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Il Gp di Monza genera un indotto di quasi 180 milioni di euro

È il weekend più atteso dagli appassionati italiani di motori: quello del Gran Premio di Monza. L’autodromo è il più antico del mondo dopo quello di Indianapolis e ha sempre regalato spettacolo tra i suoi rettilinei e le sue chicane. Un circuito magico che ogni accoglie migliaia di tifosi. Come evidenziato dall’Aci, lo scorso anno, durante i tre giorni del Gp, l’Autodromo di Monza ha ospitato 300mila persone (in gran parte straniere). Quota che ha fornito un contributo determinante per raggiungere la cifra record di 800mila presenze, in Lombardia, nel settembre 2023.

L’indotto generato dal Gp di Monza

Ovviamente, oltre alla componente sportiva, il Gp di Monza ha un importante riscontro in termini economici, sociali e occupazionali. Al punto che, secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio Milano Lodi Monza e Brianza, l’evento produrrà un indotto di 178,8 milioni di euro. Una cifra distribuita in maniera omogenea tra la spesa inerente all’alloggio, che rappresenta il 33% della spesa totale (59 milioni di euro) e lo shopping, che si attesta al 30% (53,6 milioni). Più indietro la ristorazione, che rappresenta il 16% della spesa totale (28,6 milioni), seguita dai biglietti di ingresso (15%, 26,8 milioni) e da trasporti e parcheggio (6%, 10,7 milioni).

L’indotto turistico del Gp di Monza, con circa 300mila visitatori attesi, porta benefici, oltre alla Brianza, a un’ampia parte di territorio lombardo, a partire dall’area metropolitana di Milano. Il 51% della spesa turistica, pari a 91,6 milioni di euro, rimane nella provincia di Monza e Brianza, il 30% (54,5 milioni) ricadrà nella città metropolitana di Milano, l’11% (19,4 milioni) nella provincia di Como, il 7% si distribuirà tra Lecco e le altre province lombarde.

L’impatto a livello di brand territoriale

Come evidenzia l’Aci, è interessante notare che il Gp di Monza porta anche dei benefici (più immateriali) a lungo termine, come la valorizzazione del brand della città e della regione. Per l’immagine di provincia e regione, il Gran Premio di Monza, vale 50 milioni, quello di Imola 36. “Una differenza dovuta al fatto che Monza ha una storia di Formula 1 molto più lunga e le gare che si ripetono annualmente nella stessa località hanno implicazioni evocative molto diverse da eventi una tantum (come, per esempio, una finale di Champions League), poiché legano a una località una storia decennale”, sottolinea lo studio.

Il valore mediatico

Bisogna inoltre aggiungere circa 200 milioni di euro dettati dal valore ‘potenziale’ della copertura mediatica (media coverage value) dei due Gp. “Gli oltre 150 milioni di spettatori live in 200 paesi, a cui si devono aggiungere almeno altrettanti in differita o che guardano solo gli highlights prodotti dalle oltre 50 emittenti autorizzate o dal canale ufficiale F1 (che conta 8 milioni di iscritti), i 2,5 miliardi di contatti sulla rete e, infine, l’incalcolabile numero di rilanci fatti sui social, compongono un’enorme vetrina mediatica, un contenitore in cui è possibile veicolare messaggi promozionali legati all’industria meccanica, a quella alimentare, alla moda e al turismo, in una F1 – ormai ‘svincolata’ da un’immagine esclusivamente motoristica – che è e sarà sempre più un grande show”, conclude lo studio ACI.

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