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G7 in Puglia, 13 giugno 2024
Food & Beverage

Dal vino di Bruno Vespa al Franciacorta di Bellavista: il made in Italy nei bicchieri dei leader mondiali al G7

Trentadue etichette per rappresentare un Paese che conta 255mila aziende vinicole, il maggior numero al mondo di vini Dop e Ipg (oltre 520) e oltre 80 diversi vitigni coltivati sul 75% della sua superficie vitata (690mila ettari).

Se ai tavoli istituzionali del G7 i grandi della terra discuteranno delle questioni più delicate di politica internazionale accompagnati dalla classica bottiglia d’acqua naturale, passando alla tavola – letteralmente – capi di Stato e di governo potranno cimentarsi con un assaggio dell’enologia made in Italy.

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Dal vino di Bruno Vespa alle creazioni del gruppo Lunelli

Durante il G7 appena iniziato in Puglia saranno infatti serviti 32 vini con una forte rappresentanza di cantine pugliesi, tra cui il Primitivo Es di Gianfranco Fino e l’ultimo nato nella Masseria Li Reni del giornalista Bruno Vespa, il “Donna Augusta”, presente nella wine list di Borgo Egnazia, la struttura alle porte di Fasano che ospita i lavori del G7.

L’azienda di Vespa a Manduria, 46 ettari di cui 34 a vigneto, ha già i propri vini inseriti nella carta del Frecciarossa nonché scelti per eventi come la cena del Dante Project alla Royal Opera House di Londra del 14 ottobre 2021. I vini pugliesi (ma non solo) sono protagonisti della cena inaugurale di stasera al Castello Svevo di Brindisi, offerta dal Quirinale, mentre l’aperitivo vedrà un carnet con il Franciacorta Annamaria Clementi di Ca’ del bosco 2015, il Fiano della Tenuta Bocca di Lupo, il “Furia di Calafuria” della Masseria Maime e il Moscato di Trani “Estasi” di Franco Di Filippo.

Insieme alle eccellenze regionali sarà poi servito il Ferrari Riserva Lunelli 2015, bollicina icona dello stile italiano. Non a caso, con Borgo Egnazia Ferrari Trento ha un rapporto di lunga data: al G7 le creazioni del gruppo Lunelli accompagneranno i due pranzi orchestrati dallo chef Massimo Bottura.

Il percorso del patròn dell’Osteria Francescana si aprirà infatti in abbinamento al Ferrari Perlé Bianco 2016, mentre il Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 2012 sarà offerto come omaggio ai Capi di Stato. Unica eccezione saranno quelli per cui il protocollo non prevede alcool, che riceveranno una selezione di etichette Tassoni, fra cui la Cedrata e la Tonica al Cedro.

Spazio ai grandi rossi al G7

Accanto alle cantine locali e ai TrentoDoc Lunelli, inoltre, durante i giorni del vertice non mancheranno i Franciacorta di Bellavista (con il “Vittorio Moretti”) e il Prosecco Cartizze di Villa Sandi. Spazio poi ai grandi rossi, dal Sassicaia della Tenuta San Guido al Tignanello di Antinori (curiosamente abbinato al risotto all’astice blu di Sardegna con fondo di branzino e agrumi), dal Brunello di Montalcino “Tenuta Nuova” di Casanova di Neri al Barolo di Ceretto, dall’Amarone della Valpolicella di Masi fino al Chianti Classico Ruello di Boschetto Campacci e al Chianti Classico Gran Selezione “Vigna del Sorbo” di Fontodi.

Non mancheranno un paio di tocchi modenesi con il Retrò di Tenuta Forcirola, uve fermentate in anfora e rifermentazione ancestrale in bottiglia, e il lambrusco di Sorbara “Rimosso” di Cantina della Volta.

La selezione di vini bianchi

Sempre a corredo dei menù griffati da Massimo Bottura, l’omaggio enologico dell’Italia ai potenti della terra – a Borgo Egnazia sono attesi i massimi rappresentanti istituzionali di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti – passa anche dai vini bianchi, dal Vintage Tunina di Jermann al Fiorduva Furore di Marisa Cuomo, dal Trebbiano d’Abruzzo Riserva Marina Cvectic di Masciarelli all’Alta Langa di Marcalberto fino al Vermentino di Sardegna di Is Argiolas 2023 e al Kerner dei Produttori Valle Isarco.

Il gran finale è affidato al passito di Pantelleria Ben Ryé di Donnafugata, chiamato a giocarsela con uno dei dessert storici di Bottura, “Oops, mi è caduta la crostatina”, ménage à trois tra limoni di Sorrento bergamotti della Calabria e mandorle di Noto.

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