeggeri. A una quota di 15 chilometri, lo spazioplano si sgancia dall’aereo, accende il proprio motore a razzo per effettuare un volo a parabola che supera gli 80 chilometri di altitudine, e infine, 90 minuti circa dopo la partenza, torna planando al suolo. Nel punto più alto della parabola (l’ultimo volo arrivò a 86 chilometri) l’atmosfera è quasi assente, ma ci si trova ancora sotto il confine con lo spazio, che è convenzionalmente fissato a 100 chilometri dal livello del mare. Ciò che i passeggeri di Virgin Galactic possono però sperimentare come gli astronauti in orbita attorno alla Terra è l’assenza di peso, la sensazione di essere in caduta libera.
La corsa allo spazio
Come anche Blue Origin di Jeff Bezos sta dimostrando, il confine fra atmosfera e spazio sta diventando una meta ambita per facoltosi turisti in cerca del brivido massimo, e Virgin Galactic ha dichiarato di avere già più di 800 prenotazioni. Il valore del viaggio cambia di molto per chi necessiti delle condizioni di assenza di peso o microgravità per effettuare test ed esperimenti. È questo il caso dell’Aeronautica Militare, che insieme con il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) aveva acquistato un volo già nel 2019.
A salire a bordo della SpaceShipTwo per effettuare il primo volo suborbitale italiano sarà l’equipaggio già selezionato prima del fermo: il colonnello Walter Villadei, il tenente colonnello Angelo Landolfi e l’ingegnere Pantaleone Carlucci del Cnr. Dopo la partenza dallo Spaceport America nello Stato del New Mexico, i tre svolgeranno 14 esperimenti multidisciplinari, che coinvolgono medicina, fisica dei fluidi, fisiologia e materiali avanzati. La missione di fine giugno è stata chiamata “Virtute 1” dai clienti italiani, un nome che suggerisce non sarà l’unica.
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